Nella giornata di preghiera e penitenza proclamata giovedì scorso da Les Combes di fronte all’aggravarsi della situazione in medio oriente, Papa Benedetto XVI davanti alle migliaia di fedeli accorsi per l’Angelus ha rinnovato con forza l’appello affinché cessi il fuoco tra Israele e il Libano. ?Rinnovo con forza l’appello alle parti in conflitto, perché cessino subito il fuoco e permettano l’invio di aiuti umanitari, e perché, con il sostegno della comunità internazionale, si cerchino vie per l’inizio di negoziati“, ha detto il Pontefice “Colgo l’occasione – ha aggiunto – per riaffermare il diritto dei libanesi all’integrità e sovranità del loro paese, il diritto degli israeliani a vivere in pace nel loro Stato e il diritto dei palestinesi ad avere una patria libera e sovrana“.
Il Papa guarda con preoccupazione soprattutto le popolazioni civili, inermi e ?ingiustamente colpite in un conflitto di cui sono solo vittime: sia a quelle della Galilea – ha spiegato – costrette a vivere nei rifugi, sia alla grande moltitudine di libanesi che, ancora una volta, vedono distrutto il loro paese?.
Benedetto XVI, affidando l’intera umanità alla potenza dell’amore Divino, ha poi elevato a Dio “una accorata preghiera, affinché l’aspirazione alla pace della stragrande maggioranza delle popolazioni possa essere quanto prima realizzata, grazie all’impegno concorde dei responsabili“.
L’invito del Pontefice alla preghiera è stato rinnovato anche nel pomeriggio.
Alle 17 Papa Ratzinger è uscito per recarsi, accompagnato dal su seguito, nella piccola, settecentesca, chiesa parrocchiale di Rhemes-Saint-Georges, a pochi chilometri da Introd, dove ad attenderlo c’erano oltre una cinquantina di fedeli. Qui ha invocato nuovamente la fine del conflitto tra israeliani e libanesi: “liberaci da tutti i mali – ha detto – e donaci la pace, Signore, non domani o dopodomani, donaci la pace oggi“.
Il Pontefice parlando a braccio ha evidenziato come “Oggi nel mondo multiculturale e multireligioso c’é la tentazione di non parlare della specificità del cristianesimo, ma questo è sbagliato. Proprio in questo momento in cui c’é un grande abuso del nome di Dio occorre affermare che la croce vince con l’amore, affermare il volto di Dio che vince e porta luce e riconciliazione nel mondo“.
La risposta alla violenza ed inimicizia che ancora oggi regna sovrana nel mondo per Benedetto XVI
è ?l’amore che arriva fino alla morte, come quello di Cristo“.