Le associazioni ambientaliste contro il collegamento funiviario tra Val d’Ayas e Valtournenche

"Siamo convinti che la montagna debba vivere e modernizzarsi - spiegano - e che per lo sci alpino siano sufficienti gli impianti attualmente esistenti. Su questa base vogliamo lavorare, nei prossimi mesi, a un progetto alternativo".
Valtournenche
Società

"Esprimiamo la più ferma contrarietà al progetto che distruggerebbe l’ultimo lembo non compromesso del versante sud del Monte Rosa". E’ questo il giudizio sul progetto di collegamento funiviario tra la Val d’Ayas e la Valtournenche attraverso il Vallone delle Cime Bianche, espresso oggi dalle associazioni ambientaliste AGRAP, CAI Piemonte, CITAM Piemonte Valle d’Aosta, Italia Nostra Piemonte e Valle d’Aosta, Le Ciaspole, Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, Mountain Wilderness Piemonte e Valle d’Aosta, Pro Natura Piemonte, WWF Piemonte e Valle d’Aosta, Giovane Montagna sezione di Pinerolo, riunite nel coordinamento “Noi nelle Alpi”. 

 

"Lo studio di fattibilità deve ancora essere reso pubblico – spiegano – ma riteniamo che quanto già si conosce sia sufficiente ad esprimere una posizione nettamente critica. Non ci convince la tesi secondo la quale la tipologia impiantistica scelta permetterebbe di contenere l’impatto ambientale perché richiederebbe un numero ridotto di piloni. Qualunque intervento pesante in un’area incontaminata la compromette irrimediabilmente. La portata oraria ipotizzata, poi, presuppone una robusta infrastrutturazione di tutta l’area a valle dell’impianto, con la necessaria costruzione di parcheggi, aree per l’accoglienza dei turisti. L’intera zona di Saint Jacques in comune di Ayas sarebbe oggetto di interventi tutt’altro che trascurabili".

E non è tutto, per le associazioni puntano anche il dito sulla tipologia di sviluppo turistico invernale "che già da anni mostra la corda sull’intero arco alpino, e in Valle d’Aosta in particolare: lo dimostrano le croniche difficoltà in cui versano le società funiviarie valdostane, che devono periodicamente cambiare assetto, accorpandosi tra loro per sopravvivere, o ricorrere al generoso aiuto della Regione". Nelle settimane scorse proprio Monterosa Ski, una delle due società interessate al progetto, ha dovuto essere sovvenzionata per ripianare il cospicuo debito accumulato (circa due milioni e mezzo di euro) e avere fondi a disposizione per la gestione degli impianti esistenti.

 

"Siamo convinti che la montagna debba vivere e anche modernizzarsi – concludono – e che per lo sci alpino siano sufficienti gli impianti attualmente esistenti. Su questa base vogliamo lavorare, nei prossimi mesi, a un progetto alternativo per lo sviluppo della Val d’Ayas. Lo vogliamo costruire e condividere con chiunque, come noi, ha a cuore la sorte di una delle ultime valli intonse ai piedi del Monte Rosa".

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