Legge di Stabilità, sciopero di quattro ore anche in Valle d’Aosta

È stato proclamato per venerdì 15 Novembre uno Sciopero Generale di quattro ore. I Sindacati riuniti chiedono al Governo di cambiare la Legge di Stabilità 2014, che non favorirebbe la crescita del Paese.
Società

“Non siamo soddisfatti dell’entrata della Legge di Stabilità 2014 e chiediamo al Governo di far pagare alla gente meno tasse, di pagare le pensioni e di controllare la spesa pubblica per reperire le risorse per tornare a crescere”. Riccardo Monzeglio, Segretario Regionale della CISL, introduce così lo Sciopero Generale di quattro ore di venerdì 15 Novembre, dopodomani, che chiede un cambio di direzione netto riguardo lal testo proposto.

Una legge considerata iniqua e che ha riunito per la prima volta, dopo anni, i Sindacati in uno sciopero unitario. Uno sciopero non semplicemente di protesta ma che vuole fornire al Governo le soluzioni per uscire dalla recessione economica che stiamo ancora vivendo, e che si focalizza su alcune precise richieste: una diminuzione della pressione fiscale attraverso l’aumento delle detrazioni per i lavoratori dipendenti e i pensionati incrementando così il loro potere d’acquisto, la detassazione del salario di produttività da estendere anche ai lavoratori del settore pubblico e un potenziamento della lotta all’evasione fiscale.

Una situazione terribile, secondo i Sindacati, la cui onda lunga nazionale si è inevitabilmente abbattuta anche sulla Valle d’Aosta: “Gli ultimi due anni sono stati disastrosi – afferma il Segretario del SAVT Guido Corniolo – che hanno portato il Paese ad avere a oggi 2.200 miliardi di euro di debito pubblico. Un percorso che ha intaccato anche il nostro bilancio regionale 2014, con un trend in continua discesa da qui al 2017, e che ci prospetta un percorso irto di pericoli. Il nostro è un sistema estremamente fragile perché il bilancio pubblico è sempre stato il motore principale della nostra economia e il blocco ai contributi a fondo perso è il segnale di un modello, quello valdostano, che non si può più conservare perché non è più sostenibile”.

Le proposte vanno in questa direzione, quella del cambiare la Legge di Stabilità per riaccendere la possibilità di investimento: “Chiediamo che venga allentato il Patto di Stabilità per gli Enti Locali – spiega Domenico Falcomatà della CGIL – per poter avviare cantieri nei Comuni e nelle provincie per riuscire ad alzare il tasso occupazionale”.

I Sindacati spiegano poi come reperire le risorse per avviare la crescita: costi standard per le amministrazioni centrali e locali, riduzione drastica di società pubbliche ed enti inutili, riduzione degli organi elettivi ed esecutivi, l’adeguamento della tassazione delle rendite finanziarie alla media europea e la destinazione delle risorse derivanti dalla lotta all’evasione fiscale per ridurre le tasse alle fasce deboli, ovvero quelle dei lavoratori e dei pensionati.

Uno sciopero per cambiare le cose: “Lo Stato tratta le persone in maniera diversa – conclude Ramira Bizzotto della UIL – un’ingiustizia che non si può più permettere. La gente è stanca e ha bisogno di una classe politica seria, non di spot televisivi e di slogan. La necessità ora è quella di ragionare profondamente sulla situazione attuale e fare progettualità”. 

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