Molte canne da pesca per ora restano appese. Da Roma non è infatti ancora arrivata l’autorizzazione per l’immissione di materiale ittico non autoctono in alcuni tratti dei torrenti valdostani, comprese le riserve. I solleciti partiti dall’Assessorato all’Agricoltura sono stati diversi, “ma ad oggi siamo ancora in attesa dell’autorizzazione per gli anni 2024 – 2026” ha spiegato in Consiglio Valle l’assessore Marco Carrel.
Per questo a pochi giorni dall’apertura della stagione della pesca, fissata al 31 marzo, il Consorzio si è visto costretto a rinviare con apposita ordinanza l’apertura delle riserve a cattura, sia speciali che turistiche.
Per Claudio Restano del gruppo misto “la questione è politica” e sta producendo “perdite economiche e di immagine importanti. Alcuni hanno dovuto rimandare indietro stranieri che si sono prenotati per la pesca a cattura. Tutta l’economia ne risente. Sono oltre 600 i permessi non venduti”.
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