Mercatini: soddisfatti i commercianti, ma orari da rivedere

Il ponte dell'Immacolata e il periodo prima di Natale sono stati i periodi di maggiore afflusso di turisti. Da rivedere, secondo molti, l'obbligo di tenere aperto fino alle 23 il venerdì e il sabato. Tra i prodotti richiesti vince il made in Vda.
aosta mercatini di natale
Società

C'è un aspetto che sembra non aver funzionato nell'organizzazione dei mercatini di Natale di Aosta, a ridosso dell'area del Teatro romano: gli orari. Più precisamente, la cosa che meno convince gli esercenti sentiti è quello di tenere tutti obbligatoriamente aperto fino alle 23 il venerdì e sabato. "È vero che non sta bene lasciare gli chalet metà aperti e metà chiusi – afferma Valentina Borre della Bottega degli antichi sapori – ma tenere aperto fino a quell'ora ha senso forse solo per chi fa somministrazione".

"Una perdita di tempo", la definisce Umberto Fazzi di Candemtown e anche Cristina Evolandro, dello chalet delle specialità del Sud-Tirolo concorda: "Si prende tanto freddo e non si lavora a quelle ore: era meglio fare come l'anno scorso, quando l'apertura era facoltativa". Per Marta Bisazza de La Cucina di Annalisa "l'orario lungo funziona se il weekend si sovrappone ad una festa, come il giorno della vigilia di Natale, altrimenti si lavora al massimo fino alle 20". Anche chi fa somministrazione di bevande e aperitivi non la pensa tanto diversamente: "In genere, dopo le 21 non c'è più nessuno".

Per il resto gli esercenti esprimono soddisfazione, soprattutto per il periodo prima di Natale: "Il boom grosso è nel ponte di Sant'Ambrogio e Immacolata perché si organizzano i pullman proprio per visitare i mercatini – spiega Antonio Salerno del bar Sport – dopo si lavora con le famiglie in vacanza".

Un aspetto importante è la fidelizzazione dei visitatori. Questo vale per i mercatini in generale: "Continuando a farli in questa bella zona si genera un passaparola tra i turisti e si migliora ogni anno", sostiene Sabrina Bonetti, dello stand dei prodotti Dop e vini Doc della Valle d'Aosta. Vale però anche per il singolo chalet: "Tra i nostri prodotti abbiamo le pantofole tradizionali di Gressoney – racconta Nicole Voulaz di D'Socka – e chi le compra l'anno prima torna a prenderle l'anno successivo". Stesso discorso che fa Fazzi, riguardo ai saponi e alle creme del suo chalet: "C'è una fidelizzazione con i clienti che cresce di anno in anno".

"Per una settimana ho avuto dei turisti che venivano sempre a bere la cioccolata qui – racconta Borre – in generale la gente cerca prodotti artigianali e made in Valle d'Aosta". Tra i più soddisfatti dei risultati c'è Elaine Lunghini di La Tabla Garnìa: "Probabilmente ha premiato l'investire in nuovi prodotti e il raddoppiare lo chalet – spiega – ma noi quest'anno abbiamo visto molta più propensione a spendere: se l'anno scorso lavoravamo in maggioranza con la somministrazione quest'anno abbiamo venduto molte più bottiglie e pezzi di salumi".

Oltre al suo chalet, Borre ha organizzato assieme alle altre guide tursitiche di Aosta Welcome e all'assessorato al Turismo delle visite, collaterali al mercatino, nella città di Aosta: "Sono andate bene soprattutto quelle nei weekend, che hanno portato gente all'Area megalitica e alla chiesa di San Lorenzo – racconta – in genere hanno attirato la curiosità dei turisti tutti quei siti che normalmente non sono aperti: gli affreschi e la cappella del priorato di Sant'Orso, la Domus ecclesiae e il Chiostro della Cattedrale o giri alternativi come quello delle torri intorno alle mura della città".

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