Nasce “Aosta Proud”, una mostra fotografica diffusa per celebrare tre anni di Aosta Pride

Arriva la mostra diffusa "Aosta Proud" che celebra, con una raccolta di fotografie, questi tre anni di Aosta Pride. La mostra verrà inaugurata lunedì 30 giugno alle 17.45 alla nuova sede dell’Università della Valle d’Aosta e coinvolgerà, oltre all'Ateneo, la Bocciofila del Quartiere Cogne ed il Plus café.
Aosta Proud foto Matteo Leonardi
Società

Sono passati solo tre anni dal primo Aosta Pride. Era il 2022 quando Arcigay – Queer VdA ha organizzato la prima settimana di eventi a tema queer culminata nella parata per l’orgoglio LGBTQI+. Di parate, in queste tre edizioni dell’Aosta Pride ce ne sono state due, nel ’22 e nel ’24, mentre gli eventi culturali e di intrattenimento sono stati organizzati tutti gli anni senza interruzioni. E, se quest’anno non ci sarà la parata – per la scelta annunciata fin dalla prima edizione di organizzare una parata biennale – ad ottobre non mancherà l’appuntamento con gli eventi delle Pride weeks. Nel frattempo, a celebrare la collaborazione tra l’Associazione Queen VdA e l’amministrazione comunale di Aosta, la mostra diffusa Aosta Proud che verrà inaugurata lunedì 30 giugno alle 17.45 alla nuova sede dell’Università della Valle d’Aosta.

“Quando, nel 2022, il Comitato Aosta Pride ha chiesto il patrocinio e condiviso con l’Amministrazione comunale il progetto, abbiamo fatto la scelta – consapevole – nella convinzione che la comunità valdostana fosse pronta ad accogliere un evento come il Pride. Oggi quel cammino prende una nuova forma con ‘Aosta Proud’, una mostra fotografica diffusa che vuole restituire alla comunità la bellezza, le riflessioni, il coinvolgimento e i passi avanti vissuti in questi tre anni di Pride” dichiara Clotilde Forcellati, assessora alle Politiche sociali del Comune di Aosta, durante la conferenza stampa di presentazione dell’evento. I luoghi simbolici scelti per ospitare l’esposizione sono la Bocciofila del Quartiere Cogne, il Plus café e l’Università, il cuore della mostra.

Ma perché una mostra fotografica e perché proprio adesso? Giulio Gasperini, presidente di Arcigay Valle d’Aosta, risponde che “in un momento in cui il diritto internazionale sembra sempre di più un’idea che una realtà, un suggerimento più che un obbligo per le istituzioni internazionali, chi si fa garante di questi diritti? La risposta mi è arrivata guardando le foto di Marsha P. Johnson e Maria Rivera, protagoniste di Stonewall. Il diritto internazionale sta nelle mani delle persone: siamo noi che dobbiamo continuare a tenerlo vivo. Come? Riconoscendo nelle persone che abbiamo accanto dei soggetti portatori di diritti. La comunità può arrivare a colmare quel vuoto e a farsi garante dei diritti”.

Le foto esposte saranno oltre 100: 50 immagini scattate alle parate, agli eventi e agli incontri del Pride da fotografi volontari. La seconda parte dell’esposizione di Aosta Proud sarà, invece, composta da ritratti. La prima tappa di questa mostra diffusa sarà proprio la nuova sede dell’UniVdA che accoglie al piano terra e al primo piano, la maggior parte delle fotografie. Ma non è tutto: l’inaugurazione della mostra sarà guidata da Alberto Vanolo, professore di geografia economico-politica presso l’Università di Torino, che terrà una lezione itinerante sul tema del Pride come espressione della città, tra visibilità e presenza.

“L’università ha una vocazione alla diversitas, ad essere aperta a una molteplicità di prospettive, di visioni. L’università non è soltanto un luogo di cultura accademica, ma anche di educazione e crescita umana. E quindi, ben venga una situazione in cui diamo spazio a una manifestazione che racconta la storia del movimento LGBTQI+. Anche così, l’UniVdA esprime la sua vocazione a contrastare fenomeni di discriminazione. Esprimere noi stessi vuol dire contribuire a costruire una società più etica e più giusta” conclude il professor Angelo Benozzo.

L’orizzonte di Aosta Pride

Insomma, la mostra è anche un modo per dare risalto alla collaborazione tra l’amministrazione, l’università e l’associazione Arcigay locale. Un lavoro che ha portato il Pride anche ad Aosta per la prima volta nel 2022, ma soprattutto che ha rianimato l’ambiente LGBTQI+ del territorio offrendo spazi di ascolto, spazi di espressione, momenti di svago e di comunità.

“Secondo noi, gli eventi dell’Aosta Pride che si sono svolti durante questi cinque anni di amministrazione hanno rappresentato una svolta per la nostra città. Una svolta che è motivo di orgoglio. Orgoglio di chi riesce a trasformare lo sguardo, con la capacità di vedere molte più differenze rispetto a quelle che noi, come singoli, riusciamo normalmente a scorgere. Il Pride, per noi, è stato un modo per mettere in trasparenza queste differenze, in modo che i nostri sguardi potessero davvero capire la diversità. Una cosa è certa: la città non è più quella di prima. Le persone che hanno partecipato, che hanno letto, visto o semplicemente attraversato questi eventi, se lo porteranno dietro”, commenta il sindaco uscente di Aosta Gianni Nuti.

Se questa amministrazione ha deciso di investire e di collaborare con il comitato del Pride e con Queer VdA, sulle scelte della prossima non c’è certezza, tranne una: “Continueremo a cercare il dialogo e la collaborazione anche con la prossima amministrazione a prescindere dai suoi colori politici perché crediamo che i diritti siano di tutti i cittadini, e le persone queer sono cittadine come gli altri. Anche le minoranze fanno parte della collettività” conclude Gasperini.

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