Un articolo uscito sul settimanale il Corsivo di ieri, a firma di Patrizio Gabetti, ha destato i malumori dei lavoratori della Casa da Gioco di Saint Vincent e la conseguenza immediata è stata una nuova protesta dei lavoratori. Nell’articolo si cita un esposto inviato dal CdA della Casa da Gioco alla procura di Aosta; nel documento e nell’articolo sono indicati i nomi di croupier “presunti favoreggiatori'” di furti commessi all’interno del Casinò.
A destare le ire dei dipendenti sarebbe stata la pubblicazione dei nomi dei croupiers in questione che a sua volta avrebbe creato un clima di sospetto e di diffidenza tra i dipendenti, che hanno convocato un’assemblea per discutere la questione.
Ieri nel pomeriggio l’assemblea dei lavoratori ha avuto un primo incontro con il consiglio di amministrazione. L’oggetto da discutere doveva essere il nuovo piano strategico, ma l’attenzione si è spostata sulla vicenda delle accuse ai croupiers.
“Questione questa gestita male”, secondo Domenico Falcomatà della CGIL, che accusa l’azienda di “gestire in modo dilettantistico anche i rapporti con i sindacati”, un’ accusa emersa anche negli scorsi mesi. Perciò rinnovo del contratto e piano strategico sono stati messi in secondo piano.
A fine incontro, non avendo ottenuto “risposte soddisfacenti”, i delegati sindacali hanno proclamato lo sciopero dei giochi francesi fino a fine turno. Le delegazioni sindacali con le segreterie regionali si sono incontrate poi questa mattina presso il Cral Cogne allo scopo di definire le iniziative “per tutelare la dignità dei lavoratori ed i rapporti con l’azienda”.
Rispetto a quanto emerso in una nota l’azienda ?ribadisce che nei confronti di tutti i propri dipendenti, ivi compresi quelli oggetto di esposizione sul succitato media locale, permangono completa stima e immutata fiducia” e si riserva di presentare un esposto alla procura di Aosta per violazione del segreto d’ufficio.
L’azienda si “dichiara inoltre assolutamente contraria rispetto a certe metodologie di colpevolizzazione pubblica che assumono la forma di una vera e propria persecuzione mediatica in particolare perché nessun provvedimento è stato avviato o tanto meno assunto nei confronti dei soggetti interessati”