Oltre 100 operatori e familiari di persone con deterioramento cognitivo coinvolti in attività di formazione e sostegno psicologico

La prima fase delle attività è stata avviata a gennaio, con incontri finali il 5 e 6 giugno, grazie al progetto dell’Associazione Alzheimer che, nel 2024, ha festeggiato 30 anni.
Il gruppo di operatori con le due psicologhe formatrici - Associazione Alzheimer Valle d’Aosta
Società

Sono oltre 100 gli operatori che si occupano di persone affette da deterioramento cognitivo coinvolti nel progetto “Aiutiamoli-aiutiamoci: stiamo meglio insieme” promosso e finanziato dall’Associazione Alzheimer Valle d’Aosta, in occasione del trentennale dalla sua fondazione, nel 2024.

L’obiettivo del progetto è quello di far conoscere e promuovere sul territorio le attività e i servizi che l’Associazione Alzheimer offre nei confronti di familiari e, contemporaneamente, accrescere le competenze degli operatori e di chi lavora a stretto contatto con i malati.

L’Associazione ha promosso questo progetto perché – si legge in una nota – “conosce profondamente il dramma personale e la complessità della gestione di persone affette da deterioramento cognitivo, sia per l’esperienza diretta dei suoi soci, sia per il pluriennale contatto con i familiari e i servizi che accolgono tali malati”.

Per questo, l’Associazione mette in campo attività di informazione, formazione, confronto e sostegno psicologico per gli operatori che operano nelle strutture per anziani, ma anche per i familiari e gli ospiti delle strutture o le persone assistite a domicilio attraverso il Servizio di assistenza domiciliare, il cosiddetto Sad.

Il progetto si sviluppa in due fasi, una da gennaio a giugno e una da luglio a dicembre 2025. La prima fase ha avuto gli incontri di chiusura il 5 e il 6 giugno dalle 14.30 alle 17 presso il salone della Unité Mont-Émilius e alla biblioteca di viale Europa ad Aosta.

In particolare, nel periodo gennaio-giugno 2025 il progetto ha coinvolto tre strutture su Aosta – la Struttura residenziale e centro diurno (l’ex Bellevue), il Centro Polivalente struttura residenziale di via Saint-Martin-de-Corléans e la Casa famiglia (struttura residenziale di viale Europa) –, due strutture della Unité des communes Mont-Émilius (le microcomunità di Fénis e di Gressan), oltre agli operatori del servizio di assistenza domiciliare di Aosta e dell’Unité.

A questo si aggiunge l’attività rivolta ai familiari e ai loro congiunti malati che prosegue da anni alla sede del Csv ad Aosta.

Da luglio a dicembre il progetto proseguirà invece con i servizi delle Unités des communes Evançon e Mont-Rose – le microcomunità di Brusson, Challand-Saint-Anselme, Verrès, Perloz e Hône –, oltre agli operatori del SAD delle due comunità montane.

Il progetto è strutturato in forma modulare con l’organizzazione di 10 incontri, per complessive 26 ore di attività per ogni partecipante. L’attività prevede corsi di formazione, per fornire conoscenze teoriche e pratiche sulle patologie neurodegenerative, e strategie di gestione dei malati con terapie non farmacologiche, e sostegno psicologico realizzato in piccoli gruppi per offrire un’opportunità di confronto e ascolto.

Sono previsti, inoltre, incontri di stimolazione cognitiva e socializzazione tra familiari, malati e operatori, realizzati da volontari dell’Associazione.

La valutazione sulla prima fase del progetto – scrive l’Associazione – “è positiva in quanto ha favorito l’acquisizione di competenze base e di nuove strategie per una corretta gestione e comunicazione con i pazienti e con i loro caregivers, oltre ad aver sostenuto gli operatori attraverso il confronto sulla complessità del loro ruolo professionale. Purtroppo, si sono evidenziate criticità legate alla continuità della partecipazione degli operatori”.

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