Piano regionale di gestione dei rifiuti, il Comitato Si Può Fare chiede modifiche

“Redigere un Piano che tenga conto delle linee votate all’unanimità dal Consiglio Regionale della Valle d’Aosta è un problema tecnico che in altre parti d’Italia è stato risolto con successo ottenendo anche un risparmio per i cittadini".
Il Comitato Si può Fare presenta le modifiche al PRGR
Società

“Non c’è nulla da inventare, è tutto già scritto e sperimentato, basta copiare quanto fatto con successo in tante parti d’Italia”. Si può riassumere così la serie di consigli, osservazioni e modifiche al Piano di Gestione dei Rifiuti in sede di Valutazione Ambientale Strategica, raccolte dal Comitato Si può fare in un documento sottoscritto da 19 associazioni.

“Redigere un Piano di Gestione dei Rifiuti che tenga conto delle linee votate all’unanimità dal Consiglio Regionale della Valle d’Aosta è un problema tecnico che in altre parti d’Italia è stato risolto con successo ottenendo anche un risparmio per i cittadini”. In che modo? “Uniformando il servizio su tutto il territorio regionale – spiega il Comitato – introducendo la raccolta differenziata dell’organico in tutto il territorio regionale, incentivando il compostaggio domestico e collettivo dei rifiuti organici soprattutto nei centri rurali, adottando la raccolta domiciliare in tutti i centri a maggior densità abitativa lasciando la raccolta stradale, in forma marginale, solamente nelle zone più disperse ed isolate, applicando una tariffa basata sulla effettiva quantità di rifiuti indifferenziati prodotti e trattando tutti i rifiuti indifferenziati in una “Fabbrica dei Materiali” che estragga i materiali ancora riciclabili e che stabilizzi quelli che non lo sono, prima di smaltirli in modo conforme alla legge in discarica”.

Entrando nel dettaglio, il Comitato chiede otto modifiche al Piano. In primo luogo, l’individuazione di un nuovo modello organizzativo e societario che consenta di sviluppare condizioni commerciali favorevoli al raggiungimento degli obiettivi. “Lo suggerisce il buon senso e lo conferma l’esperienza pratica – spiegano le associazioni – affinché un sistema di gestione dei rifiuti funzioni “correttamente” bisogna che gli interessi economici e commerciali di chi si occupa di raccolta e selezione siano chiaramente distinti da quelli di chi si occupa di smaltimento”. Il riferimento è all’attuale gestione dello smaltimento dei rifiuti indifferenziati e la valorizzazione di quelli differenziati, affidata dalla Regione “a un solo soggetto, la società Valeco, compartecipata al 20% dalla Amministrazione stessa, creando un monopolio e un conflitto di interessi che hanno impedito un “corretto” sviluppo della raccolta differenziata che da anni è bloccata sotto i limiti minimi imposti dalla legge”.

Tra gli altri punti c’è la definizione, all’interno di ciascun subATO, delle zone in cui verrà attivata la raccolta domiciliare; il mantenimento della raccolta stradale nelle zone assegnate a quella domiciliare solo in via transitoria; l’aggregazione dei subATO attorno ai modelli più efficienti (con due ipotesi: la riduzione del numero del loro numero, da 9 a 4 o l’aggregazione in un unico Ambito Territoriale Ottimale coincidente con l’intera regione); evitare inutili spostamenti dei rifiuti; l’interpretazione univoca e certa della normativa; rivedere il posizionamento degli impianti che la Regione impone di costruire a Brissogne; l’inserimento tra i parametri da monitorare le tariffe pagate dagli utenti.

In merito a questo ultimo aspetto, il Comitato Si può fare spiega che “la Valutazione Strategica Ambientale non può accettare un PRGR che, oltre a preoccuparsi di monitorare i parametri che consentono di valutare il raggiungimento dei limiti di legge, non tenga nella dovuta considerazione le tariffe pagate dagli utenti, che rappresentano il parametro fondamentale per valutare l’efficienza del sistema”.

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