Premio Donna dell’Anno, un docu-film racconta la storia di Nadia Murad

La proiezione mercoledì 15 maggio alle 20.15 ad Aosta. L'ingresso è libero fino ad esaurimento posti; si consiglia di prenotare contattando Frame Division via posta elettronica all'indirizzo info@framedivision.com, oppure telefonicamente al numero 333 674 5461.
Nadia Murad
Società

Si intitola “Sulle sue spalle”, il racconto di Nadia Murad e della violenza dei miliziani dell’Isis nei confronti della comunità yazida, che verrà proiettato mercoledì 15 maggio alle ore 20.15, ad Aosta, nella Sala Maria Ida Viglino di Palazzo regionale.

L’iniziativa, nell’ambito della 21a edizione del Premio Internazionale “La Donna dell’Anno”. Il docu-film è stato realizzato da Alexandria Bombach.

L’ingresso è libero fino ad esaurimento posti; si consiglia di prenotare contattando Frame Division via posta elettronica all’indirizzo info@framedivision.com, oppure telefonicamente al numero 333 674 5461. Il docu-film sarà proiettato in lingua originale con sottotitoli in italiano; la visione è consigliata a ragazzi con più di 15 anni.

La serata, organizzata in collaborazione con Frame Division, si propone di lanciare un ponte sulle precedenti edizioni del Premio, continuando a seguire le storie delle finaliste che, negli anni, in Valle d’Aosta hanno raccontato i loro progetti e le loro speranze, proprio come Nadia Murad, “Donna dell’Anno” edizione 2016, prima di ricevere nel 2018 il Premio Nobel per la Pace.

Nadia Murad Basee Taha, irachena di etnia yazida, sognava di fare il medico quando il Daesh ha attaccato il suo villaggio e massacrato la sua famiglia. Portata a Mosul, picchiata e violentata, è stata venduta e comprata come schiava del sesso fino a quando è riuscita a fuggire. Nonostante le spaventose violenze, la brutalità e i traumi psicologici subiti, ha deciso di impegnarsi in una campagna per indurre il mondo musulmano a respingere il Daesh e condannare i crimini perpetrati in nome dell’Islam. La sua missione umanitaria è convincere la comunità internazionale a riconoscere come genocidio i crimini efferati commessi contro gli yazidi e le altre minoranze religiose.

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