Prevenzione suicidi in carcere, la garante valdostana: “L’attenzione deve restare massima”

La Conferenza nazionale dei Garanti dei detenuti ha scelto la giornata del 18 aprile 2024 per lanciare il suo "Appello" sulla necessità di intervenire con la massima urgenza per prevenire i suicidi in carcere, sia dei ristretti che degli agenti di Polizia penitenziaria.
La Difensora civica Adele Squillaci
Società

“L’attenzione deve restare massima, soprattutto nei cosiddetti casi silenti, riguardanti le persone che, all’atto dell’accoglienza, non presentano particolare disagio”. A dirlo è la gGrante dei detenuti della Valle d’Aosta, rilanciando l’appello della Conferenza nazionale dei Garanti territoriali delle persone private della libertà personale “sulla necessità di intervenire con la massima urgenza per prevenire i suicidi in carcere, sia dei ristretti che degli agenti di Polizia penitenziaria”. Un appello che arriva a un mese dalle dichiarazioni del Presidente della Repubblica.

La Garante valdostana ricorda i dati valdostani dell’ultimo anno: 976 eventi critici (violazioni di norme penali, danneggiamenti di beni dell’Amministrazione, aggressioni ai danni del personale, minacce, provvedimenti disciplinari) e 10 tentativi di suicidi sventati.

“Occorre quindi continuare anche a Brissogne, da un lato, a prevenire atti di autolesionismo o ideazioni suicidarie con l’instancabile opera della Direzione carceraria, degli educatori, della Polizia penitenziaria, del personale medico e paramedico, dall’altro, a realizzare attività mirate alla rieducazione, con l’apporto, sempre presente, anche dell’Associazione valdostana volontariato carcerario, degli operatori della Caritas, delle cooperative sociali, del cappellano e degli altri ministri di culto.” spiega Adele Squillaci. 

Per la Garante bisogna “proseguire e rafforzare l’impegno comune di presa in carico e reinserimento socio-educativo del detenuto, mediante percorsi formativi e lavorativi interni ed esterni all’Istituto che possano davvero scongiurare e prevenire eventi tragici.  Dalla Direzione carceraria, dall’Ufficio esecuzione penale esterna, dall’Associazione valdostana volontariato carcerario e dai vari soggetti che operano in favore dei ristretti sono emerse più volte la difficoltà, la solitudine e l’abbandono di cui risentono non solo il detenuto, ma anche chi esce dal carcere, spesso senza una famiglia, una casa e un lavoro, possibili cause di recidiva.”

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