“L’attenzione deve restare massima, soprattutto nei cosiddetti casi silenti, riguardanti le persone che, all’atto dell’accoglienza, non presentano particolare disagio”. A dirlo è la gGrante dei detenuti della Valle d’Aosta, rilanciando l’appello della Conferenza nazionale dei Garanti territoriali delle persone private della libertà personale “sulla necessità di intervenire con la massima urgenza per prevenire i suicidi in carcere, sia dei ristretti che degli agenti di Polizia penitenziaria”. Un appello che arriva a un mese dalle dichiarazioni del Presidente della Repubblica.
La Garante valdostana ricorda i dati valdostani dell’ultimo anno: 976 eventi critici (violazioni di norme penali, danneggiamenti di beni dell’Amministrazione, aggressioni ai danni del personale, minacce, provvedimenti disciplinari) e 10 tentativi di suicidi sventati.
“Occorre quindi continuare anche a Brissogne, da un lato, a prevenire atti di autolesionismo o ideazioni suicidarie con l’instancabile opera della Direzione carceraria, degli educatori, della Polizia penitenziaria, del personale medico e paramedico, dall’altro, a realizzare attività mirate alla rieducazione, con l’apporto, sempre presente, anche dell’Associazione valdostana volontariato carcerario, degli operatori della Caritas, delle cooperative sociali, del cappellano e degli altri ministri di culto.” spiega Adele Squillaci.
Per la Garante bisogna “proseguire e rafforzare l’impegno comune di presa in carico e reinserimento socio-educativo del detenuto, mediante percorsi formativi e lavorativi interni ed esterni all’Istituto che possano davvero scongiurare e prevenire eventi tragici. Dalla Direzione carceraria, dall’Ufficio esecuzione penale esterna, dall’Associazione valdostana volontariato carcerario e dai vari soggetti che operano in favore dei ristretti sono emerse più volte la difficoltà, la solitudine e l’abbandono di cui risentono non solo il detenuto, ma anche chi esce dal carcere, spesso senza una famiglia, una casa e un lavoro, possibili cause di recidiva.”
