“La selezione degli insegnanti precari? Si farà per Covid”. A due settimane dalla riapertura delle scuole, denunciano i “Professori senza cattedra”, cominciano a spuntare i problemi di contagio, seguiti da “quarantene e isolamenti precauzionali di intere classi, alunni e insegnanti”.
Problema, per i docenti precari, non di poco conto: “Tra questi insegnanti ci sono anche alcuni dei 250.000 supplenti assoldati o ancora in corso di reclutamento per questo anno scolastico e tra loro 64.000 sono iscritti al primo dei tre concorsi banditi in questo contesto dal Ministero, in partenza tra tre settimane, ma nessuna data suppletiva è stata prevista per i candidati che dovessero trovarsi in quarantena o in isolamento, quasi a voler indicare che il criterio di reclutamento elaborato dall’attuale Governo sarà la selezione naturale. Un alunno ha il Covid? Caro supplente, stai a casa per il bene di tutti, tanto tra qualche anno un altro concorso ci sarà anche per te”.
Una “ennesima manovra politica fatta ad occhi chiusi – proseguono i professori senza cattedra –, che potrebbe comportare la scelta estrema di molti supplenti di chiedere un periodo di aspettativa non retribuita solo per potersi mettere al riparo dal rischio di non partecipare, dopo anni e anni di attesa, all’unica modalità di accesso al ruolo che il Governo ha contemplato”.
“Unica modalità” perché il Ministero dell’Istruzione “è stato sordo a qualsiasi proposta alternativa, meritocratica e realistica, che permettesse di portare gli insegnanti precari storici, un’anomalia patologica nel nostro Paese, in servizio il 1° settembre e non ad anno scolastico già iniziato, e di non bloccare con la macchina organizzativa di un concorsone 7.500 scuole già in affanno per via di questo rientro complesso”, si legge ancora nella nota.
Le possibilità della Valle
Discorso diverso per la Valle d’Aosta, proseguono ancora i docenti, che “ha la possibilità di emanciparsi dalle dinamiche perverse di potere del Governo centrale facendo valere l’autonomia che tante forze politiche portano nel nome e nel programma e di dare così al sistema scolastico valdostano la stabilità e la progettualità che sono ingredienti imprescindibili dell’eccellenza. A luglio la Valle d’Aosta è stata l’unica regione d’Italia a non riaprire le graduatorie di istituto adducendo motivazioni organizzative e lo ha fatto sulla base della propria autonomia: alla luce del numero incalcolabile di errori e di incongruenze che si sono verificati su tutto il territorio nazionale, la regione Valle d’Aosta ha avuto ben ragione a far valere la propria specificità giuridica, e quindi non si comprende per quale motivo nei mesi scorsi l’Assessorato abbia sempre escluso a priori l’impiego dell’autonomia per indire un suo percorso di formazione e reclutamento del personale docente, più costruttivo per la professionalità degli insegnanti, più realistico nell’attuale stato di emergenza dato dal protrarsi della pandemia e meno dispendioso a livello organizzativo”.
I “Professori senza cattedra” – chiude la nota – “si mettono quindi ancora una volta a disposizione di tutte le forze politiche della nuova legislatura per collaborare a un piano strategico non solo per la risoluzione dell’emergenza ma per risolvere le criticità croniche da cui la nostra Regione è stata contagiata per non aver esercitato per tempo l’autonomia sancita a livello di Statuto”.