“Nonostante dimensioni e spazi privati adeguati al benessere dei detenuti, il carcere di Brissogne soffre di una mancanza di personale particolarmente evidente nel comparto della rieducazione, che è poi la finalità ultima di questa tipologia di struttura”.
È questa l’impressione del vicepresidente di Radicali italiani, Filippo Blengino, circa la casa circondariale valdostana cui egli, assieme a una delegazione del comitato nazionale, ha fatto visita durante la mattinata di oggi, domenica 27 agosto. Come spiegato dalla giovane Alice Depetro, il sopralluogo odierno è stato parte del più ampio progetto “Devi vedere”, finalizzato a entrare e a osservare con i propri occhi una realtà come quella carceraria spesse volte chiuse e sconosciute ai più.
“Oltre alla criticità legata agli educatori, che dovrebbero essere tre ma si riducono a uno soltanto peraltro prossimo alla pensione, ci ha colpiti la forte componente di ragazzi affetti da problematiche psichiatriche per i quali forse il carcere non è il luogo più adatto – ha constatato ancora Blengino, senza mancare di ringraziare per la loro disponibilità la direttrice e la vicecomandante del plesso -. Trovo davvero ottime le attività esterne che vengono svolte assieme ai detenuti, tra cui la gestione di un panificio e di una lavanderia oltre che laboratori e corsi di lingua per l’inserimento professionale e sociale”.
Dopo aver esplorato alcuni poli di detenzione della provincia di Cuneo e Alessandria, i Radicali italiani approderanno prossimamente a Sanremo e a Imperia.
“È necessario immaginare per i carcerati eventuali forme di collaborazione con società ed esperienze lavorative capaci di dare corso alla funzione educativa della prigionia stabilita dalla Costituzione – ha osservato il presidente del Consiglio comunale di Aosta, Luca Tonino, anch’egli presente alla visita mattutina -. Il nostro appello va alle istituzioni e agli imprenditori locali affinché essi attenzionino maggiormente tale realtà che già di per sé rappresenta un esempio virtuoso in termini di progettualità lavorative”.
La parziale carenza di personale interno – tra cui non soltanto educatori bensì anche agenti di polizia penitenziaria, psichiatri, psicologi e un medico operativo durante il fine settimana – potrebbe essere compensata, secondo i Radicali italiani, da appositi bandi per l’assunzione di impiegati con funzione contabile.
“Pur trovandosi alle porte di Aosta, il carcere di Brissogne è come un mondo a parte che la comunità conosce e le istituzioni considerano troppo poco – ha commentato Daria Pulz, in visita in rappresentanza di Adu VdA -. Sono però contenta di avere notato un miglioramento in alcuni aspetti tra cui la presenza di un detenuto per ogni stanza, un maggiore spazio personale, l’organizzazione di attività tra cui la coltivazione di orti esterni e la lavorazione di miele e zafferano e una presenza volontaria molto forte che spero capace di stimolare i più giovani invogliandoli a integrarsi lasciandosi alle spalle il proprio difficile passato”.
Una risposta
Perché i politici citati nell’articolo non vanno a fare un po’ di volontariato in carcere?