Il giorno più atteso, da esercenti e clienti, tra paure e speranze, oggi i bar e i ristoranti della regione riaprono le loro porte. Non tutti.
Tra chi è speranzoso in una ripresa certa e sicura e chi teme per le voci che circolano circa una probabile chiusura a giorni, oggi Aosta, e la regione tutta, si sono risvegliate in un clima di normalità da tempo atteso. Secondo i dati di Confcommercio ad Aosta e nella Plaine hanno riaperto l’80% circa delle attività, in tutta la regione il 60% circa, ma il dato è influenzato dalle strutture presenti sulle piste da sci.
Le preoccupazioni più grandi arrivano da chi fa servizio di ristorante e in questo clima di incertezza naviga a vista, come ci racconta Michela Latini, del Laboratorio Latini di Aosta, noto bar della movida aostana: “Psicologicamente siamo in ginocchio, ci hanno annientati con questa confusione e con queste regole che si capiscono solo a metà. Per noi il problema principale è sapere se possiamo riprendere con i fornitori o meno, se possiamo fare un pensiero sul lungo termine o no e questo non è un problema secondario”.
La stessa paura anche per il gestore Sandro Anastasio della celebre pizzeria Grotta Azzurra, che cerca di restare positivo, ma comunque realista: “Solo con il pranzo sarà molto difficile resistere, non mi salverò mai lavorando con una fascia oraria così ristretta. Noi lavoriamo con materie prime fresche, come faccio a fare calcoli e previsioni se non si sa nulla? Cerchiamo di essere positivi, ma è davvero complicato”.
E mentre il rito della colazione aostana, con i dehors finalmente popolati e i caffè fumanti serviti al tavolo, si consuma, c’è chi decide comunque di non aprire e restare chiuso o effettuare il servizio di take away e delivery che comunque ha permesso di resistere in un periodo buio, come la paninoteca Al Panino: “Amici, avremmo voluto annunciarvi che da domani avremmo riaperto le nostre porte per accogliervi e deliziarvi a pranzo, purtroppo, visto il clima di incertezza delle ultime ore abbiamo deciso di continuare con i servizi di take-away e delivery, che grazie a voi, stanno riscuotendo un grandissimo successo!”. Stessa idea quella del ristorante Hirondelles di Arpuilles, che continuerà solo con l’asporto e che lamenta una confusione da parte di chi dovrebbe decidere: “Arancioni, gialli, aperti, chiusi, Natale sì, Natale no, chiudi tutto, apri tutto. La confusione è tanta, l’oracolo non risponde e quindi, dopo giornate di sudate riflessioni, abbiamo deciso che da mercoledì non apriremo. Questa scelta pesa come un macigno per ovvie ragioni (dobbiamo e vogliamo lavurà), ma non riteniamo di essere nelle condizioni di poter garantire la vostra sicurezza, cosa che rimane comunque la nostra prima priorità. Saremo comunque operativissimi con take away e delivery”.
Positività da parte di alcuni bar aostani che si dicono comunque felici di aprire finalmente dopo un lungo periodo di stop, ma obiettivi nel constatare che la situazione non è ottimale, come racconta Salvatore Righero, del Beautiful Pub di Aosta: “Siamo felici di poter ritrovare la nostra clientela e lavorare, anche se ci rendiamo conto che lo spettro di una nuova chiusura fa paura: come posso non fare un toast a un cliente perché devo utilizzare merce che poi non so se dovrò buttare o tenere per me? Questo complica il lavoro e il pensiero sereno di tornare a lavorare, ma comunque cerchiamo di rimanere positivi e sperare che tutto vada per il meglio. Ovviamente siamo spaventati, ma fiduciosi e con il sorriso!”.
In un capoluogo regionale non tranquillo la paura principale resta la poca lungimiranza di norme, regole, dichiarazioni, ma soprattutto piani per il futuro a breve termine e lo spauracchio delle feste in lockdown rimane.