Martedì 19 giugno 2007 alle ore 18 nel Salone del Castello reale di Sarre si terrà la presentazione della sesta edizione del Festival internazionale di Sarre, organizzato dal Comune di Sarre.
Alle ore 18.30 avrà luogo il primo concerto, affidato al violinista Linus Roth ed alla pianista Stefania Redaelli.
Nato a Ravensburg nel 1977, Linus Roth studia con Nicholas Chumachenco alla Musikhochschule di Friburgo e con Zakhar Bron all’Accademia Musicale di Lubecca, dove si diploma nel 1999. Prosegue poi gli studi con Ana Chumachenko, che è ormai da anni la sua insegnante di riferimento, ed ottiene il diploma come solista all’Accademia Musicale di Zurigo.
Anne-Sophie Mutter, sua insegnante e suo ?mentore? dal 1998 al 2003, lo ritiene: ?un giovane artista di grande sensibilità e virtuosismo che si sta incamminando verso una promettente carriera?.
Linus Roth suona uno Stradivari ?Dancla? del 1703 messo a sua disposizione dalla Staatsbank di Baden-Württemberg.
Stefania Redaelli, milanese, allieva di Ernesto Esposito, giovanissima vince numerosi concorsi. Col tempo, la chiave di lettura della sua attività si definisce sempre più nella sua passione per la musica da camera, realizzata sia attraverso le numerose collaborazioni con Rocco Filippini, Salvatore Accardo e Massimo Quarta, sia nei più vari incontri concertistici con una notevole intensità di lavoro: ha eseguito, per esempio, tutto il principale repertorio per violino e piano e per violoncello e piano, nonché tutta la musica da camera di Brahms, mentre nel 1979 ha formato con M.G.Bellocchio un duo pianistico che, dalle vittorie dei concorsi internazionali di Caltanissetta e di Finale Ligure, ha attraversato un vastissimo repertorio fino alle recenti esecuzioni di Mantra di Stockhausen e alla partecipazione alla Biennale di Venezia. E’ docente al Conservatorio di Vicenza.
Il duo eseguirà un programma classico di grande fascino, che muove dalla Sonata beethoveniana op. 23 alla seconda Sonata di Grieg dall’ispirazione assai personale grazie alla quale il linguaggio si espande liberamente, secondo un principio di accumulazione e giustapposizione di materiali, con abbondante uso di motivi caratteristici che evocano culture tradizionali, atmosfere campestri, con bella maestria di scrittura, a tratti virtuosistica.
Per concludere, non poteva mancare un brano d’effetto, la Polonaise in re maggiore di Wieniawski, in cui virtuosismo ed espressione si abbinano in una pagina brillante e ricca di colore, molto rappresentativa dello stile dello straordinario maestro della scuola violinistica polacca.