I rifugi valdostani Alpenzu, Arp, Bezzi, Bonatti, CAI UGET, Ferraro, Perucca e Vuillermoz hanno seguito l’iter previsto per chi vuole fregiarsi del riconoscimento che prevede una sorta di autodichiarazione del rispetto dei requisiti. La veridicità potrà essere controllata durante le visite e certificata dal ritorno della soddisfazione degli ospiti. Al gestore del rifugio il compito di garantire il mantenimento delle caratteristiche della struttura.
La Carta di Qualità è stata elaborata dall’Assessorato del turismo, sport, commercio e trasporti, insieme con il Dipartimento di Scienze Merceologiche dell’Università degli Studi di Torino, nell’ambito del progetto triennale “Refuges – Qualification de l’offre des refuges de haute montagne pour un tourisme durable dans la Vallée d’Aoste et les Pays de Savoie”, finanziato dal Programma di Iniziativa Comunitaria Interreg III A ALCOTRA (Alpi Latine COoperazione TRAnsfrontaliera).
Il riconoscimento secondo l’Assessore al Turismo, Aurelio Marguerettaz “vuole rimarcare l’importanza dei servizi resi in montagna e l’offerta turistica e si inserisce in una politica dell’accoglienza che sappia coniugare valorizzazione del territorio e ospitalità”.
“L’iniziativa della Regione Valle d’Aosta – evidenzia il responsabile scientifico del progetto, Prof. Riccardo Beltramo – mira ad un ulteriore miglioramento dell’accoglienza in rifugio, e rappresenta l’evoluzione di precedenti attività (la gestione ambientale dei Rifugi, la certificazione ambientale multisito ISO 14001) e si integri con il marchio Saveurs du Val d’Aoste”.