Spedizione sul Chakung: tornano a casa a mani vuote ma, senza rimpianti, le due guide valdostane

I tre primati sognati alla partenza da Enrico Bonino e Nicolas Meli - aprire una nuova via, portare in vetta per la prima volta la bandiera italiana e tentare la prima traversata – non sono stati raggiunti. Ma le due guide sono comunque soddisfatte.
da dx Enrico Bonino e Nicolas Meli
Società

Tornano a casa a mani vuote i due alpinisti valdostani Nicolas Meli e Enrico Bonino partiti nel novembre scorso per conquistare il Chakung, 7036 nel Khumbu nepalese. I tre primati sognati alla partenza – aprire una nuova via, portare in vetta per la prima volta la bandiera italiana e tentare la prima traversata su questa vetta hymalayana – non sono stati raggiunti. Ma nessun rimpianto da parte delle due guide alpine valdostane.

“Il bilancio – spiega Enrico Bonino – è comunque positivo. A casa abbiamo riportato innanzitutto la nostra pelle e poi tante nuove esperienze. “

A far fallire l’impresa, spiega Bonino, sono state diverse problematiche tra cui una strategia errata. La scelta di fare tutto in autonomia ha portato i due alpinisti ad arrampicare lunghi tratti con uno zaino pesantissimo. Nicolas e Enrico sono arrivati ad attaccare la vetta stanchi.

“Se si parte per un obiettivo così alto ed impegnativo – spiega Enrico –  bisogna ottimizzare le energie durante tutto il periodo di acclimatamento e di spostamento, rimanendo concentrati sull’obbiettivo finale…. Non si puo’ girare mezzo Khumbu alla ricerca di buone condizioni e poi, una volta trovate, partire in totale autonomia per affrontare una salita di questo tipo, senza avere almeno un campo base attrezzato dove riposare adeguatamente.”

Le prime difficoltà sono arrivate al campo base del Nireka, vetta di 6200m. La cliente francese che in parte finanziava la spedizione infatti abbandona le due guide valdostane perché troppo stanca. La vetta del Nireka per la cresta SW, lunga 900m viene raggiunta quindi solo da Meli e Bonino. L’impresa sul Chackung viene poi abbandonata perché le condizioni della parete non sono ottimali. La meta dei due alpinisti diventa quindi il Chumbu 6870m, vetta nella valle dietro al Chackung.

Ma a 6000 metri comincia a farsi sentire la stanchezza fisica. E’ soprattutto Bonino ad avvertire i primi malesseri: mal di testa, vista appannata.

“In questi momenti, in questi luoghi più che mai – spiega Bonino –  ognuno deve avere la lucidità di chiedersi se ne vale la pena rischiare la propria pelle per una vetta, per un premio, per farsi bello con gli amici, oppure se sia più importante tornare a valle e garantire così anche la sicurezza del compagno. Eh si, perché l’alpinismo, per quanto sia un’attività propensa agli egocentrici è in realta un gran gioco di squadra e in questi posti, lontani e remoti, lo e ancora di più.”

Per Nicolas e Enrico ora saranno giorni di riposo anche se con la mente almeno le due guide valdostane si prepareranno alla prossima sfida in terra hymalayana.

Vuoi rimanere aggiornato sulle ultime novità di Aosta Sera? Iscriviti alla nostra newsletter.

Articoli Correlati

Fai già parte
della community di Aostasera?

oppure scopri come farne parte