Stefano Demichelis, un successo targato Giappone
La storia di Stefano Demichielis è un buon esempio per tutti coloro che cercano il coraggio di dare una svolta alla propria vita. Nel 2010 Stefano conclude il suo percorso, non certo senza inciampi, presso l’ISIT Manzetti di Aosta. La Valle d’Aosta, e più in generale l’Italia, gli stanno strette e così, una volta prese informazioni tramite un conoscente che prima di lui aveva preso questa decisione, fa i bagagli e parte per l’Australia.
“Sono partito contando su qualche risparmio che avevo da parte – racconta Stefano – è stata la prima vera esperienza che affrontavo da solo. Appena arrivato in Australia ho conosciuto due ragazzi francesi con cui ho condiviso la prima parte del viaggio, dopodiché ho incontrato due ragazzi italiani, un leccese e un romano, con cui ho fatto delle esperienze sia lavorative che di vero divertimento: abbiamo lavorato in varie aziende agricole per le quali eravamo addetti alla raccolta di ciliegie e banane, poi siamo stati in Tasmania, curiosi di scovare gli omonimi diavoli”.
Questa esperienza Stefano la vive da “backpacker”, ossia zaino in spalla, condividendo spesso case con diverse altre persone conosciute in loco.
Un bel giorno poi, nel bel mezzo del suo viaggio, Stefano conosce una persona che, anche se ancora non lo sa, gli cambierà per sempre la vita: Eri, una ragazza giapponese che, come lui, si trova in Australia in viaggio e che diventerà, qualche anno più tardi, sua moglie.
Stefano ed Eri decidono di continuare il proprio itinerario dirigendosi nel sud est asiatico, dove esplorano diversi paesi. Giunti in Cambogia, tuttavia, a Stefano accade un imprevisto: “ho ingerito dell’acqua che non avrei dovuto bere e che mi ha costretto ad andare in ospedale. Il grande problema, però, è che non avevo l’assicurazione sanitaria e così ho dovuto dare fondo a tutti i miei risparmi per curarmi”. Una volta dimesso ed a causa dell’ingente spesa affrontata, Stefano ha solo più i soldi per fare rientro a casa e così decide di tornare. Eri decide di seguirlo e nei tre mesi trascorsi in mezzo alle montagne, si innamora della Valle d’Aosta.
In quel frangente, Eri sprona il compagno a riprendere gli studi: Stefano decide quindi di iscriversi al Corso di laurea in Lingue e Comunicazione presso l’Università della Valle d’Aosta. Questa scelta gli permette di fare diverse esperienze, come un anno in Francia e uno stage in un’agenzia di traduzioni in Irlanda. Nel frattempo Eri rientra in Giappone per concludere i suoi di studi e, dopo la laurea, raggiunge nuovamente Stefano in Valle, dove decidono di sposarsi. Eri inizia una collaborazione con l’Università locale per l’insegnamento dell’inglese, ma gli sbocchi lavorativi non sono granché e così, di comune accordo, decidono di trasferirsi a Milano, dove Stefano inizia a lavorare per l’azienda francese Wonderbox come account manager, mentre Eri continua a fare l’insegnante. La mancanza di possibilità di carriera fa sì che i due decidano di trasferirsi in Giappone: “è stata una scelta difficile anche a fronte del fatto che, pur essendo Eri giapponese, aveva trascorso gran parte della sua vita viaggiando all’estero in USA, Canada, Malawi e Italia e pertanto si sentiva un po’ straniera a casa sua. Il Giappone, però, grazie anche alle Olimpiadi, è cambiato molto ed è diventato più internazionale. La difficoltà maggiore, per me, è stata imparare la lingua, fondamentale per poter lavorare”.
Dopo il periodo di apprendimento, Stefano riesce a trovare un impiego da recruiter, ma l’ambiente non è dei migliori a causa dell’elevata competitività dei colleghi, con i quali gli risulta impossibile instaurare un rapporto di leale collaborazione.
Per Stefano arrivano i fatidici trent’anni, confine della crisi esistenziale per molti e, sua moglie Eri, vedendolo insoddisfatto, lo sprona un’altra volta nel prendere le redini della vita e a virare verso una direzione che lo rendesse più felice.
Stefano, sin dai tempi delle superiori, è un appassionato di tecnologia e software, ma pensare di riprendere gli studi, per di più in Giappone, appare una possibilità non praticabile. Proprio in Giappone, però, esistono dei Bootcamp che altro non sono che scuole intensive di programmazione. Stefano decide quindi di iscriversi alla Code Chrysalis di Tokyo, una delle scuole più rinomate a cui riescono ad accedere solo il 20% dei candidati. Una scelta che si rivela vincente: riesce, infatti, a superare il test e a frequentare le lezioni. Al termine del percorso partecipa ad un Hackathon vincendolo e così una società brasiliana, la CI&T, lo assume senza nemmeno fargli un colloquio.
Altro anno degno di nota è il 2022: “Quest’anno si sta rivelando molto positivo. Sono diventato papà della piccola Mia, una gioia indescrivibile, e da un mese a questa parte ho iniziato una nuova sfida lavorativa: sono stato assunto dalla KrakenFlex, della Octopus Energy Group, un’azienda britannica che ha l’obiettivo di rendere l’energia a basso costo attraverso l’utilizzo delle fonti rinnovabili, e sono team leader del gruppo che si occupa dello sviluppo del software necessario a collegare i dispositivi a internet.”
Un futuro, insomma, distante dalla Valle d’Aosta: “Io e mia moglie non ci poniamo limiti, ma per i prossimi due anni, con tutta probabilità, non ci muoveremo, per via del progetto a cui sto lavorando. In più il livello scolastico dei primi sei anni qui a Tokyo è molto elevato, il che è un’ottima opportunità per la nostra bambina. Ci sono però anche dei limiti in questo paese, come ad esempio il collettivismo e la poca socialità, per cui non escludiamo a priori di trasferirci, un giorno, magari non in Valle d’Aosta ma in qualche grande città italiana”.