Per correre 330 km in alta montagna in meno di una settimana, superando 24mila metri di dislivello, non occorre, nonostante le apparenze, essere folli, ma bisogna essere degli atleti eccezionali. E lo sono tutti i circa cinquecento atleti – una cinquantina le donne – iscritti al “Tor des Géants”, la gara di Endurance più dura del mondo, disputata per la prima volta l’anno scorso. La partenza è fissata per la mattina di domenica, il ritrovo è ai piedi del Monte Bianco. In al massimo 150 ore – i più veloci ci mettono 4 giorni scarsi – dovranno affrontare 25 passi di montagna a più di 2000 metri di altitudine, lambire i cinque giganti alpini, il Rutor (3.486 metri), il Gran Paradiso (4.061 metri), il Monte Rosa (4.634 metri) e il Cervino (4.478 metri). Il premio è la gloria, trattandosi di una maratona non competitiva, anche se sono previsti piccoli premi per tutti coloro che completeranno il percorso.
Imponente la macchina organizzativa della manifestazione, promossa dall’assessorato al turismo in collaborazione con la società Valle d’Aosta trailers: sono più di 1200 i volontari disseminati lungo il percorso, che prevede alcune indispensabili tappe ristoro per i pasti caldi e varie équipes di medici. Anche perché il kit del partecipante è piuttosto spartano: una borraccia, un bicchiere, qualche provvista, due lampade, un sacco a pelo, un fischietto, una benda elastica adesiva per bendaggi di fortuna, una giacca impermeabile, dei pantaloni o gambali sportivi, un berretto, dei guanti, un telefono cellulare, un altimetro e degli indumenti caldi. Per dormire i partecipanti potranno usufruire delle sette basi dislocate lungo la strada, dei rifugi, ma anche di alcuni tendoni extra.
Gli organizzatori hanno fatto tesoro dell’esperienza maturata nel 2010 per proporre alcune migliorie, soprattutto per quanto riguarda la logistica e la gestione del sonno degli atleti. I corridori provengono da 23 Paesi, anche se il più rappresentato è l’Italia, seguita da Francia, Spagna, Belgio, Svizzera, Stati Uniti. I fratelli Ulrich e Anne Marie Gros, vincitori della prima edizione nella categoria maschile e femminile, avranno come avversari molti grandi nomi del gotha mondiale dello skyrunning, dello sci alpino e delle massime specialità agonistiche legate alla montagna.