Conciliare il lavoro con la famiglia è una sfida che molto spesso ricade sulle spalle delle donne. Con il progetto “Dalla maternità alla genitorialità condivisa” – che propone una serie di incontri sul territorio e una brochure informativa – la Consigliera di parità della Regione, Katya Foletto, e i sindacati Cgil, Cisl, Uil e Savt vogliono contribuire a superare questa visione informando la popolazione e i datori di lavoro sui diritti fondamentali dell’essere genitori, dal congedo di paternità obbligatorio all’assegno di maternità, dall’assegno unico universale al bonus nido.
Il primo incontro si terrà il 29 novembre, alle 18, al Centro per le famiglie di Aosta. Seguiranno gli appuntamenti del 12 novembre alla biblioteca di Morgex, del 27 gennaio ad Aymavilles e del 19 febbraio in biblioteca regionale ad Aosta. Oltre agli incontri, la brochure sarà divulgata sui siti internet della Regione e dei sindacati e distribuita ai Comuni e alle biblioteche.
“È un modo che abbiamo pensato per promuovere i diritti dei genitori e che cosa si può fare attraverso il supporto dell’ufficio della Consigliera di parità e dei patronati presenti sul territorio ma anche che cosa possono fare i datori di lavoro”, spiega Foletto. Che illustra alcuni dati: “In Valle d’Aosta, nell’ultimo trimestre, tra giugno e settembre 2024, sono state 92 le donne che hanno lasciato il lavoro nell’arco del primo anno di vita del bambino. Di queste, 58 per ragioni di conciliazione dovute alla mancanza di parenti di supporto, al mancato accoglimento al nido, il rifiuto della richiesta di part-time e problemi organizzativi. I lavoratori padri sono stati, invece, 36 e – tranne uno – per tutti la motivazione è legata al cambio di azienda. Se moltiplicassimo per quattro questi dati sulla Valle d’Aosta avremmo circa 400 persone che si dimettono nel primo anno di vita del bambino”. I settori più colpiti sono quelli del turismo e dei servizi. Il problema è invece meno evidente nel pubblico.
“Vediamo quotidianamente come ancora la maternità sia un elemento che ferma la crescita professionale delle donne in certi ambiti lavorativi – dice Vilma Gaillard, segretaria della Cgil -. In alcuni casi la scelta è di dare le dimissioni e dedicarsi alla famiglia facendo venir meno una crescita e formazione professionale che potrebbe migliorare anche da un punto di vista qualitativo il proprio lavoro. Crediamo sia importante promuovere sul posto di lavoro le azioni che mirano a sostenere la famiglia nel suo complesso e di migliorare i contratti nazionali e di secondo livello mettendo al centro il concetto di genitorialità condivisa e non soltanto appannaggio delle madri”.
Per Jean Dondeynaz, segretario della Cisl, l’iniziativa “è anche un modo pratico per dire che noi ci siamo per aiutare le lavoratrici e i lavoratori che possono rivolgersi ai nostri patronati. È anche un modo per fare rete tra di noi e analizzare i fenomeni dal punto di vista numerico”. Claudio Albertinelli, segretario del Savt, auspica che “per favorire il percorso di genitorialità in futuro si possano trovare nel bilancio regionale delle misure per poter aiutare le famiglie nella prima fase della nascita di un bambino in termini anche economici”. Aiuti economici ma anche “servizi innovativi”, aggiunge Foletto, come “garderie flessibili, tate e babysitteraggio professionalizzato”.