Un Ferragosto da tutto esaurito anche ad Ayas e Gressoney

In generale si è registrato un lieve calo di presenze rispetto all’anno scorso, anche a causa del maltempo di luglio, ma agosto sta andando bene. Ayas e Gressoney in queste settimane intorno a Ferragosto sono “strapieni di gente”. L’obbligo di Green Pass non si è rivelato una limitazione.
Gressoney-Saint-Jean
Società

Si avvicina il termine della fase turistica, ma, con alle spalle un luglio mascherato da autunno, la stagione è all’apice adesso. Era partita lenta e il mese di luglio si è dimostrato non appagante, mentre ora, ad agosto, la richiesta è abbondante. Il sole ha regalato un tutto esaurito anche alle grandi mete della Bassa Valle: Ayas e Gressoney
“Siamo strapieni di gente” dichiara Marco Vallino, referente del Consorzio del Turismo di Ayas, “I villaggi da Champoluc ad Antagnod fino a Brusson sono tutti pienissimi“.  “A Ferragosto era pieno ovunque” riporta anche Laura Thedy, la referente del Consorzio di Gressoney, nonché titolare dell’Hotel Lo Scoiattolo di Gressoney-la-Trinité, “sono molte le richieste anche per allungare i periodi di vacanze, solo che non c’è più disponibilità. Pure i ristoranti devono fare più turni per soddisfare le richieste”.

Camper nel parcheggio Veissmatten a Gressoney Saint Jean
Camper nel parcheggio Veissmatten a Gressoney Saint Jean

Gli effetti della nuova imposizione del Green Pass sono risultati nulli. Anzi, per molti è una certificazione di sicurezza.
Qualche sporadica disdetta c’è stata ma la richiesta è talmente tanta che i posti sono stati subito rimpiazzati” specifica Thedy. In generale la clientela è informata, rispettosa, e collaborativa. “Troviamo qualche persona che si lamenta e protesta contro gli obblighi che abbiamo in quanto organizzatori, ma si tratta di un caso su 100” racconta Vallino “Il 99 su 100 di loro è calmissimo e comprensivo“. 

Il tutto esaurito di Ferragosto, però, non è una novità, “il problema è l’ultima parte di agosto. Ci sarà un calo” prospetta Daniele Valverde, referente Adava di Gressoney. Un giorno o una settimana non bastano a salvare tutta la stagione” aggiunge  Elena Becquet, la referente Adava per Ayas.

Infatti, rispetto all’anno scorso, entrambi i paesi hanno registrato un afflusso turistico leggermente minore. Era stata l’anomalia a riversare tutti i viaggiatori sulle destinazioni italiane di montagna, viste le complicazioni a raggiungere estero e mare.  “C’era molta più gente del normale” considera Thedy. “Era da record” commenta anche Vallino. Tuttavia “è una sensazione non condivisa da tutti gli operatori, alcuni mi dicono che hanno lavorato di più” aggiunge. I dati dicono che Ayas ha contato un calo del 10-15% rispetto alla scorsa stagione estiva. Agosto “ha avuto disdette e prenotazioni. Il mese deve finire ma comunque è sempre un po’ meno rispetto all’anno scorso” stima Becquet.

I turisti sono per la maggior parte italiani; a Gressoney soprattutto da Piemonte e Lombardia, e quest’anno anche da Toscana e Lazio. Dall’ultima settimana di luglio è arrivato qualche straniero: molti francesi per Gressoney, e per Ayas parecchi turisti dal nord interessati al trekking, belgi, svizzeri, tedeschi e olandesi

Per i loro soggiorni hanno prediletto le case in affitto, però non c’era timore verso gli alberghi. “Il problema Covid è entrato sotto pelle” secondo Vallino, “la gente ne è più consapevole, sa che si vive comunque, si va al ristorante, negli alberghi e agli eventi comunque. Non abbiamo la percezione che il timore sia stato un problema nelle presenze alberghiere”. Mentre a giugno ancora ci si preoccupava per il contagio, ora i turisti “si preoccupano pure poco verso le normative che bisogna rispettare” riferisce Becquet.
Riporta la stessa opinione Thedy, per Gressoney: “C’è stata una prevalenza sugli appartamenti ma è andata molto bene anche agli alberghi”, che hanno avuto un picco di tutto esaurito nelle due settimane di Ferragosto.

TuttaunAltamusica
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Piuttosto, a soffrire sono stati i rifugi di media quota. “Luglio è il mese in cui arrivano i gruppi del Cai e dei tour operator, e proprio questo mese quest’anno c’è stato il maltempo. In più, questi gruppi si organizzano a marzo, e siccome a marzo era ancora tutto chiuso e incerto quelle presenze sono andate perse” spiega la referente Adava di Ayas. Mentre in quota, sui rifugi del Monterosa “è pieno” ribatte Vallino, in quanto molto apprezzati dagli stranieri, che Ayas sta contattando tramite tour operator. “Il Tour des six sta andando alla grande”. Questo è un aspetto in crescita e “porta diversa clientela”. 

Non ci si è tirati indietro nelle proposte, anzi, si sono portate novità. 
Ci stiamo facendo in quattro per organizzare eventi e intrattenimento a regola di protocolli” conferma Vallino, “abbiamo aumentato le proposte che già facevamo”. La stagione di Ayas ha compreso passeggiate itineranti, musica nella natura, cinema all’aperto e le consuete puntate di Camminar Mangiando.
A Gressoney le visite al Castel Savoia sono sold out da diversi giorni; “I turisti che sono qui aspettano di andarci a fine mese perché non hanno trovato la disponibilità” spiega Thedy. “Il paese è affollato”, testimonia Valverde. Per Thedy, Gressoney “è molto apprezzata, sono tutti contenti. Molta gente viene qui da Aosta, si rivolge agli uffici del turismo e passa qui la giornata. Rimangono colpiti dalla bellezza dei nostri comuni”.  

“Adesso c’è tanta gente e il tempo è bello, ma quello che preoccupa è l’inverno” riflette Becquet “Probabilmente con l’adozione dei Green Pass anche la stagione invernale potrà riprendere più normalmente; di sicuro non come l’anno scorso, se no diventa un vero problema”.

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