Un progetto di pet therapy alla scuola media di Gressoney-Saint-Jean

A tenerlo una giovane studentessa. La terapia è stata pensata per aiutare una ragazza disabile ad affinare le sue abilità motorie e la sua interazione, e per potenziare i rapporti tra i compagni stessi. La relazione con il cane produce un’alternativa dimensione comunicativa che sta portando benefici evidenti a tutti.
Un progetto di pet therapy alla scuola media di Gressoney-Saint-Jean - Michela Stroppa con il suo cane Mia
Società

Martina è una ragazza solare ed energica che frequenta la scuola media a Gressoney-Saint-Jean ed è affetta dalla sindrome di Angelman, una rara malattia genetica di tipo neurologico che la porta a non esprimersi attraverso il canale comunicativo verbale e le causa difficoltà motorie. Nicol Fragnelli, la sua insegnante di sostegno, voleva trovare un mezzo alternativo per permetterle di entrare in relazione con i compagni e che allo stesso tempo migliorasse i rapporti tra i compagni stessi all’interno della classe. Questo mezzo poteva essere la pet therapy, una terapia incentrata sull’interazione con un animale domestico.

Alla luce di questo desiderio, Nicol, attraverso conoscenze, è arrivata a contattare Michela Stroppa, una studentessa bergamasca di 23 anni. La giovane si è laureata in Scienze dell’educazione all’Università di Bergamo e attualmente frequenta la facoltà di Scienze pedagogiche alla Bicocca di Milano. Da poco si è specializzata in interventi assistiti con gli animali mediante un corso riconosciuto a livello ministeriale. Michela ha esercitato come operatrice insieme al suo cane Mia, un samoiedo di due anni, a Bergamo, in un centro per disabili e in due centri estivi.

“Grazie all’interazione col cane” introduce Michela “Tra Martina e i compagni avviene un contatto che in classe non sarebbe mai avvenuto”. 

La pet-therapy con l'educatrice
La pet-therapy con l’educatrice

La pet therapy: l’animale come mediatore 

Le linee guida della pet therapy prevedono la possibilità di coinvolgimento di cinque animali: cane, gatto, cavallo, asino e coniglio, ognuno usato per determinati scopi, e possono lavorare per un massimo di due ore a settimana da quando compiono un anno e mezzo di età. Mia, il cane di Michela, è risultata ottimale all’incarico necessario alla scuola di Gressoney: è empatica, delicata, capace di relazionarsi con chiunque, di ascoltare e comprendere, e in più è un tipo di cane anallergico. “Alla base del funzionamento c’è una forte relazione tra coadiutore e animale” racconta ancora. 

Il fulcro dell’efficacia di questa terapia risiede nel parallelo che si crea tra la natura comunicativa dell’animale e l’empatia dei partecipanti. “Per un ragazzo adolescente è difficile trovare altri modi di comunicare oltre alle parole” spiega Michela “è un po’ come col cane: devi capire il modo che ha di comunicare, ma una volta che lo capisci hai fatto bingo e da lì è tutto un crescendo”. Insomma, durante le sedute di pet therapy ci si accorge che ognuno ha i suoi modi di esprimersi, e per relazionarsi è utile comprendere quelli degli altri, come nel caso di Martina, che quando emette i suoi vocalizzi riferisce gioia.

“E’ assurda l’armonia che si crea con l’animale” riferisce la giovane  “Il cane diventa il mezzo comunicativo che riesce a fare interagire Martina e i compagni in modo sereno, empatico e senza giudizio”. 

Il secondo incontro di pet-therapy alla scuola media di Gressoney-Saint-Jean
Il secondo incontro di pet-therapy alla scuola media di Gressoney-Saint-Jean

Attività che incentivano la collaborazione e la comprensione reciproca

Il momento della pet therapy per gli studenti gressonari è il lunedì mattina. Gli incontri sono cinque in totale, più un laboratorio finale. Martina è presente a ogni seduta, con altri quattro compagni sempre diversi, che purtroppo parteciperanno solo a un incontro in totale. I gruppi sono stati strutturati da Michela e Nicol in base alle caratteristiche di ogni scolaro e dei rapporti tra loro. Da queste unicità ne deriva il fatto che nessun incontro è uguale

“In base alle caratteristiche che le professoresse mi hanno detto su ogni ragazzo io vado a lavorare su determinati aspetti” dice Michela. 

Per incentivare la collaborazione, ad esempio, l’educatrice ha allestito un gioco in cui i bambini dovevano tirare una palla avendo cura di nominare un compagno che chiamasse a sua volta Mia. “Se non viene detto il nome di un altro compagno il gioco si blocca e tutti i compagni devono essere chiamati!” specifica. 

Oppure, ancora, un’attività finalizzata a far sì che il cane arrivasse a prendere il premio nella mano di Martina, che, seduta, è aiutata da un compagno che la agevola a tenere la gamba stesa per evitare che faccia sgambetti, come la porta a fare la malattia, e da un altro che le tiene la mano aperta con il premio sul palmo, visto che “per lei sarebbe una fatica. Se è in contatto con qualcosa tende a stringerla” motiva Michela. Dopodiché, il terzo ragazzo era incaricato a dire a Mia quando partire, e il quarto a darle il “seduto”.
“Se tutto questo non era coordinato l’obiettivo non si sarebbe raggiunto” sottolinea.

Il secondo incontro di pet therapy alla scuola media di Gressoney Saint Jean
Il secondo incontro di pet therapy alla scuola media di Gressoney Saint Jean

Infine, la presenza del cane nelle attività ha instaurato situazioni che hanno permesso alla classe di capire il motivo dei vocalizzi di Martina e di altri suoi comportamenti fisici.

Una spinta di innovazione per la Valle d’Aosta 

La Valle pare più restia all’innovazione e incentrata sulla tradizione: è questa la differenza importante che la studentessa bergamasca ha notato tra le scuole di città e quelle valdostane. 
“Ho chiesto ai ragazzi secondo loro perché avremmo fatto un progetto di pet therapy, e la loro risposta è stata: ‘Per fare qualcosa di diverso’” commenta Michela. 

Nella nostra regione è più frequente la visione di animali, c’è tanto spazio all’aria aperta e sono frequenti le famiglie che hanno cani come animali domestici, per questo i ragazzi non pensano istintivamente che gli animali abbiano un’intelligenza tale da poter lavorare in quel modo con le persone. “Mentre qui in città in pochi hanno la possibilità di avere un cane e la maggior parte delle persone si è relazionata con un cane solo un paio di volte nella vita!” osserva la giovane “Dunque si è più abituati a questo tipo di novità”.

Feedback positivi, benefici evidenti e la volontà di una continuità

“La prima volta sono uscita dalla stanza con le lacrime agli occhi” confessa Michela, vedendo la contentezza dei ragazzi dopo aver interagito con compagni con cui non avevano mai avuto a che fare, e stupiti dall’inedito avvicinamento a Martina. Qualcuno di loro ha pure superato il timore verso i cani.

I benefici della terapia si sono osservati anche su Martina, sia dal punto di vista motorio che relazionale. Infatti, nella prima seduta  faceva fatica a tenere in mano i premietti per Mia, mentre nella seconda già riusciva ad afferrarli con la presa a pinza e a porgerli al cane. “L’educatrice mi ha riferito che quando Martina ha visto sull’agenda che ci sarebbe stata la pet therapy stava già saltando!”. 

Anche i genitori, gli insegnanti e la dirigente scolastica si sono accorti che l’iniziativa sta funzionando e sono intenzionati a proseguirla. “All’inizio erano scettici, invece ora i genitori hanno fatto un sacco di complimenti perché vedono arrivare i figli a casa entuasiasti“. Tuttavia, l’eventuale prosecuzione del progetto dipenderà dalla disposizione di ulteriori fondi. Al momento, il progetto è stato finanziato dalla mamma di Martina e da un piccolo fondo classe.

“E’ un’attività un po’ inusuale ma ne hanno tratto il beneficio previsto” conclude fiduciosa Michela  “Sarebbe interessante vedere gli sviluppi e non perdere le ricadute positive ottenute all’interno della classe”.

Una risposta

  1. Bravi!! Un co-terapeuta a quattrozampe formidabile , una brava conduttrice, un equipe umana di compagni e famiglia …super motivati..al centro Martina…un successo sicuro per un progetto IAA fuori dall ambito Ospedaliero o di RSA.Sara’ un momento indimenticabile per tutti i partecipanti. bravi! Bravissimi

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