Famiglie sfrattate dalle case popolari, il Consiglio comunale chiede la revisione della legge

L'Arer ha disposto, tra il 2020 e il 2022, "181 decadenze dall’assegnazione, di cui solo 19 si sono concluse con lo sgombero forzoso, distribuite su tre annualità”. Il Consiglio comunale approva all'unanimità un ordine del giorno per modificare la Legge 3 del 2013.
Società

“L’edilizia residenziale pubblica e l’emergenza abitativa sono veramente un grosso problema che rischia di essere un problema sociale di difficile gestione. Con la pandemia gli sfratti sono stati bloccati. Finita l’emergenza, per tutte le morosità importanti, come prevede la legge 3 del 2013, è andata avanti la procedura di sfratto”.

A lanciare l’allarme è Clotilde Forcellati, assessora del Comune di Aosta alle Politiche sociali, dopo la notizia – data dalla stessa Arer, l’Azienda regionale edilizia residenziale –, degli sgomberi forzosi nei confronti di assegnatari di alloggi Erp.

Nel frattempo Arer specifica che – in un processo durato due anni – “si è proceduto a disporre la decadenza per morosità partendo da un numero di bollette insolute pari a 48 (ben al di sopra delle 4 previste per legge) per poi via via ridurre il limite fino alle attuali 6”, e che l’Azienda ha dato “a tutti i nuclei la possibilità di rateizzare il debito, calcolando la rata in base all’Isee, in maniera che fosse sostenibile per ciascun nucleo il pagamento contemporaneo sia della bolletta corrente che della rata del Piano di Rientro, a prescindere dal numero di rate o dall’ammontare del debito”.

Ad ogni modo, “per dare un riferimento numerico, l’Arer ha disposto tra il 2020 e il 2022 complessivamente 181 decadenze dall’assegnazione, di cui solo 19 (circa il 10%) si sono concluse con lo sgombero forzoso, distribuite su tre annualità”.

Una legge da cambiare

Ma il problema, spiega Forcellati “sta nel manico”. Ovvero proprio nella stessa Legge 3 del 13 febbraio 2013 che regolamenta – tra le altre disposizioni sulle politiche abitative – anche l’emergenza abitativa.

L’assessora cerca di focalizzare il problema: “La morosità scatta quando non vengono pagati gli affitti per quattro mensilità. Ma se Arer manda una bolletta comprensiva sia dell’affitto sia delle spese condominiali, si entra comunque in morosità. E a parte chi ci marcia, parliamo anche di persone con 40mila euro di arretrato, persone con 180 bollette non pagate e che sono già state sgomberate. Ma il ragionamento da fare è: perché non si pagano le bollette? Perché sono tutti mascalzoni? Perché ci sono persone sbadate? O perché non ce la possono fare?”.

“A mio parere – aggiunge –, la maggior parte persone morose sono incolpevoli. Non tutti possono accedere alla delibera regionale. La legge nazionale è del 2014, e la Regione non l’ha mai recepita facendone una sua. Nel 2022 c’è stata una delibera di Giunta sulla morosità incolpevole, ma ci sono persone che non vi rientrano”.

In che senso? “Ci sono persone che pur essendo morose non possono accedere alla morosità incolpevole nonostante assistente sociale presenti la domanda. Ad esempio, il 15 aprile un signore di 72 anni è stato sgomberato forzosamente. Ha circa 600 euro di pensione e l’assistente sociale aveva richiesto per lui la rateizzazione. La domanda per morosità incolpevole ha avuto esito negativo”.

Perché? “Puoi accedere all’emergenza abitativa se hai una perdita di reddito. Un pensionato che prende 600 euro al mese non ne ha, anzi ha un’entrata fissa. Questo non gli permette di entrare in emergenza abitativa, ma non sono risorse sufficienti a pagare affitto e bollette. E questi aspetti vanno assolutamente cambiati nella legge. Bisogna cambiare i requisiti per accedere alla graduatoria Erp. La mia proposta è che la Regione metta più risorse in questo ambito. È una parte importante per le famiglie in difficoltà, servono più controlli e normare meglio l’emergenza abitativa”. Ma non solo: “Da un po’ di tempo Arer manda un unico pago PA con affitto e spese di condominio – aggiunge Forcellati –. Se ricevi un ‘bollettone’ da 400 euro e hai una pensione da 600 non riesci a pagarlo. E dopo quattro mesi si entra nel tunnel della morosità. Si potrebbero dividere gli affitti dalle spese, frazionandole”.

In poche parole: “Sempre più persone sono in difficoltà. Ci sono stati casi, e qualcuno c’è ancora, di gente in emergenza abitativa da 4, 5 o 6 anni. Anche casi di 10 anni. E con queste cifre non è un’emergenza ma una questione strutturale. Abbiamo alloggi Erp da ristrutturare, e se non si fa non possono essere assegnati. La legge è un po’ a fine corsa, perché dal 2013 al 2023 è cambiato il mondo. Dobbiamo mettere mano, serenamente e con tutti gli attori, alle Politiche abitative regionali e comunali”.

Persone, non numeri

Il problema è profondo, ma soprattutto le situazioni sono molto diverse fra loro. Forcellati spiega che “Non è ambito in cui fare elenchi, le Politiche abitative non possono funzionare così. Chi si è trovato con uno zero nell’Isee dell’anno prima e poi prende 250 euro annui non può accedere all’Emergenza abitativa perché, paradossalmente, non solo non ha una perdita di reddito ma un aumento. Ma serve capire se ci sono minori, se le persone lavorano in nero. Non serve essere ‘buonisti’ e assolvere tutti, ma servono approfondimenti caso per caso”.

Poi, il riferimento alle “19 famiglie” di cui parla Arer: “Qui parliamo di 19 famiglie in mezzo alla strada. E le ricadute sulla città di Aosta riguardano tutti noi. Dove li mettiamo, dato che le strutture sono tutte piene? 19 nuclei, se va bene, sono 40 persone. E se va male sono 60, e sono in strada. Sono persone in difficoltà che rimangono in difficoltà”.

La situazione è però, anche numericamente, molto complessa. E le graduatorie Arer lo dicono chiaramente: “Nel bando Erp ci sono oltre 500 persone in lista – dice ancora l’assessora –. Arer, con tutta la buona volontà ne assegna forse un centinaio. Siamo sempre indietro di 3/400 nuclei. Adesso si sono aggiunte anche le difficoltà legate alla pandemia. Possiamo raccontarci quello che vogliamo ma chi fa lavori temporanei, a tempo determinato, molte partite Iva e molti artigiani non lavorano più”.

A volte c’è un problema nel problema, al quale il Comune ha cercato una soluzione: “Senza inventare acqua calda, con la co-progettazione abbiamo inserito le figure del custode sociale e dell’operatore di prossimità. Stanno funzionando bene, aiutano ad accedere alla morosità di Arer accompagnando le famiglie nel capire cosa è stato scritto nella lettera che ricevono. A volte non si capisce bene l’italiano, non si capisce cosa ci sia scritto. Se c’è un operatore che traduce diminuisce la morosità. Ed è quello che è successo”.

L’ordine del giorno in Consiglio comunale

Dai banchi dell’opposizione, in Consiglio comunale, Paolo Laurencet di Forza Italia ha presentato oggi un ordine del giorno che chiedeva proprio “la costituzione di un gruppo di lavoro con la Regione rappresentato da tutte le forze politiche affinché si avvii con sollecitudine un percorso che porti alla modifica della Legge 3 e alle conseguenti delibere attuative”. Il capogruppo azzurro ha spiegato: “Abbiamo rilevato un certo pressapochismo nella gestione generale da parte dell’Arer. In molti immobili non vengono fatte le manutenzioni, ci sono tetti pericolanti. La situazione è da prendere di petto“.

Non solo: “Teniamo conto degli aspetti sociali dell’Edilizia residenziale pubblica in questo particolare momento di congiuntura economica negativa che colpisce soprattutto le famiglie più in difficoltà, con i costi per la casa aumentati a tripla cifra, rincari delle bollette e dell’energia elettrica. Impegniamo il Consiglio a chiedere e concordare con l’Amministrazione regionale la costituzione di un gruppo di lavoro per avviare un percorso che porti alla modifica di questa famosa Legge 3 e delle conseguenti delibere attuative“.

Questione, peraltro, che in Consiglio Valle era già giunta a più riprese, per iniziativa del capogruppo della Lega Andrea Manfrin che torna a ricordare: “Avevo spiegato a più riprese che far pagare un affitto calcolato sull’Isee ma accompagnarlo alle bollette che invece rimangono invariate avrebbe portato a mettere sulla strada centinaia di persone, ma sono rimasto, come spesso succede, inascoltato. Se non si interverrà immediatamente la bomba sociale degli sfratti distruggerà il nostro tessuto sociale“.

L’ordine del giorno è stato accolto dalla maggioranza comunale, previ alcuni emendamenti. L’obiettivo ora è mettersi al tavolo con la Regione e metter mano alla legge. Che, ribadisce Forcellati, “va cambiata. È un problema che deve essere davvero affrontato. Vanno approfondite le cause delle morosità, rivisti i termini e le caratteristiche sia della morosità incolpevole sia per l’accesso all’Edilizia residenziale pubblica e all’emergenza abitativa. Penso che il compito di una Amministrazione sia quello di risolvere i problemi. Il cittadino può vederli, ma chi amministra deve cercare di porvi rimedio”.

2 risposte

  1. Gentile Assessora, si muova lei con le attribuzioni di sua competenza invece che aspettare i tempi eterni della Regione!

  2. Cara Assessora, se aspetta il Consiglio Regionale della Valle d’Aosta per risolvere questo gravissimo problema, ahinoi, dovrà attendere a lungo i famigerati tempi della politica-politicante valdostana (vedasi l’ultimo decennio). In quanto prima di tutto, per tenere a bada una eventuale risicata maggioranza a 19 Consiglieri: vi è la necessità della suddivisione con il manuale Cencelli dei vari ruoli. E a quella schiera di partitini-partitelli-movimentini-movimentelli; ovvero la spartizione di poltrone e poltroncine di molteplici assessorati-ruoli.
    E tutto il resto può attendere (e poi ci si lamenta per il fatto che, il 60% degli Italiani non va nemmeno più a votare. Proprio perché schifato da tutto questo squallore).

    Povera Valle d’Aosta…

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