Esattamente ventisei anni fa, era il 24 marzo 1999, divampava il grande incendio all’interno del tunnel del Monte Bianco, che ha causato la morte di 39 persone: 18 francesi, due belgi, un inglese, un lussemburghese, un olandese, uno sloveno, un croato, un tedesco e 13 italiani. Sei dei quali valdostani: Maurilio Bovard, la figlia Katia, la moglie Nadia Pascal e suo fratello Walter; il camionista Stefano Manno e Pierlucio Tinazzi, dipendente della Sitmb, detto “Spadino”.
Oggi, la cerimonia di commemorazione organizzata da Traforo del Monte Bianco-GEIE si è svolta in contemporanea sui due piazzali italiano e francese del traforo. Esattamente alle 10.56, orario in cui ventisei anni fa scattò l’allarme. Il suono di una sirena ha aperto ad un momento di raccoglimento.
Presente anche il presidente della Regione Renzo Testolin: “La memoria di quella tragedia deve essere coltivata: per commemorare le persone che persero la vita e per dimostrare la vicinanza della comunità e delle istituzioni ai loro cari. La parola d’ordine – ha detto – rimane la sicurezza e la prevenzione. L’impegno di tutti è di porre la massima attenzione affinché non si ripetano simili tragedie. Servono investimenti coraggiosi per adeguare le infrastrutture strategiche a standard di sicurezza sempre maggiori. In questo senso ribadiamo la necessità che sul tunnel del Monte Bianco si intervenga strategicamente in questa direzione”.
Parole alle quali si affiancano quelle del presidente del Consiglio regionale Alberto Bertin: “Questo evento drammatico ha segnato profondamente la Valle d’Aosta e la nostra comunità. Come Consiglio Valle rinnoviamo la memoria delle 39 vittime, tra cui sei valdostani, che perirono nell’incendio ed esprimiamo la nostra vicinanza alle loro famiglie. Ricordiamo anche con profonda gratitudine l’impegno di coloro che hanno prestato soccorso con coraggio e solidarietà, operando con dedizione in circostanze difficili, a scapito anche della loro vita”.