“Verso l’alto”: montagna e sacralità declinate al Forte di Bard in 2000 mq di esposizione

La mostra “Verso l’alto. L’ascesa come esperienza del sacro” presenta la montagna come simbolo di unione tra cielo e terra, tra visibile e invisibile, tra uomo e divinità, in un viaggio tra culture ed emozioni a 360°. Salire per scendere dentro sé stessi.
Società
E’ la montagna il fil rouge del nuovo evento che il Forte di Bard regala al pubblico in questo 2009. E forse non poteva essere diversamente dato che la fortezza fin dalla sua restituzione al pubblico si è imposta quale “Sentinella della Alpi”. La montagna non è però solo legata al concetto di altezza, difficoltà. C’è molto di più. In tutte le culture, le più distanti nello spazio e nel tempo, è possibile incontrare la montagna come simbolo di unione tra cielo e terra, tra visibile e invisibile, tra uomo e divinità, tra il nostro e gli altri mondi. Il Forte di Bard diventa così, per circa cinque mesi, lo scrigno e il custode di questo carattere “universale” della montagna e, quasi a vestire la tunica di gran sacerdote, della sua sacralità. Tutto si riassume nei circa 2000 metri quadrati della mostra “Verso l’alto. L’ascesa come esperienza del sacro”, vera e propria osannazione della montagna a 360° che assume maggior valore nell’anno in cui il Pontefice ha deciso di passare nuovamente le proprie vacanze estive in Valle d’Aosta. La mostra, vien da dire, sarà una tappa che forse non mancherà di arricchire il programma estivo di Papa Benedetto.
 
Inaugurata nel pomeriggio di mercoledì 8 aprile e allestita nelle sale che circondano la Piazza d’Armi del Forte di Bard, la mostra offre un percorso espositivo che si sviluppa e si snoda in diverse sezioni arricchite dai preziosi contributi scritti di Enzo Bianchi, Priore della comunità di Bose. L’esperienza di Abele Blanc, alpinista di fama internazionale, si riassume tutta in una profonda video-intervista che presenta al pubblico la suggestione della vetta e la ricerca interiore di qualcosa che va oltre l’umana condizione. L’istallazione multimediale intitolata “Le Vette tra il  Forte e il cielo” del fotografo e regista Paolo Buroni, nel tendone allestito nella Piazza d’Armi, declina tra immagini e musica suggestioni della montagna, delle sue genti, dei suoi colori. Immagini che stupiscono e meravigliano attraverso un inedito percorso spirituale.

Ad anticipare l’inaugurazione della mostra-evento è stato l’incontro di oltre un’ora e mezza che ha visto alternarsi a staffetta gli interventi di ospiti e curatori dell’evento: il presidente dell’Associazione Forte di Bard, Augusto Rollandin, il Vescovo di Aosta Mons. Giuseppe Anfossi e i curatori Sante Bagnoli, fondatore e presidente editoriale Jaca Book, Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, Nathalie Bazin, curatrice museo Guimet di Parigi, Christine Kontler, sinologa e membro Centre de Recherche sur l'extreme Orient, Paris-Sorbonne, Eduardo Matos Moctezuma, direttore degli scavi Museo del Templo Mayor, Città del Messico, Enzo Bianchi, Antonio Tarzia, direttore della rivista Jesus, l’alpinista Abele Blanc, Paolo Buroni, regista e scenografo, Oliviero Toscani, il noto creativo che cura l'immagine del Forte.

Multimedialità, multidisciplinarietà e interattività caratterizzano dunque le sezioni della mostra. Il percorso iconografico della sezione “L’arte, la montagna, il sacro” presenta opere d’arte e oggetti proventienti da musei internazionali. Nella cultura messicana, con opere  provenienti dal Museo del Templo Mayor di Città del Messico, la montagna è intesa come “axis mundi”, l’asse che unisce le regioni cosmiche cielo-terra-inferi. Due delle più prestigiose collezioni di arte asiatica di Parigi, il Museo Guimet e il Museo Cernuschi, hanno concesso in prestito dipinti, vasi e tessuti inediti che testimoniano le concezioni che caratterizzano la cultura cinese e quella tibetana: per la prima la montagna è dimora degli dei, per la seconda viene identificata con la divinità.

Infine, la montagna come luogo di incontro tra l’uomo e Dio, come tramanda la tradizione ebraico-cristiana del Vecchio e del Nuovo Testamento, nei capolavori di alcuni maestri come Donatello, Domenico  Beccafumi, Marc Chagall, Emilio Vedova.
“Introduzione alla montagna sacra” è la sezione documentaria che attraverso immagini fotografiche, plastici e oggetti sviluppa il tema della montagna come simbolo divino nelle civiltà dell’antica Mesopotamia, della Cina, delle popolazioni indiane del Nord America, delle popolazioni del Centro America. Non poteva mancare, infine, il fenomeno religioso dei Sacri Monti: un video spiega la loro importanza nella cultura religiosa.

La mostra, aperta dal 9 aprile al 30 agosto, è ideata e promossa dall’Associazione Forte di Bard con il sostegno della Regione Autonoma Valle d’Aosta, della Compagnia di San Paolo, della Fondazione Crt, di  Finaosta Spa e con il Patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero per i  Beni e le Attività Culturali.

 
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