Premiare la letteratura legata alla viticoltura di montagna: la prima edizione del concorso “Vigneti, vini e vignaioli da leggere”, organizzato dall’Associazione Le donne del vino della Valle d’Aosta in collaborazione con il Corriere della Valle, con il Cervim e l’Institut Agricole Régional, e il patrocinio dell’Assessorato regionale all’Agricoltura e della BCC Valdostana ha ottenuto un buon numero di partecipanti, ventiquattro, e di intervenuti alla serata di premiazione. “Noi viticultori maschi abbiamo molto da imparare da voi donne, anche nell’organizzazione di simili iniziative”, ha detto Vincent Grosjean, intervenuto alla consegna dei premi.
E il “fil rouge” femminile è stato mantenuto anche nella presentazione dei componimenti, in cui le donne l’hanno fatta da padrone sia nei numeri, sia nei premi: Graziano Binel con “Valei Goiet” è stato il vincitore della sezione dedicata ai racconti, con la seconda piazza di Mirena Vaudois con “Una magica maenda”, terzo Sergio Rossi con “Un castello divino”; nella sezione dedicata alla poesia, successo per Lucrezia Pongan con “Il vecchio della vigna” su Piera Dunoyer e “Vino di montagna” e Barbara Whal con “Vins en acrostiche”. “Confermiamo sin d’ora l’edizione del prossimo anno – ha detto Eleonora Charrère, delegata regionale della sezione delle “Donne del vino” – magari estendendolo fuori Valle o rendendolo transfrontaliero”.
Gli intervenuti hanno sottolineato il ruolo della donna nella viticoltura, che in passato era “nascosto, celato dal lavoro degli uomini nella vigna, ma fondamentale” e che oggi “sta cambiando, anche a scuola, come testimonia l’aumento della domanda e il profitto superiore ai colleghi maschi”, come ha sottolineato Augusto Chatel, presidente dell’Institut Agricole Régional. Il Vescovo mons. Giuseppe Anfossi ha rimarcato “l‘alta qualità delle donne in economia” che sempre più “portano con sé l’eccellenza”. L’assessore all’Agricoltura Giuseppe Isabellon ha evidenziato il ruolo del concorso per fare cultura enologica: “Il vino è descritto dagli organi di informazione soltanto in modo negativo – ho sostenuto Isabellon – e in momenti tragici. Il vino è cultura, è bere con consapevolezza, è amore per il territorio”.