Zurigo-Ucraina, tre famiglie ucraine in salvo grazie a due valdostani

Con tre van sono partiti da Zurigo per raggiungere Lubaczów, città polacca a dieci chilometri dal confine ucraino. Alla guida c’erano anche due valdostani. Hanno consegnato beni di prima necessità, tra cui medicinali, e hanno portato in salvo tre famiglie ucraine.
Tre van in viaggio
Società

Con tre van sono partiti da Zurigo, direzione Ucraina. Alla guida c’erano anche due valdostani. 1.600 chilometri, percorsi dalla mezzanotte di giovedì 3 marzo, per raggiungere Lubaczów, città polacca a dieci chilometri dal confine ucraino.

Un gruppo di sei persone, tra i 27 e i 40 anni, provenienti da Svizzera, Spagna e Valle d’Aosta, ha consegnato beni di prima necessità all’Ucraina e, con il viaggio di ritorno, ha portato in salvo tre famiglie ucraine.

“L’iniziativa è nata tramite una rete di contatti. Un post su Facebook, pubblicato per cercare mezzi e provviste per recuperare alcune persone al confine tra Polonia e Ucraina, ha generato un enorme passaparola” racconta Philippe, componente valdostano del gruppo.

Lo scorso giovedì, a Zurigo sono stati messi in piedi due punti di raccolta per medicinali, abiti invernali, apparecchiature elettroniche e beni di prima necessità destinati ai bambini. Più di un centinaio di persone ha risposto all’appello. “La sera stessa abbiamo mandato via la gente perché era arrivata troppa roba. I tre van – uno affittato e due prestati – erano pieni fino all’orlo”.

“Quella sera, a mezzanotte, siamo partiti da Zurigo” per arrivare dopo qualche giorno nella polacca Lubaczów. “Avevamo a disposizione poche informazioni, alcune contraddittorie, su dove andare e chi recuperare”. Se molti dichiaravano di riuscire a oltrepassare il confine, altrettanti si ricredevano nelle ore successive. A predominare era una forte incertezza. A chi fugge, “per attraversare il confine servono circa ventisei ore”. “È stato molto complicato. Avremmo dovuto recuperare anche degli orfani, ma non sono arrivati perché terrorizzati dai bombardamenti”.

Ancora una volta grazie al passaparola, il gruppo è riuscito a portare in salvo tre famiglie. Complessivamente quattro donne, tra i 30 e i 40 anni, e sette bambini, la più piccola sotto i tre anni di età. Famiglie spaventate dalla guerra e stremate dal viaggio. “La lingua è stata una grossa barriera. Per comunicare usavamo due telefoni, uno era impostato sul cirillico”. Le famiglie sono state accompagnate in Svizzera e in Germania, dove hanno ritrovato alcuni parenti.

Durante i viaggi di andata e ritorno, alcuni pernottamenti e cene sono stati offerti da chi durante il tragitto è venuto a conoscenza degli obiettivi perseguiti dal gruppo. “Questa solidarietà è stata una delle cose più belle” confessa Philippe.

Il gruppo cresce, non si ferma. Il prossimo viaggio sarà a metà marzo. Tra le tappe in programma, la città di Medyka, “punto di raccolta” per i profughi ucraini. “Ci si sente impotenti guardando le fotografie. Grazie a quest’azione però abbiamo capito che ognuno può dare il suo contributo. I sorrisi di questa gente sono ciò che ti ripaga e capisci che puoi fare la tua parte in una situazione che potrebbe accadere a chiunque” conclude il valdostano.

Per sostenere il progetto è possibile donare sull’IBAN IT95Y0503401200000000000480 – SWIFT BAPPIT21B40, indicando la causale “Donazione Ucraina”.

Credits foto:____zorba____

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