Dopo l'ingresso nella rete del Sistema accoglienza e integrazione - il capofila in Valle è Saint-Vincent - il Comune di Aosta vede oggi tutti i dodici posti massimi attivabili occupati da famiglie afgane e ucraine.
Refugees Welcome Aosta così come altri operatori dell'accoglienza si interrogano sul fenomeno straordinario di mobilitazione nei confronti dei profughi ucraini: "Per gli africani è sempre stato difficile trovare famiglie che accogliessero e molti di loro, nonostante abbiano un lavoro, non riescono a trovare qualcuno che gli affitti casa".
Firmato la scorsa settimana un accordo fra Adava e Protezione Civile che definisce modalità e costi dell'accoglienza. Gli albergatori entreranno in campo soltanto laddove non fossero disponibili le altre strutture fino ad oggi utilizzate.
Il decreto - il Governo ha ottenuto la fiducia con 214 "sì" e 35 contrari - prevede, tra gli altri, la durata di un anno del permesso di soggiorno per i profughi ucraini e l’accesso al servizio sanitario nazionale, al mercato del lavoro e allo studio ma anche l'invio di equipaggiamenti militari.
Ugo Venturella è partito da Aosta domenica scorsa, portando aiuti e cibo in Moldavia, al confine con l'Ucraina, e sta tornando in Valle. I profughi verranno accolti per qualche giorno a Fénis, dove è stata allestita la palestra, in attesa di avere un alloggio assegnato.
Vive con la sua famiglia a Mukačevo, Ucraina occidentale. Ha aperto ai rifugiati ucraini le porte della sua casa. “Ho paura per il mondo, non per me". Questa è una guerra tra “fratelli, nemici che parlano la stessa lingua e pregano lo stesso Dio”.
L’Amministrazione comunale ed Opera Omnia forniranno alimenti e beni di prima necessità (farmaci, pellet, gas, prodotti per l’infanzia, etc.) a tutti i nuclei familiari e singole persone ospitate sul territorio comunale.
Come spiegare ai bambini il conflitto in Ucraina? L’Ordine degli Psicologi della Valle d’Aosta ha stilato una serie di linee guida e consigli per accompagnare i genitori in un momento difficile da interpretare e ancor più da comunicare ai più piccoli.
Oltre alle iniziative istituzionali, sono tante le realtà valdostane che si sono mosse - e si stanno muovendo ancora - a favore dell'Ucraina. Domani, 10 marzo, la parrocchia di Saint-Martin-de-Corléans cerca volontari per smistare il materiale donato fino ad ora.
Con tre van sono partiti da Zurigo per raggiungere Lubaczów, città polacca a dieci chilometri dal confine ucraino. Alla guida c’erano anche due valdostani. Hanno consegnato beni di prima necessità, tra cui medicinali, e hanno portato in salvo tre famiglie ucraine.
Il Conservatoire de la Vallée d'Aoste risponde all'appello della Ministra Messa con la disponibilità ad accogliere due studenti e un docente nel suo corpo accademico. Lo spiega la direttrice Marinella Tarenghi.
In base alla procedura definita oggi, all’arrivo in Valle i profughi dovranno recarsi al centro di accoglienza temporaneo della Croce Rossa Italiana a Chavonne dove sarà effettuato uno screening sanitario e un primo tampone Covid. La registrazione servirà per poter usufruire di un'adeguata assistenza.
L’assemblea cittadina ha approvato all’unanimità, lo scorso 1° marzo, un ordine del giorno. Un passo che si aggiunge alle altre reazioni della politica e della società valdostana all’attacco russo in Ucraina.
Partite per una vacanza sulla neve, il blocco delle carte di credito ha lasciato due famiglie ucraine senza soldi a disposizione, mentre la guerra impedisce loro il rientro a casa. Presto raggiungeranno degli amici in Spagna, mentre chi li ospita ha deciso di farlo gratuitamente e facendo loro la spesa.