Gli addetti ai lavori, i giornalisti e gli appassionati lo conoscono come Radioinformazioni. E’ il servizio che funge da riferimento, nelle gare della Federazione Ciclistica Italiana, per l’intera carovana, annunciando eventuali criticità del percorso e proponendo la cronaca sportiva della competizione. Anche il Giro ciclistico della Valle d’Aosta se ne avvale e, alla ricerca di una prospettiva inconsueta, è proprio sulla vettura che fa da cuore pulsante di “Radioinformazioni” che oggi, venerdì 15 luglio, abbiamo vissuto la terza tappa, con partenza ed arrivo nel capoluogo regionale.
L’auto si riconosce per le sue cinque antenne sul tettuccio. A bordo c’è un veterano, Virgilio Rossi. 30 anni di esperienza alle spalle, Giro d’Italia incluso. Si divide continuamente tra tre microfoni, quelli delle radio che lo collegano ai giudici e alla direzione di gara, nonché alle moto lungo la corsa. Qualsiasi dato significativo viene ripetuto sul canale ascoltato da tutti i coinvolti nella competizione e, da qualche tempo, il servizio di Radioinformazioni è “riversato” anche a giornalisti ed operatori tramite WhatsApp (ma è l’unica concessione al digitale). Tutto viene anche tradotto, in modo pressoché simultaneo, in francese ed inglese, a vantaggio dei team internazionali.

Tutto ciò, senza staccare (troppo) gli occhi dal parabrezza: una strettoia, dei dossi ripetuti, o del selciato vanno segnalati in tempo reale al resto della carovana. La vettura, d’altronde, li vede “in anteprima”, precedendo leggermente il “serpentone” di mezzi e bici. In tutto questo, Virgilio trova il tempo per un po’ di storia: “Il servizio nella sua conformazione attuale – spiega – è stato introdotto nel Giro d’Italia del 1975, così ideato dal professor Enrico Fagnani di Milano”, inserito in un nucleo di radioamatori. Dal 1979, Radioinformazioni è tra le componenti ufficiali della Federazione, come giudici e commissari.
La morsa di calore che attanaglia la Valle si fa sentire anche in vetta ai gran premi della montagna che scandiscono i 138 chilometri della tappa odierna: sono a Doues, a Saint-Pierre, a Echarlod e al Col d’Introd. Radioinformazioni segnala i passaggi in testa per ognuno, ma non dimentica di essere parte della gara, che è anche un momento di festa per angoli della Valle raramente “in vista”, e non risparmia colpi di clacson per salutare gruppi di bambini o spettatori a bordo strada. D’altronde, se Virgilio conosce bene le corse (“ho iniziato sulle moto”), chi è al suo fianco non è da meno.

Le mani sul volante sono infatti quelle di Francesco Chicchi, ex ciclista, campione del mondo Under 23 nel 2002 e professionista dal 2003 al 2016. Il suo passato da corridore lo confronta allo straordinario paradosso vissuto da Radioinformazioni: essere nel mezzo su cui converge il più alto numero di dati sulla corsa, senza vederla. Te ne accorgi ad esempio quando, sulla salita verso Doues, sbircia alla sua sinistra i tratti del percorso a valle, dove i primi cinque ciclisti sono già in fuga.
Al “giro di boa” di Courmayeur la tappa passa davanti alla stazione di Skyway e Virgilio Rossi fa sfoggio di memoria fotografica, ricordando tratti già oggetto di competizioni precedenti. Dopo il Col d’Introd, la corsa raggiunge Gressan e, dalla strada dell’envers si arrampica sul costone, per poi scendere, praticamente tra le vigne, dietro la morena “Cote de Gargantua”. Per Radioinformazioni è “allarme rosso”: “Massima attenzione, tutti i mezzi in fila indiana e distanti dai concorrenti”, è il messaggio immediato.
La tappa sta finendo, la vettura infila l’arrivo in avenue du Conseil des Commis quando il vincitore del giorno, Alex Baudin (Tudor Pro Cycling), è all’ultimo chilometro dall’arrivo. Parcheggiata in piazza Chanoux, grazie agli “occhi” sulle moto di scorta, Radioinformazioni fornisce il resto della classifica: secondo Lorenzo Milesi (DSM) e terzo Thomas Gloag (Trinity Racing). Per Virgilio e Francesco è “missione compiuta” anche oggi. Dopo tanta azione, le radio di bordo sono silenti. Si riprenderà domani, da Pont-Saint-Martin, per arrivare a Fontainemore, dopo 167.4 km. Una vita “in fuga”, la loro, ma a quattro ruote.
