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Federico Maquignaz: “Non demordiamo, ribadiamo di volere la gara a novembre”

Il Direttore del Soccorso Alpino Paolo Comune: “Situazioni eccezionali, non ricordo due settimane di fila con questo meteo. Stupito da tanta cattiveria”.
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Matterhorn
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Ci si è andati sempre più vicini a disputare la prima – e storica – discesa del Matterhorn Cervino Speed Opening. Talmente vicini che il pubblico era già sugli spalti, al traguardo la situazione del vento era molto diversa da ieri, ma le folate lungo la “Gran Becca” non hanno mollato. Una doccia gelata nonostante i 10° abbondanti ai 2850 metri di Cime Bianche Laghi. Una cancellazione arrivata alle 11.40, quando la gara era stata rimandata alle 12.30. Segno che tutti – FIS e comitato organizzatore in primis – ci credevano.

“Ci abbiamo provato in tutte le maniere”, commenta Federico Maquignaz, presidente di Cervino spa. “La FIS ci ha dato una mano nella speranza di trovare uno spiraglio, ma purtroppo il vento non ha mollato. Era tutto pronto, non demordiamo”. Prematuro, per Maquignaz, parlare del futuro: “Ci siederemo al tavolo con il comitato organizzatore per vedere le migliorie da fare e poi, dopo aver sbollito la delusione, parleremo con la FIS”. Una cosa, però, è certa: “Ribadiamo di voler fare la gara a novembre perché ne abbiamo la possibilità. Non sarebbe possibile ospitare una gara di recupero per questioni di logistica e perché l’inverno sarebbe già avviato”.

Due weekend interi senza la possibilità di sciare sono un evento eccezionale. “Frequento Cervinia da quando mi allenavo, e due settimane di fila con questo meteo onestamente non me le ricordo”, dice Paolo Comune, Direttore del Soccorso Alpino. “Col senno di poi è facile dire che a Cervinia c’è vento, ma le trovo delle speculazioni. I progetti grandiosi ci mettono un po’ per essere capiti, mi ha stupito tutta questa cattiveria”. L’annullamento, secondo Comune, era inevitabile: “Le folate di vento non avrebbero garantito la sicurezza delle atlete, che viene al primo posto, e avrebbe falsato l’aspetto agonistico”. La squadra era pronta: “Come tecnici del soccorso alpino eravamo pochi, in 10. La filosofia era creare in pista gli equipaggi di soccorso con 9 postazioni per i maschi e 7 per le donne con pisteurs secouristes, tecnici del soccorso, Guardia di finanza, Polizia di Stato ed Esercito, in modo da essere già sul posto e garantire la velocità di esecuzione”.

5 risposte

  1. Se costoro continuano a non demordere quest’anno a Cervinia non si scia vista la sfiga che portano.

  2. diciamo che di progetti grandiosi in Valle d’Aosta ce ne sono tanti che faccio difficoltà a capire..per citarne alcuni terminal aeroporto, area megalitica, nave da crociera al posto della testafochi ma forse le ruspe sul Cervino sono quelle che meno capisco anche perchè ogni tre x due si viene bombardati da allarmisi di rischio siccità, crolli di seracchi, inquinamento etc…. cmq spero anche per il prossimo che la vostra ostinazione abbia un successo come quello di quest’anno

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