Le aspettative erano migliori, se non per il risultato ed il piazzamento, di sicuro per le condizioni della gara. Come se non bastassero le temperature – estreme sia nel caldo che nel freddo – e le 100 miglia da percorrere, a rovinare l’esperienza di Francesca Canepa alla Western States Endurance Run sono state le vesciche, sul calcagno e sotto le unghie dei piedi.
L’atleta di Courmayeur ha concluso la 100 miglia più longeva del mondo – che ha visto la vittoria assoluta di Jim Walmsley in 14h09’28” e, al femminile, di Clare Gallagher in 17h23’25” – al 17° posto femminile, in 21h51’15”. “Un disastro” al quale Canepa ha dovuto cedere nonostante la sua soglia del dolore, ritrovandosi costretta a camminare negli ultimi 20 km e dovendosi fermare ad ogni punto di ristoro: “Non mi è mai successo in vita mia di trovarmi in una condizione del genere, dove il dolore si è presto fatto insostenibile e anche per una soglia alta come la mia è stato troppo”, scrive su Facebook, dove si possono anche vedere le foto delle condizioni dei suoi piedi.
“È frustrante oltre ogni misura perché fisicamente stavo bene, e nei momenti in cui la conformazione del terreno mi consentiva di correre forte con un dolore contenuto, ho corso forte e cercato di entrare nelle top 10. Poi però ho camminato quasi tutti gli ultimi 20 km in una condizione insostenibile, sedendomi a ogni ristoro e usando ogni mio residuo di coraggio per rialzarmi e ripartire. Senza la mia crew, formata dai ragazzi e Maurizio non sarei andata oltre il km 50. Senza il mio incredibile pacer Demetrio Castignola non sarei mai entrata nella pista di Auburn. Glielo dovevo”.