Cadute, tocchi, traffico, fughe e ricompattamenti: è successo di tutto nella team sprint a tecnica libera di Davos. Ma, soprattutto, è successo che l’Italia è tornata sul podio grazie a Federico Pellegrino ed Elia Barp, secondi dietro solo ai cannibali norvegesi Klaebo-Valnes e davanti di un soffio alla Svezia di Haeggstroem-Anger.
Cade Barp all’inizio, ma Pellegrino dopo il primo cambio recupera e resta nel gruppo compatto. Qualche intoppo al cambio ancora per Barp, poi fanno i conti con la sfortuna Svezia e Francia. Un’altalena di emozioni e di posizioni per l’Italia, ma al momento giusto Chicco sfodera tutta la sua classe scegliendo traiettorie perfette e strategie che pagano, per poi dare tutto nel rettilineo finale e prendersi l’ennesimo podio di una carriera leggendaria, sulla pista che lo ha visto debuttare in Coppa del Mondo e che gli ha regalato tanti trionfi.
Nella gara femminile, nono posto per Italia I con Federica Cassol e Caterina Ganz, in una prova dominata dalla Svezia di Maja Dahlqvist e Jonna Sundling, che hanno messo un abisso dietro di sé. Sul podio salgono le due compagini norvegesi a oltre 3” di distacco, con Slind-Myhrvold a precedere Fosnaes-Skistad. Le azzurre sono riuscite a rimanere nel gruppetto davanti, ma nell’ultimo giro, quando Sundling ha aperto il gas, Cassol ha pagato dazio perdendo terreno e chiudendo a 14”88 dalla vetta.
