Mancano le strutture, a forte rischio il torneo Claudesport

Con l’incognita dei campi di Aymavilles e Montfleury, l’organizzatore Andrea Valenti si dice molto pessimista: “Vedo il 25% di possibilità di andare avanti con il torneo”
La premiazione del 23° Claudesport
Sport

Quelle che sembravano solo voci di corridoio si stanno trasformando in una forte probabilità: il torneo Claudesport di calcio a 5 potrebbe non andare in scena nella stagione 2017/18. La sua cancellazione lascerebbe “orfani” i quasi mille amatori del calcio a 5, che da 23 anni sanno di poter contare su una manifestazione che garantisce loro più di 20 partite all’anno, riempiendo con il giusto spirito ed un tocco di agonismo i mesi da settembre ad aprile.

Mai come quest’anno Andrea Valenti, organizzatore del torneo, si è detto amareggiato e pessimista circa il futuro della sua creatura. Tolti alcuni problemi con i ritardi nei pagamenti da parte delle squadre (“ma alla fine hanno pagato tutti, non è quello che incide sulla mia decisione di proseguire o meno”, spiega Valenti), quello che lo sta spingendo verso questa decisione quasi clamorosa sono la perdita del giusto spirito da parte di qualcuno e, soprattutto, la questione dei campi. “Dà fastidio e fa male sentire certe lamentele, spesso lasciate in mano ai social”, si sfoga Andrea. “Alla fine, però, sono cose su cui si può passare sopra”.

La conditio sine qua non, invece, è proprio quella legata alle strutture in cui far svolgere il torneo: senza i tre campi della plaine (Aymavilles, Montfleury e Pont Suaz) il torneo non si può disputare, anche perché di alternative non ce ne sono. Pont Suaz è l’unico campo che non ha mai dato problemi, ma i dubbi sorgono con Aymavilles e Montfleury. Il primo è un grosso punto interrogativo: dopo la chiusura per morosità del gestore, non si sa cosa ne sarà della palestra-auditorium. Valenti commenta: “Il precedente gestore con me è sempre stato corretto. Ho dovuto diminuire le partite giocate lì per via del campo freddo, ma le docce e gli spogliatoi funzionavano. Ora la palla è in mano all’Unité des Communes Grand Paradis, vediamo se succede qualcosa”. Come è noto, il perno decisivo, nonché questione annosa, è il campo di Montfleury. Docce e campo freddi e orari infausti sono al centro della questione. Se trovare una soluzione per gli orari non dovrebbe essere troppo difficile (Valenti vorrebbe abolire le partite del giovedì sera alle 22.30, per tenere 20.30 e 21.30 il giovedì, 20, 21 e 22 il venerdì e dalle 18 alle 21 il sabato, distribuiti sui tre campi, più tre partite a settimana a Courmayeur o Chatillon, in alternanza), per docce e campo la quadratura del cerchio sembra sempre più lontana. “Al momento di iscriversi le squadre vogliono sapere quali sono le condizioni di Montfleury, e giustamente. Un altro anno così non si può fare. Io capisco Fea quando fa notare che il Comune spende migliaia di euro per manifestazioni di pochi giorni e non fa interventi su questa ed altre strutture, però non voglio entrare nel merito, anche per chi ci governa non è facile. Se vogliamo, l’errore è stato quello di lasciare andare il campo di Montfleury negli ultimi 5 o 6 anni e “tacconare” i problemi senza risolverli: tolto il parquet, rifatto a spese della stessa associazione di cui è presidente Fea, sarebbe stato opportuno uno sforzo per curare anche il resto”. Se dovessero saltare questi due campi, le alternative, come detto, non ci sarebbero: il Claudesport ha bisogno dell’agibilità per il pubblico e i campi nelle tensostrutture (Valenti fa l’esempio di Villeneuve e Charvensod) non ce l’hanno. “Di farlo senza non se ne parla, dopo 23 anni vorrebbe dire declassare il torneo e sarebbe per me una sconfitta. Piuttosto non lo faccio”. E sembrerebbe proprio questa la direzione verso cui il torneo sta inesorabilmente andando: “Sono molto pessimista, ad oggi vedo un 25% di possibilità di andare avanti. Ho già liberato gli arbitri, che solitamente tengo bloccati durante i tornei estivi per evitare problemi durante la stagione”, confessa Valenti. La sua intenzione, se invece le cose dovessero andare bene, sarebbe quella di fare un altro anno e poi lasciare in eredità l’organizzazione al figlio Nicolò e ad un altro gruppo di ragazzi, che costituirebbero una nuova società.

Il mondo del futsal valdostano dovrà restare con il fiato sospeso ancora per un po’: il 30 giugno Andrea Valenti scioglierà le sue riserve, e quel giorno sapremo se lo sport della nostra regione dovrà privarsi, a causa della carenza delle proprie strutture, di un prodotto invidiato nel resto d’Italia e che, in un territorio così piccolo, è capace di smuovere quasi mille persone.

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