HCAP, quattro lettere che stanno facendo sognare un giovane 16enne valdostano, Tommaso De Luca, figlio d’arte, cresciuto nelle fila dei Gladiators aostani e, come un vero gladiatore, approdato in Svizzera alla corte dell’Hockey Club Ambri Piotta, per l’appunto, dove gioca ormai da 4 anni. La consacrazione è arrivata però la scorsa settimana, con il suo debutto nella massima serie giocando un’amichevole contro il Friburgo e aggiungendo così un tassello alla sua carriera ancora tutta da costruire.
Un caso, un’offerta di lavoro al padre in Ticino, Paolo De Luca, già gloria di quell’hockey che negli anni ’90 fece sognare la Valle d’Aosta con grandi imprese e una tifoseria degna delle città con una storia hockeistica. Molto più tradizionale, invece, il modo in cui Tommaso arriva in Svizzera con i suoi pattini: “L’occasione in Svizzera – racconta Tommaso -, è arrivata grazie ad una offerta di lavoro che i Rivers, la squadra di Ascona, hanno fatto a mio padre. Dopo la sua disponibilità, ci siamo trasferiti tutti in Svizzera. Ora gioco negli U20 ma ogni tanto mi alleno con la prima squadra”.
La passione di Tommaso è innata in lui, sicuramente anche per l’esempio in famiglia, ma l’abnegazione per questa disciplina non è mai stata messa in discussione: “Ho iniziato a giocare ad Aosta all’età di quattro anni perché era uno sport che mi ha sempre appassionato, fin dal primo giorno; andavo a vedere mio padre giocare e mi piaceva sempre di più. Mio padre è stato il mio primo allenatore, è tutt’ora i suoi consigli sono importanti per me”.
L’esordio di Tommaso tra i grandi dell’hockey svizzero è avvenuto anche con un’amichevole contro il Friburgo, durante la quale il giovane valdostano ha potuto dare spettacolo e quindi conquistarsi la possibilità di mettersi in gioco e puntare sempre più in alto, seguendo anche le orme di papà Paolo: “Tommaso sin da piccolo si è appassionato al gioco dell’hockey, qualsiasi momento libero era l’occasione per giocare con il bastone. Poi, un giorno, per caso, tramite un mio ex allenatore è andato a fare un provino nel Martigny (ora Red Ice n.d.r.), e da lì è iniziata la sua esperienza in Svizzera. L’avventura svizzera è iniziata 5 anni fa per una serie di coincidenze, perché ci siamo trasferiti con tutta la famiglia in Ticino e da lì Tommaso ha iniziato a giocare nell’Ambri Piotta, club storico dell’hockey svizzero. Tommaso sta andando bene e il perché è molto semplice: ha un obiettivo e sa che per raggiungerlo deve lavorare sempre e tenere i piedi per terra, ovviamente dalla sua ha il talento, ma questo non è più sufficiente al giorno d’oggi perché senza sudore e fatica non si arriva più lontani”.
Parola di padre, ma anche parola di allenatore, figure che Paolo ha fatto coincidere per molto tempo nella vita di Tommaso e che hanno formato il ragazzo che non dimentica le sue radici sportive assolutamente aostane, come ribadisce il padre: “Credo che mio figlio sarà sempre grato ai Gladiators, è stato il club che l’ha formato nei suoi primi anni di attività e che gli ha permesso di appassionarsi a questo sport, oltre ad avergli dato le basi solide per fare un primo passo per raggiungere i suoi obiettivi”.
Il futuro di Tommaso è tutto da costruire e soprattutto da sognare e, come la maggior parte degli hockeisti, si può sognare in grande e sperare, dopo l’Europa, di approdare nella mecca dell’Hockey: oltreoceano. La voglia di giocare, di fare bene e di percorrere la strada delle serie professioniste sono il chiodo fisso del giovane De Luca: “Ora posso considerarmi un semiprofessionista perché sto ancora andando a scuola e devo prendermi il diploma anche se tante ore della giornata sono dedicate al l’hockey. In un futuro mi piacerebbe fare una stagione oltreoceano, ma so che non è facile, la NHL è ancora il mio sogno nel cassetto, ma so bene che è molto duro arrivarci”.