Umiltà e consapevolezza, Xavier Chevrier rinuncia ai Mondiali di Mezza Maratona

Sabato 17 ottobre il campione di Nus non sarà in Polonia: “Non sono in forma, per andare a fare una gita ho preferito lasciare il posto a chi sta meglio”.
Xavier Chevrier in maglia azzurra
Sport

In questo strano 2020 ricorre spesso, nella vita sportiva – e non solo – di Xavier Chevrier, il concetto di “sogno”. Poche settimane fa gli era stato tolto il sogno di vestire la maglia Azzurra ai Mondiali di corsa in montagna di Lanzarote, annullati per via delle misure introdotte nell’isola delle Canarie. Oggi, dopo aver cullato fin da marzo il “sogno impossibile” di partecipare ai Mondiali di mezza maratona a Gdynia, in Polonia, rimandati al 17 ottobre perché stava esplodendo la pandemia proprio in quei giorni, Xavier Chevrier ha deciso che è il momento del risveglio. O, piuttosto, che vuole essere il pilota di un sogno lucido.

Lucidissimo, anzi, proprio come il campione di Nus che, con umiltà e consapevolezza, ha deciso di rinunciare alla convocazione. “A febbraio-marzo stavo decisamente bene e l’idea di rappresentare l’Italia al meglio, magari puntando al mio personale sulla mezza intorno a 1h02’, mi riempiva d’orgoglio e di soddisfazione”, racconta Chevrier. “Poi con il lockdown da una parte ed un ritorno dei problemi al nervo sciatico quest’estate dall’altra, ho potuto fare ben poco per preparare un mondiale di mezza maratona: ho fatto tanta bici, che mi avrebbe aiutato se fossero stati i mondiali di corsa in montagna, ma correre 21 km ai 20 km/h non è una cosa che si improvvisa. L’ultimo mese ho ricominciato ad allenarmi meglio ed a recuperare anche dal punto di vista psicologico, e con il mio allenatore Paolo Germanetto, ci siamo detti: ‘Proviamoci’”.

“Provarci”, come spiega ancora il fenicottero di Nus, vorrebbe dire dare il massimo per arrivare comunque a metà classifica. Ma anche solo essere in mezzo a mostri sacri dell’atletica sarebbe una cosa da raccontare al piccolo Loic. Gli allenamenti, però, con il passare del tempo, non davano segnali positivi: “Cresceva la convinzione che non ce l’avrei fatta, era il cronometro a parlare. L’idea di rappresentare il mio Paese, con quella maglia da onorare, dando solo il 60-70%, mi destabilizzava. Per andare lì a fare una gita e fare 1h06’ se proprio riesco a tirare fuori il coniglio dal cilindro, ho preferito lasciare il mio posto a qualcuno che stesse meglio”. Domenica scorsa, quindi, la comunicazione alla Federazione. A malincuore, soprattutto da parte di Germanetto. A vestire la maglia azzurra nella competizione iridata saranno quindi Eyob Faniel, Neka Crippa, Daniele D’Onofrio, Stefano La Rosa e Pietro Riva tra gli uomini e Valeria Straneo, Giovanna Epis, Maria Chiara Cascavilla e Federica Sugamiele tra le donne.

Non è un caso se Xavier Chevrier era stato il capitano della spedizione azzurra ai Mondiali di corsa in montagna del 2019 in Argentina: “Bisogna essere onesti con se stessi e rispettare gli altri, una cosa che ho imparato dai miei genitori. Mi dispiace molto ma sono felice di aver fatto la scelta giusta. So che avrò altre opportunità, altre cose da raccontare a mio figlio, sta a me cercarle”.

Ora si torna a correre in montagna per trovare stimoli, e poi c’è la Mezza maratona di Valencia a dicembre: “Vorrei prendermi quel record personale che sto cercando: non mi ossessiona, ma mi motiva ad alzarmi presto al mattino e saltare le pause pranzo a lavoro per allenarmi”.

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