Dal 2011 al 2024, 181 produzioni sostenute tra film e serie tv, oltre 4.600 persone coinvolte e 2,8 milioni di euro erogati con ricadute dirette pari a quasi 14 milioni. Sono alcuni dei dati emersi dallo studio lo “Studio sulle ricadute sul territorio Regionale delle attività della Film Commission Vallée d’Aoste”, realizzato dalla società TurismOK su incarico della Film Commission.
Il rapporto, presentato questa mattina, venerdì 9 maggio, in conferenza stampa, evidenzia come il cinema rappresenti per la Valle d’Aosta non solo una leva culturale, ma anche un’occasione concreta di valorizzazione turistica ed economica.
I dati raccolti
Il 70% delle 181 produzioni sostenute in 13 anni è italiano (il 17% provengono dall’India e dagli USA), con una prevalenza di documentari e lungometraggi. Le aree più scelte per le riprese sono state quelle del Monte Bianco (41%), Aosta e dintorni (37%) e del Monte Rosa (27%).
La spesa media diretta sul territorio ha superato i 115 mila euro per produzione, generando ulteriori 60 mila euro in servizi di accoglienza, trasporti e ospitalità. Produzioni come Rocco Schiavone e Le Otto Montagne hanno avuto un ritorno economico stimato fino a cinque volte l’investimento pubblico iniziale, generando visibilità internazionale per la regione, oltre che una crescita del turismo legato ai luoghi dei film. In termini di comunicazione e promozione, le produzioni hanno avuto ampia copertura mediatica a livello locale, nazionale e talvolta internazionale, come nel caso di “Le Otto Montagne”, citato anche da testate come The Guardian e Variety.

Il legame tra audiovisivo e territorio si traduce anche in termini occupazionali: la permanenza media delle troupe in Valle è di 20 giorni, con circa 32 addetti coinvolti per produzione e un totale di 1.165 comparse.
Il lavoro della Film Commission, sottolinea la direttrice della Film Commission Alessandra Miletto, si è basato su una rete di collaborazioni che coinvolge oggi 55 comuni, l’associazione albergatori Adava, enti pubblici e professionisti locali: “I risultati positivi che emergono dallo studio di TurismOK sono il frutto di un
lavoro collettivo che ci vede in prima linea ma che non potrebbe essere possibile
senza il supporto e la collaborazione fattiva di tutto il territorio, in primis dalla
Regione e dalle amministrazioni locali, gli enti e i consorzi e fino ai singoli
professionisti. Valle d’Aosta si è dimostrata una regione “cinema friendly” dove girare è facile e grandemente apprezzato dalle produzioni che girano nella nostra regione.”.

Il cineturismo in Valle d’Aosta: il caso “Le otto montagne”
La componente qualitativa dello studio ha raccolto anche la percezione dei cittadini e degli stakeholder. Le interviste indicano un alto livello di soddisfazione da parte delle produzioni e un interesse crescente tra i valdostani nei confronti del cineturismo. È stato rilevato un aumento dell’attenzione verso mete legate ai set, in particolare da parte di visitatori italiani, olandesi e belgi. In particolare, i valdostani hanno mostrato interesse a visitare località come Aosta, Bard e Brusson, e in alcuni casi anche destinazioni fuori regione.
Un esempio concreto di valorizzazione è il “Tour Le Otto Montagne”, ideato da operatori locali e segnalato dallo studio come modello replicabile. “Il cineturismo è un’opportunità concreta per la Valle d’Aosta – ha spiegato l’analista turistico Jean Paul Tournoud – le produzioni audiovisive possono trasformarsi in potenti strumenti di valorizzazione del territorio, ma serve una visione strategica di medio-lungo periodo per far sì che questo fenomeno non resti marginale”. Tournoud propone un approccio concreto alla valorizzazione dei prodotti più incisivi, attraverso la creazione di itinerari tematici, esperienze turistiche dedicate e prodotti brandizzati. “Pensiamo, ad esempio, a come un film come Le otto montagne possa essere capitalizzato con itinerari dedicati, esperienze immersive e prodotti turistici mirati. Sono iniziative di questo tipo che rendono concreta la ricaduta sul territorio”.

A questo si aggiunge la necessità di rafforzare la comunicazione tra gli attori coinvolti e strutturare l’offerta legata agli eventi: “Occorre rafforzare la
comunicazione con gli stakeholder privilegiati e organizzare eventi strutturati,
coordinati, in un calendario condiviso”.
Tournoud ha infine richiamato l’attenzione sul tema della sostenibilità: “L’esperienza del Lago di Braies, dopo Un passo dal cielo, dimostra quanto sia necessario gestire con attenzione la promozione turistica derivata dai prodotti audiovisivi”.