Sci, le previsioni: 30 cm di neve garantita fino al 2050 nel periodo di Natale a 1800 m

A dirlo sono le previsioni svolte con Arpa Vda e illustrate dal coordinatore del Dipartimento ambiente della Regione Valle d'Aosta Luca Franzoso durante il convegno "Le funi del futuro. Il settore degli impianti a fune tra innovazioni e transizioni" organizzato al Pavillon di Skyway Monte Bianco.
Convegno impianti a fune
Turismo

Le vacanze di Natale sugli sci? Fino al 2050 saranno garantite da almeno 30 cm di neve artificiale e naturale nelle stazioni con partenza 1750 e arrivo a 2300 metri di altitudine. A dirlo sono le previsioni svolte con Arpa Vda e illustrate dal coordinatore del Dipartimento ambiente della Regione Valle d’Aosta Luca Franzoso durante il convegno “Le funi del futuro. Il settore degli impianti a fune tra innovazioni e transizioni” organizzato al Pavillon di Skyway Monte Bianco.

“Dal 2080, invece, si rischia una forte riduzione, da 14 a 8 giorni durante le ferie natalizie, ma lo scenario è ancora troppo lontano per considerare le previsioni come attendibili” sottolinea Franzoso.

Le previsioni Arpa
Le previsioni Arpa

Per un impianto con partenza a 1.750 metri e arrivo a 2.300 metri, il numero di giornate potenziali per la produzione di neve artificiale nel periodo novembre-dicembre avrà “riduzioni limitate“. Le previsioni parlano di almeno dieci giorni disponibili alle due quote secondo tutti gli scenari al 2030 e al 2050. Negli scenari peggiori al 2080 si verificherà “una riduzione a due terzi dei giorni” al 2080 per scenario che non rispetta EU climate target.
Le previsioni sui consumi d’acqua sono di “variazioni limite”, fra il -5/+5 % nel periodo novembre-dicembre 2030  –  2050 per la stazione di partenza (1.750 metri) dove già attualmente viene prodotta neve artificiale, mentre nella stazione di arrivo (2.300 metri) “l’aumento dei consumi d’acqua al 2030 e 2050 sarà del 15/20%”.
Guardando al 2080 per lo scenario peggiore gli “aumenti dei consumi d’acqua saranno compresi tra il 20% e l’80%”. Al momento i metri cubi di acqua usati per l’innevamento artificiale in Valle d’Aosta “rappresentano lo 0,1%/0,2% dello stock idrico nivale naturale” nel periodo di riferimento 2007-2022.

Le previsioni Arpa
Le previsioni Arpa

Il futuro dell’innevamento programmato è stato anche al centro dell’intervento dell’Ingegner Franco Torretta, Direttore di Monterosa Spa.
“Da alcuni studi condotti su alcuni impianti di innevamento è emerso come la componente di consumo energetico sia molto più consistente là dove si debba andare a captare l’acqua per l’innevamento artificiale da pozzi o fonti lontane o comunque ad altitudini più basse.   – spiega – Diventa quindi fondamentale per il futuro lavorare sullo stoccaggio in quota dell’acqua. Fondamentale diventa anche il monitoraggio costante e puntuale delle altezze neve con tecnologia avanzata“.

Convegno impianti a fune
Convegno impianti a fune

L’evoluzione tecnologica deve essere “un modo per adattarsi al cambiamento climatico, ai giorni di freddo che si riducono” fa eco Valeria Ghezzi, presidente dell’Anef. “L’evoluzione tecnologica ha permesso di migliorare le performance nell’innevamento. A parità di energia consumata e acqua utilizzata oggi noi produciamo quattro, cinque, sei volte la neve che producevamo negli anni ’80.”

Durante l’appuntamento c’è stato spazio anche per un excursus storico sulla nascita in Valle d’Aosta degli impianti a fune. Nel 1976, quando fu fondata l’Avif, l’associazione impianti a fune, ha ricordato l’attuale presidente Ferruccio Fornier erano 56 le società attive, “anche in comuni dove ora non c’è più un impianto come La Salle, Saint-Nicolas, Saint-Marcel e Doues“. I dati sulle presenze turistiche vedevano un peso maggiore dell’estate rispetto all’inverno, mentre oggi accade il contrario. Gli ultimi dati, ancora parziali, – in attesa della conclusione della stagione a Cervinia – parlano di 3,2 milioni di presenze nell’ultima stagione con 30 milioni di passaggi, 104 milioni di euro di fatturato, in crescita del 22% rispetto alla scorsa stagione. Crescita, sia nei primi ingressi (+17%), nei passaggi (+16%) che nei fatturati (+20(, registrata anche nei comprensori minori.

“Abbiamo un sistema che stiamo ricreando e rivitalizzando che è quello dei piccoli comprensori dove abbiamo dei costi per tenerli in vita ma dove possiamo riportare anche tutta una popolazione che lo sci lo ama ancora – evidenzia l’Assessore regionale agli impianti a fune Luigi Bertschy –  ma che con certi redditi non se lo può per mettere ma non per questo dobbiamo toglierli la possibilità di divertirsi”.

7 risposte

  1. nello studio si saranno affidati a dei maghi perchè è risaputo che le previsioni non sono da prendere in considerazione dopo i 3 giorni e questi si sono spinti fino al 2050 …. chiedete ai maghi se anche gli agricoltori fino al 2050 avranno acqua d’estate per coltivare e poterci sfamare anche se lo SCI e molto importante

  2. Ma se a malapena sappiamo fare previsioni ad una settimana …..ma per piacere stiamo cadendo nel ridicolo……. provo a sfruttare l occasione : giugno e luglio pioverà abbastanza x noi fungaioli ? Grazie x la profezia .

  3. che caso che esce sto articolo con sto studietto con due graficini , non c’entrera mica con il finanziamento al 100% di cime bianche? ;-(

    1. Commentino affilato. Se ha accuse da fare le faccia apertamente. E non si nasconda dietro un “dico non dico”.
      Il mondo le sarà debitore.
      Saluti,
      LV

  4. 30cm di neve! Che lusso!! Chissà che belle sciate! Una volta battuta per scendere servirà un cingolato

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