Anche Cogne piange la voce degli sport invernali Giovanni Viel

Commentatore sportivo e volto del giornalismo televisivo bellunese, è morto dopo un periodo di malattia: non dimenticava le sue radici valdostane, mostrate tra l’altro dal libro realizzato per il centenario dello “Ski Club Gran Paradiso”.
Giovanni Viel
En souvenir

Anche la comunità di Cogne, dov’era nato 64 anni fa, piange Giovanni Viel, commentatore sportivo e volto del giornalismo televisivo bellunese, territorio che viveva (non solo professionalmente) in modo totale, ma senza dimenticare mai le sue origini valdostane e le vicende familiari che avevano fatto sì che venisse al mondo ai piedi del Gran Paradiso. E’ morto la scorsa notte, nella sua casa di Ponte delle Alpi, dopo un periodo di malattia.

Noto a tutti per la carica umana, e l’amicizia con alcuni campioni, il suo attaccamento agli sport era rivolto, soprattutto, all’atletica e alle discipline della neve. Un legame dimostrato anche attraverso il libro “100 anni – Ski Club Gran Paradiso”, di cui era stato autore in occasione del centenario del sodalizio. Viel è ricordato sulla pagina Facebook del Comune di Cogne, con un post pubblicato “con grande tristezza”.

“Mancherà a tutti quanti la sua profonda gentilezza – si legge nel messaggio – la sua professionalità, la sua serietà e la sua grande passione per lo sport e per lo sci. Fai buon viaggio Giovanni”. Parole nelle quali si specchia la comunità bellunese, che aveva in lui un punto di riferimento non solo giornalistico, ma anche per la sua attività lavorativa in Confindustria Belluno Dolomiti.

“Era la voce dello sport bellunese, autorevole, riconoscibile, sempre professionale. Ci mancherà tantissimo e mancherà una persona di altissimo profilo che ha sempre lavorato per portare in alto il nostro territorio” ha detto, una volta appresa la notizia, il presidente della provincia di Belluno Roberto Padrin.

Parole cui fa eco Confindustria Belluno Dolomiti: “Trasmetteva passione in tutto quello che faceva, passione innanzitutto per lo sport e il suo territorio. E’ stato un ambasciatore delle nostre montagne”. Tra i tanti ricordi, anche sul sito della Federazione Italiana Atletica Leggera, affiora soprattutto la capacità di Viel di affrescare storie sportive, fatte di valli e pendii, con gli atleti che ne divenivano i personaggi.

Una capacità che emergeva sia con la penna, sia al microfono, sempre guidata dalla consapevolezza che sport e fatica, come ben gli ricordavano le sue radici montane, fossero gli ingredienti più genuini del mondo in cui si muoveva e che raccontava, senza mai tacere l’apprezzamento per chi lavorava su questo crinale. Viel lascia moglie Donatella e la figlia Cecilia.

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