La Ferrari “Daytona”: un pezzo di storia delle quattro ruote

Tra le vetture d'epoca, poche possono vantare il fascino della Ferrari Daytona 365 GTB/4: il design raffinato e insieme aggressivo, ma senza scadere in una deleteria brutalità. Oggi, può valere fino a 1.700.000 euro.
Ferrari Daytona
Gioie e Motori

Oggi omaggiamo un’auto che ha fatto la storia delle quattro ruote. Tra le vetture d’epoca, poche possono vantare il fascino della Ferrari 365 GTB/4, meglio conosciuta come “Daytona”. Una denominazione non ufficiale della Casa, attribuita alla stampa per ricordare il trionfo della Ferrari 330 P4 – la famosa tripletta – nella prestigiosa gara di durata della Florida nel 1967.

Fu costruita dal 1968 al 1974, ultima macchina prima dell’avvento della Fiat quale azionista di maggioranza a Maranello. Oggi, può valere fino a 1.700.000 euro, come nel caso di un esemplare rarissimo ritrovato in Giappone. Il segreto di questo successo che non ha età? Proprio il fatto che la “Ferrari Daytona” non ha età, nel senso che è una di quelle vetture che paiono attuali ancora oggi, dopo cinquant’anni dalla presentazione al Salone di Parigi 1968, e che resteranno sempre tali, forti di una personalità spiccata e fuori dal tempo, neanche sfiorate dalla normalmente inevitabile obsolescenza.

Come le grandi attrici, che invecchiano solo per l’anagrafe. Il design è opera di Leonardo Fioravanti, cui si devono innumerevoli capolavori, tra i quali la 512 BB e la 308 GTB, che allora era il principe degli stilisti di Pininfarina. Un design raffinato e insieme aggressivo, ma senza scadere in una deleteria brutalità. Linee essenziali, chiaramente scolpite ma avvolgenti. Insomma un ossimoro assoluto e così riuscito, così armonico.

Era, la 365 GTB/4, l’evoluzione di un altro mito, la “275 GTB4“. Il propulsore costituiva la celebrazione autentica della tradizione del Cavallino Rampante: un dodici cilindri per 4.4 litri, alimentato da sei carburatori Weber a doppio corpo da 40 millimetri, in posizione anteriore (e trazione posteriore), capace di erogare una potenza di oltre trecentocinquanta cavalli per una velocità massima di duecentottanta chilometri orari, unitamente ad un’accelerazione da 0 a 100 km/h pari a 6″1. La vettura si presentava molto equilibrata, grazie ad una distribuzione di pesi ottimale e al cambio con sistema “Transaxle”. Venne realizzata anche una versione spider, destinata in particolare al mercato degli Stati Uniti.

Personalmente, il ricordo della “Daytona” è principalmente legato alle competizioni. Nei primi anni settanta del secolo scorso, questa splendida diva si aggiudicò per tre edizioni consecutive (1972, 1973, 1974) la vittoria di classe nella “24 Ore di Le Mans”, con l’apoteosi del 1972, quando occupò le prime cinque posizioni, nonché i posti dal quinto al nono nella classifica assoluta. E poi, la vittoria con doppietta al “Tour de France Automobile” sempre nel 1972, con Andruet – “Biche” a precedere Rouveyran – Migault, con le “Daytona” iscritte dall’importatore Charles Pozzi.

 

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