“Contro Bonetti un accanimento spaventoso”

Riceviamo e pubblichiamo la lettera del genero del dott. Marco Bonetti, lo psichiatra arrestato nel marzo scorso dalla Guardia di Finanza.
Marco Bonetti accompagnato dall'avvocato Foderà
I lettori di Aostasera

Sono il genero del Dottor Marco Bonetti e mi sento in dovere, perché innocente, di difendere pubblicamente mio suocero.

Volevo aspettare la conclusione del procedimento, ma purtroppo i tempi sono molto dilatati e onestamente non ho nessuna fiducia nella giustizia. Conosco benissimo mio suocero, e mia moglie ovviamente ancor di più, ed è evidente che sia stata imbastita una trama per rovinarlo dal punto di vista professionale e umano, con un accanimento spaventoso. Bene, informo gli eventuali mandanti che l’obiettivo è stato raggiunto, mio suocero non si riprenderà mai più da quest’umiliazione e vive immerso nelle sue ansie, schiacciato dal senso d’impotenza davanti ad una giustizia che l’ha già dichiarato colpevole il giorno dell’arresto. In questo momento è ancora agli arresti domiciliari, con sua moglie invalida inchiodata a casa senza poter ricevere visite, senza la possibilità di occuparsi dell’anziana mamma di 95 anni.

Le domande che vi faccio sono queste: come mai nel reparto di psichiatria era il medico con più pazienti? Tutti contenti di farsi molestare o truffare? Quando prendeva ferie i pazienti si rifiutavano di andare con altri medici, perché? Ha sempre combattuto per mantenere le visite domiciliari per venire incontro alle esigenze dei pazienti, dava fastidio a qualcuno? Come mai questa cosa è uscita dopo la meritata pensione e dopo essere stato fortemente voluto come direttore da due cliniche di Ivrea? Negli ultimi mesi pur di mantenere aperto l’ambulatorio di Variney pagava di tasca sua la benzina per l’utilizzo della macchina aziendale, per andare come sempre incontro alle esigenze dei pazienti mantenendo un servizio apprezzato ed indispensabile. Visitava tutti coloro che si presentavano agli ambulatori, mediamente tra le 15 e le 20 persone al giorno, perché il paziente psichiatrico che si presenta in ambulatorio ha veramente bisogno, ne ha sempre bisogno! In questi due mesi mia moglie ed io abbiamo parlato con tantissime persone, pazienti, ex pazienti, parenti di pazienti, infermieri, che hanno espresso il loro assoluto stupore e sdegno per le accuse mosse nei confronti di mio suocero, sottolineandone la professionalità, le qualità umane, la generosità e la sensibilità che ha sempre dimostrato nei confronti dei suoi pazienti, che si sono spontaneamente offerti di testimoniare in suo favore: li ringrazio pubblicamente per il sostegno e la stima espressa nei confronti di mio suocero.

In relazione all’accusa di molestie sessuali, tre avvocati hanno visionato i filmati relativi alle presunte molestie, tutti e tre concordano sul fatto che mio suocero si sia sempre comportato in maniera corretta e sono invece evidenti comportamenti molto espliciti da parte delle pazienti. Conoscendo mio suocero ovviamente non avevo alcun dubbio sulla sua rettitudine e professionalità, odia la violenza in ogni sua forma specialmente verso i più deboli, che ha sempre difeso nel suo lavoro. Come mai alcune pazienti indicate come molestate si sono presentate più volte privatamente in studio da mio suocero a febbraio e marzo? Come mai dal 1980 non è stata presentata nessuna e sottolineo nessuna denuncia da parte delle sue pazienti? È stato accusato falsamente di soggiogare i propri pazienti non capaci di intendere e di volere, per molestare le donne ed estorcere loro denaro: sottolineo il fatto che i pazienti di mio suocero sono persone in grado di intendere e di volere, e quindi non soggiogabili.

In questi ultimi anni, nelle nostre frequenti chiacchierate, mi ha sempre espresso la stanchezza fisica e mentale del suo lavoro, ma soprattutto era veramente stufo degli atteggiamenti di molte sue pazienti, diceva sempre a tal proposito “anche oggi ho subito l’attacco alla baionetta”. Le pazienti erano sempre respinte, con le dovute cautele e modi, spesso calmandole con un abbraccio terapeutico, pazienti comunque sempre seguite e curate al meglio. La testimonianza dell’ex paziente apparsa su Aostasera qualche giorno dopo l’arresto, in relazione ai presunti abusi subiti, è assolutamente inattendibile e a tempo debito verrà individuata e denunciata. Ci domandiamo: è stata spinta da qualcuno oppure se l’è inventata perché respinta da mio suocero? Per scrupolo ho anche fatto leggere la testimonianza ad alcuni giornalisti miei conoscenti che onestamente hanno subito sollevato molti dubbi sull’attendibilità della cosa. “Ringrazio” la giornalista di Aostasera per non essersi fatta nessuno scrupolo.

Confermo invece il fatto che mio suocero non ha mai chiesto un centesimo ai propri pazienti, né per visite, né per certificati e neppure per medicine; in questi mesi tutte le persone con cui abbiamo parlato hanno confermato invece la sua generosità, trattava spesso con persone in difficoltà economiche, prestava soldi senza volerli indietro, portava da mangiare agli amati cani e gatti dei pazienti, sigarette, cibo e altro, a persone che non potevano permetterselo, ha consegnato anche delle medicine a persone che non potevano comprarle, non poteva? Risarcirà l’Azienda. Ha accettato soldi dai pazienti, dati sempre per riconoscenza e stima. Chi non ha mai dato dei soldi o regali al proprio medico di base per riconoscenza e stima? Non poteva ricevere del denaro? Va bene, pagherà quello deve, ma allora devono pagare anche tutti gli altri medici.

Su La Stampa qualche giorno dopo l’arresto sono state riportate delle notizie abominevoli: non voglio entrare in tutti i particolari, solo due cose vi riporto: gli abusi sessuali si sono trasformati in rapporti sessuali ben visibili dai filmati, cosa assolutamente falsa. Vorrei precisare che mio suocero è cardiopatico e da parecchi anni alcune attività non sono più previste. Si scrive che nei diari di mio suocero a partire dal 1967 (aveva 13 anni!!!) sono annotati abusi e truffe, il lato oscuro del dottore come scrive il giornalista. In questi ultimi anni ho letto questi diari insieme a mia moglie, non c’è scritto nulla di tutto quello che è stato riportato su La Stampa. Sono andato personalmente a chiedere spiegazioni al giornalista, a tempo debito e nella sede opportuna faremo valere i nostri diritti.

Tutti i commenti alle notizie apparse sono stati consegnati all’avvocato e quando arriveremo in fondo a questa storia prenderemo gli opportuni provvedimenti: molta gente dietro una tastiera di un PC o di un telefono si trasforma in “giustiziere della notte”, permettendosi di sputare sentenze e di scrivere commenti molto pesanti e offensivi su fatti e persone che non conosce, questa cosa deve finire.

Ovviamente faremo tutto il possibile per risollevare il buon nome del Dott. Bonetti che non merita di terminare la sua vita macchiato da accuse infamanti e ingiuste, poiché merita solo di godersi la meritata pensione e i suoi amati nipotini.

 

Corrado Sordi

 

Gentile lettore,

Da come lei si esprime, sembrerebbe quasi che tutto l’accaduto sia frutto della nostra fantasia. In realtà ci siamo limitati a riportare – in maniera peraltro molto asciutta – quanto riferito dalle forze dell’ordine che hanno condotto l’operazione portando all’arresto del dott. Bonetti con l’accusa di violenza sessuale, truffa pluriaggravata e peculato.

Certamente anche in un caso come questo deve valere la presunzione di innocenza e solo l’iter giudiziario potrà dare una parola definitiva sulla vicenda. Le domande che lei pone alla nostra testata dovrebbero essere rivolte, piuttosto, alla magistratura attraverso i difensori del dott. Bonetti.

Infine, veniamo alla testimonianza dell’ex paziente apparsa su AostaSera qualche giorno dopo l’arresto. Posso assicurarle che in quelle settimane sono arrivate diverse segnalazioni da parte di persone che erano state in cura dal dott. Bonetti. Ci siamo limitati a raccoglierne una, quella che abbiamo valutato essere maggiormente attendibile. 

Domenico Albiero

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