Federico Broglia, una fucina di idee e progetti per valorizzare castagne e nocciole

L’azienda guidata da Federico Broglia, di anno in anno, si è allarga al punto che oggi conta 6mila metri coltivati a vigneto, 200 alberi di nocciole, 75 castagni di cui 25 secolari, tutti ad Arnad, paese in cui vive ed è cresciuto.
Federico Broglia
Le aziende di Coldiretti

Chi, generalizzando, descrive i giovani come snob, persone senza voglia di lavorare e di sacrificarsi dovrebbe trascorrere una giornata tipo con Federico Broglia, 30 anni, di Arnad. Fondatore dell’omonima azienda agricola, ha trascorso l’infanzia un po’ nelle vigne e un po’ sui campi a fare i fieni dato che la sua famiglia ha sempre lavorato la campagna.

Si presenta al nostro appuntamento di metà mattinata dopo aver dato lo zolfo nel vigneto. Il tempo di una chiacchierata e poi deve scappare a imballare il fieno che si è asciugato. “Il periodo è molto intenso, ho molte scadenze e lavori in ballo – mi racconta – e poi a giorni dovrebbe nascere mia figlia”.

Dopo il diploma all’Istitut Agricole e dopo otto anni da dipendente in una ditta per il rifacimento dei tetti, Federico sceglie la strada dell’agricoltura a tempo pieno. “La partita iva l’avevo già aperta nel 2014, poi dopo alcuni anni mi sono licenziato perché diventava difficile tenere insieme i due impegni”.

La conciliazione è complicata anche perché l’indole di Federico lo porta a investire continuamente e a non stare mai fermo. Per cui, aiutato dalla sua famiglia, decide di puntare, oltre che sulla vigna, sulla frutta a guscio, castagne e nocciole, considerata in passato nemica della linea per l’apporto calorico e ora rivalutata in quanto preziosa alleata della salute.

“In un piccolo alpeggio a 900 metri abbiamo 25 piante secolari a cui abbiamo aggiunto, negli anni, impianti specializzati di castagni più piccoli, che ci consentono di raccogliere già nel mese di settembre”. Il mercato della frutta a guscio – ci spiega Federico – è esigente: “il consumatore cerca il prodotto locale di qualità e inizia a richiederlo sempre prima, al punto che per noi la stagione inizia a metà settembre per concludersi al massimo a metà novembre”.

L’azienda guidata da Federico di anno dopo anno si allarga al punto che oggi conta 6mila metri coltivati a vigneto, 200 alberi di nocciole, 75 castagni di cui 25 secolari, tutti ad Arnad, paese in cui vive ed è cresciuto. Il che equivale a una raccolta annuale di 40 quintali di castagne. “La metà le vendiamo fresche, le altre le facciamo essiccare e le insacchettiamo oppure le maciniamo per fare la farina”.

Anche senza un punto vendita, Federico riesce a distribuire praticamente tutto il prodotto nell’arco della stagione. Tra i supermercati, i negozi, i panettieri, chi prepara semilavorati, i ristoratori e non in ultimo i privati. “C’è un buon riscontro, la gente apprezza che le castagne e le nocciole siano prodotte in Valle d’Aosta e ritorna”.

E da lì la voglia e la necessità di espandersi e di mettere in campo migliorie e nuovi progetti. Dall’acquisto di un mulino per macinare da sè la farina, grazie anche al premio Slow Food per i giovani agricoltori, ad una trincia più grande per la pulizia del terreno, dai nuovi impianti di castagni e noccioli, al progetto di recupero della varietà locale che Federico vorrebbe tentare. “I castagni che abbiamo a 900 metri hanno 400/500 anni, non saranno lì per sempre, con loro rischia di perdersi quella varietà”.

Nei progetti in campo c’è anche l’idea di assumere un dipendente. “Finora mi hanno aiutato i miei genitori, ma in prospettiva avrò bisogno di qualcuno perché il lavoro è molto aumentato”. Una persona, non si sa ancora se per tutto l’anno, che possa affiancare Federico nel lavoro impegnativo che parte dalla vendemmia, passa attraverso la raccolta delle nocciole e poi termina con le castagne e la loro trasformazione. “Ora come ora è un po’ una scommessa, sono in quel momento in cui sei in piena espansione ma non vedi ancora tutti i frutti del tuo lavoro: l’agricoltura ha bisogno di tempo”.

Federico Broglia e la sua famiglia coltivano anche un altro grande progetto:  la ristrutturazione di un vecchio casale ereditato dai nonni per trasformarlo in agriturismo. Una struttura imponente, tutelata dai beni culturali, che una volta rifatto potrebbe ospitare 13 camere e alcuni appartamentini. “Stiamo cercando di agganciare il cammino Balteo, che ha pubblicato un bando per la ristrutturazione di attività ricettive”. “Per noi sarebbe un’ottima opportunità per dare un po’ di visibilità e un ulteriore canale di vendita per i prodotti dell’azienda” conclude Federico.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito è protetto da reCAPTCHA e da Googlepolitica sulla riservatezza ETermini di servizio fare domanda a.

The reCAPTCHA verification period has expired. Please reload the page.

Vuoi rimanere aggiornato sulle ultime novità di Aosta Sera? Iscriviti alla nostra newsletter.

Articoli Correlati

Fai già parte
della community di Aostasera?

oppure scopri come farne parte