Mauro Gontier e il “Moulin des Aravis”: un agriturismo con una storia da raccontare

Dalla piccola Pontboset, alle diverse traversie, fino a raggiungere una nomea che arriva in cima ad un grattacielo di New York: un’entusiasmante storia per “Le aziende di Coldiretti”.
Mauro Gontier Moulin des Aravis
Le aziende di Coldiretti

“La nostra è una storia particolare, così come quella di questo edificio. Nel ‘93, dopo un incontro alla biblioteca di Champorcher, mia moglie Piera rientra a casa con un carico di suggestioni. Io sonnecchiavo sul divano, all’epoca facevo il muratore. Da lì è nata l’idea di piantare mirtilli, lamponi, ribes e uva spina e dare vita ad un agriturismo”. Mauro Gontier e la sua famiglia hanno una verve simpatica, spigliata ed ospitale, quella giusta per chi deve gestire una struttura ed avere rapporti con i clienti, ma anche lavorare la terra e reinventarsi continuamente.

Da allora, hanno girato diverse zone del Piemonte – Mauro ha frequentato per quattro anni la scuola di agraria a Cuneo – per poi tornare a casa, a Pontboset, al “Moulin des Aravis”: “Qui dal 1947 c’è stata la segheria, mentre alcuni documenti dicono che il mulino risale addirittura al 1629. La struttura è stata il regalo di nozze dei bisnonni ai miei nonni nel 1913”, racconta Piera. Diverse traversie burocratiche, legate alla concessione dell’acqua – data poi ad una fabbrica di Ivrea e restituita al nonno della donna nel 1958…due anni dopo la sua morte – ed alla discendenza, per poi, finalmente, riuscire a partire.

Terreni per un totale di 8000 mq, coltivati per lo più a piccoli frutti, ma ora anche patate, segale e l’orto: “Abbiamo smentito tutti. Ci dicevano: ‘Coi mirtilli morite di fame’, ed invece ne abbiamo anche da vendere”, dice Mauro trionfante. Nell’ottobre del ‘97 – Piera è la memoria storica della famiglia, ricorda tutto – hanno iniziato i lavori all’interno del mulino, per poi aprire finalmente il “Moulin des Aravis” nel luglio 2001.

Ora ad aiutarli ci sono anche i figli: in parte Jean Claude, che già gestisce il Rifugio Miserin, in parte Helena, di 20 anni, ma soprattutto Alessia: “Lei è convinta, le piace. Ha studiato giurisprudenza a Bologna, ma poi è tornata qui, ed ora si occupa delle prenotazioni, del centro benessere, ma anche dei vini, della pasticceria e degli antipasti, oltre a darmi una mano nei campi”, dice Mauro.

Tanta acqua è passata sotto i ponti da allora – e non solo metaforicamente: ora la struttura è autosufficiente a livello energetico e, al piano inferiore, da un paio d’anni è stato creato un piccolo centro benessere: “L’idea è nata perché in tanti si mettevano a guardare ammirati l’acqua della cascata e del fiume che scorreva”, spiega Alessia. “Sono quasi in trance quando la guardano, cercano la pace e la tranquillità”.

Mauro, oltre ad occuparsi dell’azienda agricola, fa il pane e lava i piatti, mentre ai fornelli c’è Piera: “Le piace tanto cucinare, ed è bravissima. I piatti forti sono le castagne col burro, che mi ricordano la festa del Lago Miserin del 5 agosto che si faceva quando ero bambino, ed il risotto con funghi e mirtilli. La domenica facciamo sempre la polenta, ed è suo papà di 94 anni a farla, ovviamente a mano e secondo la tradizione”, continua Mauro.

Una passione, da parte di tutta la famiglia, che ha avuto echi anche all’estero: “Lavoriamo molto con gli stranieri, oltre al nostro sito siamo sui principali portali. Una volta sono arrivate delle persone che ci hanno detto di aver sentito parlare del nostro agriturismo da alcuni amici in cima ad un grattacielo di New York, un’altra volta un israeliano che vive a Londra ci ha detto: ‘Il vostro ristorante è famoso in tutto il mondo, non potevamo non mangiare qui’. Gli abbiamo chiesto se fosse sicuro di essere nel posto giusto!”, raccontano divertiti i Gontier.

“Bisogna sempre formarsi ed innovarsi. Nuovi progetti? No, basta! Per un po’ stiamo tranquilli”, concludono.

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