Siamo nel cuore del Parco nazionale del Gran Paradiso, in alta Valsavaranche, a 1 km da Pont, meta rinomata per alpinisti che cercano avventura e gloria con la scalata verso la cima del Gran Paradiso, ma anche luogo amato dal predatore più incredibile ed affascinante che sta tornando a popolare la nostra Valle, il lupo.
Lasciata l’auto al parcheggio in località Pravieux, dove inizia il sentiero che sale al rifugio Chabod, si prosegue a piedi sulla strada per circa 100 m fino ad imboccare il primo ponte che sulla sinistra attraversa il torrente Savara.
Prima di attraversare il ponte e iniziare la passeggiata, si può ammirare in alto la parete nord del Gran Paradiso. Superato il torrente, ci si dirige verso destra in direzione di Le Pessey, un piccolo borgo abbandonato e molto suggestivo soprattutto in questo momento, con le vecchie baite immerse nella neve candida. Qui si possono ancora osservare le caratteristiche abitazioni di un tempo, dove al pianoterra trovavano posto gli animali domestici – in genere pochi capi per famiglia – al primo piano abitava la famiglia e nel sotto tetto si trovava il fienile. in questo modo si sfruttava, specialmente in inverno, il calore prodotto dagli animali nella stalla che saliva ai piani superiori fermandosi, grazie al fieno, nella zona abitata al centro della casa. I materiali usati erano quelli che la natura offriva sul posto, come pietre e legna, ma anche quelli più funzionali, viste le loro caratteristiche, al mantenimento del calore durante l’inverno e del fresco durante l’estate. Per i tetti si sfruttava la scistosità delle rocce che caratterizzano le vallate del Parco, con forme cosiddette a lose; per il legname si preferiva utilizzare il larice, per la sua elasticità e resistenza all’intemperie, che lo rendono adatto a sopportare il peso del tetto carico di neve durante l’inverno.
Attraversando il pascolo sottostante che ora riposa sotto il manto della neve, si prosegue verso il bosco rado di larici, attenti ad ogni traccia che la neve conserva per farci scoprire quali animali sono passati da lì prima di noi. Si punta poi verso destra dove risalendo leggermente il crinale della montagna. Ciò che è incredibile è che siamo a pochi metri dalla strada, eppure ci troviamo completamente immersi nella natura, circondati dai suoi silenziosi abitanti la cui presenza è però rivelata ad un attento e silenzioso osservatore. Lungo il cammino è infatti facile incontrare volpi e camosci, oppure le inconfondibili tracce di animali misteriosi e invisibili come la lepre bianca e, perché no, il lupo, con la sua caratteristica pista di impronte allineate che non ci permettono di capire quanti animali siano passati di lì; con un po’ di fortuna e pazienza poi, alzando il naso all’insù, possiamo riconoscere qualche sagoma di aquila reale o gipeto che volteggia nel cielo blu contro le cime innevate.
La passeggiata ci porta a ridiscendere di pochi metri il versante della montagna arrivando a costeggiare il letto del fiume. Da qui, una volta attraversato un piccolo pascolo, rimane da affrontare l’ultima salita della giornata prima di arrivare all’alpeggio di Pont Djuan. Di fronte ci si trova il ponte, ora ricoperto di neve, che attraversa il Savara in uno dei suoi tratti più spettacolari e che permette di arrivare all’altra sponda. Qui si imbocca il sentiero di ritorno, che costeggiando il torrente in circa 40 minuti ci riporta al punto di partenza, completando così uno stupendo itinerario ad anello nel cuore del Parco nazionale del Gran Paradiso.
Date previste: 27 febbraio 2017
Dislivello: 130 m
Quota di partenza: 1830 m
Quota di arrivo: 1950 m
Tempo di percorrenza: giornata intera
Info e prenotazioni 344 293 4602 / 344 293 4564