Capire la morte ai tempi del Coronavirus

"Il Coronavirus però ha eliminato un aspetto fondamentale della nostra esistenza ed è la ritualità legata alla morte, necessaria per vivere un lutto normale."
rose
Pensare bene per vivere meglio

Quando si pensa al Covid-19 è necessario affrontare un tema molto delicato per tutti noi: la morte.
Penso che sia l’aspetto più difficile da capire e da accettare, ritengo però che proprio per questo sia importante parlarne, permettere a tutti noi di creare uno spazio all’interno del quale confrontarci e riflettere.
Il Coronavirus ci ha messo di fronte a dei cambiamenti a cui non eravamo pronti e preparati: ha tolto la quotidianità, la libertà, la relazione diretta, ha messo tutti sullo stesso piano e di fronte a questo, ognuno di noi, chi più e chi meno, si è adattato, si è riscoperto, si è permesso di vivere questo periodo in modo costruttivo, dedicandosi maggiormente a se stessi e alla famiglia. Il Coronavirus però ha eliminato un aspetto fondamentale della nostra esistenza ed è la ritualità legata alla morte, necessaria per vivere un lutto normale.

Il lutto ai tempi del Covid-19 è così atipica che sta diventando una vera e propria emergenza psicologica.
In ogni cultura e in ogni tempo la morte è accompagnata da rituali che hanno la funzione di aiutare ad accettare il termine della vita umana. Nulla di più naturale, ma anche nulla di più doloroso, perché implica in sé la separazione. In questi termini il  rituale ci accompagna in questo passaggio e un po’ alla volta ci aiuta ad accettarla.
La condizione che stiamo assistendo è drammatica per altri due aspetti, per prima cosa ci porta a vivere la morte nella solitudine. Non possiamo ricevere una visita, un abbraccio, non possiamo stare in compagnia delle persone care, dei nostri familiari, la maggior parte di coloro che vivono un lutto inoltre è anche in quarantena, con tutte le emozioni che accompagnano questa realtà. Lo stare insieme nei momenti difficili è un istinto dell’uomo. L’altra condizione traumatica è la separazione che avviene già durante la malattia. Molti muoiono in ospedale, e così non è possibile dare l’ultimo saluto, ci viene tolta la possibilità di dare l’ultimo addio, è come se il cerchio non venisse chiuso.

Questi passaggi, necessari per vivere un lutto normale, quando vengono meno, aumentano i rischi di vivere un lutto patologico.
Come già raccontato nell’articolo che ho scritto il 26 settembre 2019 “Amore finito? Ecco cosa accade a livello emozionale e come uscirne salvi”, spiegavo come il lutto sia caratterizzato da delle fasi precise: negazione, patteggiamento, rabbia, depressione, accettazione. È normale essere increduli di fronte al primo momento della morte, è normale provare rabbia per tutto ciò che è accaduto, è normale entrare in uno stato depressivo, tutto ciò ci porta ad elaborare e reinvestire sul nostro futuro. Immaginiamo come già solamente la fase della negazione sia più complessa proprio adesso, perché non è possibile nemmeno vedere il nostro congiunto morto … Diventa difficile rendersi così … la rabbia può diventare più intensa, intensificata dal senso di colpa per quanto fatto o non fatto, detto o non detto. Tutto ora viene amplificato.

Il mio invito a tutti coloro che stanno vivendo il dramma nel dramma è quello di accettare queste emozioni e questi pensieri, perché sono normali, questo non attenua il dolore, ma può renderci meno giudicanti nei propri confronti.
Sarebbe utile anche poter in qualche modo ritualizzare il momento. In base al proprio credo è possibile pregare e lo si può fare anche, grazie alla tecnologia, insieme ai nostri cari. È importante inoltre parlare del nostro caro, rivivere i ricordi belli e le emozioni ad esse correlati. Sarebbe utile anche scrivere i nostri pensieri per permettere al nostro dolore di uscire e di prendere forma, scrivere anche una lettera a colui che abbiamo perso, per esprimere i nostri pensieri e sentimenti e perché no continuare a rivolgerci interiormente al nostro caro.
Di fronte a tutto questo dolore è necessario inoltre continuare a prenderci cura di noi stessi e ogni giorno fare un qualcosa che ci piace, come guardare il nostro film preferito, leggere un libro, telefonare ad un nostro amico, vestirci bene e tenere la casa decorosa. La voglia non c’è, lo so, ma creare un nostro spazio è importante per salvaguardare il proprio equilibrio.
Facile tutto questo? No … ma possibile e necessario.

Voglio dedicare un pensiero speciale e un abbraccio virtuale a tutti coloro che stanno vivendo questa particolare sofferenza.

Per ulteriori informazioni:

346 2203071

Riceve su appuntamento in località Amerique, 9 Quart

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