Il coraggio di Sandrina e il suo impegno per i “senza voce”
Sandrina non ha più voce e non può più urlare. A chi non conosce la sua storia potrebbe sembrare alle prese con un episodio di raucedine o con un forte abbassamento della voce dovuto al freddo o a un mal di gola. Non è così. Sandrina Vanni, classe 1946, nel lontano 1998, a soli 52 anni di età, ha subito un intervento di laringectomia per un cancro alle corde vocali. Il che significa che Sandrina respira da un’apertura sul collo anziché attraverso il naso e la bocca. “Per prudenza mi hanno tolto tutto, oggi ringrazio il medico per quella scelta perché sono ancora viva” ci sussura.
Da allora Sandrina trova comunque il fiato e la voce per far sentire le sue ragioni: “Mi faccio capire e trovo il modo di comunicare e di parlare con tutti”. Il soffio di voce che ha imparato a gestire lo usa per raccontarci la sua storia e la sua vita segnata da tanto dolore che ha affrontato con altrettanta determinazione. Di lei colpisce la genuinità, l’ironia e la serenità con cui rivive, seppur con commozione, alcuni passaggi cruciali della sua vita.
Una vita, tre tumori
Tre volte, in tre momenti diversi della sua vita, Sandrina si è sentita dire la frase shock “lei ha un cancro”. E tutte le tre volte ha superato, non senza difficoltà e momenti di sconforto, la malattia. “Il primo me l’hanno diagnosticato allo stomaco, avevo 40 anni compiuti da un mese”. Da un normale controllo per l’ulcera Sandrina si trova, quindi, ricoverata a Napoli, dove viveva allora sua cugina, con una diagnosi e un intervento dagli esiti incerti. “Il medico mi disse che mi avrebbero aperto e valutato in sala operatoria il da farsi”.
A dispetto delle previsioni l’operazione va bene e il recupero è prodigioso: “Dopo meno di venti giorni ero a casa a mangiare pasta e fagioli” scherza. Due anni dopo si trova dinanzi a un nuovo calvario, un piccolo nodulo al seno. “Me l’hanno tolto subito e per mia fortuna dalla biopsia è risultato benigno”.
Sandrina torna alla sua vita, riprende il suo lavoro da cuoca e nel mentre si trasferisce da Genova in Valle d’Aosta. “Venivo già in Valle a fare le stagioni, poi visto che non ho parenti e sono signorina – scherza – nel 1996 ho deciso di trasferirmi perché mi hanno offerto il lavoro fisso”
Due anni dopo, nel 1998, Sandrina va in ospedale: le manca il fiato e non riesce più respirare bene. Un nuovo tumore, diverso dai due precedenti, ha colpito una due corde vocali. “Mi hanno proposto l’operazione alle corde vocali, ma io tentennavo”. Il timore di Sandrina era legato alla consapevolezza della menomazione che questo intervento le avrebbe lasciato. “Prima dell’intervento mi fecero parlare con due persone operate che mi colpirono negativamente: una non parlava più, l’altra mi disse di non farlo”. Fortunatamente Sandrina si convince e decide di operarsi.
Non si è mai pentita di quella scelta, nonostante un momento buio subito dopo l’operazione. “Non uscivo più di casa, ero a disagio, mi sono lasciata andare, è stato orrendo”. Ma trova il coraggio di ripartire ancora una volta: “io mi sono convinta che la mia forza sta tutta nella mia testa dura”. Ora conduce una vita normale piena di passioni, come il lavoro a maglia e la cucina. “Rispetto a prima faccio quasi tutto, l’unico rimpianto è che non posso più immergermi completamente in mare”.
L’impegno nell’Avlar
Sandrina la sua esile voce e il suo tempo li spende anche per sostenere e rassicurare – attraverso l’Avlar, l’Associazione Valdostana Laringectomizzati di cui è Presidente – i tanti che, come lei, che si trovano costretti a fare l’intervento. “L’idea di riunire i laringectomizzati in associazione, era il 2006, è stata del dottor Canzi”. “Ora questa associazione – ci dice – mi sembra un bel traguardo e un sostegno utile a chi si trova adesso nella situazione in cui ero nel 1998”.
I soci e volontari dell’Avlar sono poco meno di una trentina, si ritrovano tutti mesi al CSV per chiacchierare e per programmare le attività ricreative e di raccolta fondi. Insieme accolgono poi tutte le nuove persone che subiscono l’amputazione delle corde vocali, li seguono prima e dopo l’intervento, offrono un aiuto ad affrontare la malattia anche i loro familiari. “Cerchiamo di far loro capire che una vita normale è possibile, che la memomazione della voce è importante, ma che ci si può convivere”.
L’appello che lancia Sandrina a tutti non è altro che la sua diretta testimonianza di vita: “per uscire dalle avversità l’unica strada è smettere di compatirsi, il modo in cui affrontiamo la vita e i problemi dipende anche da noi”.
Avlar – Associazione Valdostana Laringectomizzati
avlar@tiscali.it
Sandrina Vanni (Presidente): 340/3583200
Ermanno Vice Presidente: 329/7179442