Covid e disabilità, Alessandro si reinventa le giornate durante i lockdown

La vita di Alessandro, un giovane con disabilità che vive con la sua famiglia a Pont-Saint-Martin, è cambiata profondamente durante i periodi lockdown. Da una vita frenetica piena di impegni alla necessaria riorganizzazione delle attività tra le mura di casa.
Alessandro con la mamma Emanuela
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Da una settimana intensa e impegnata a giornate intere trascorse in casa, in cui le parole d’ordine e di necessità sono diventate idee, fantasia e creazione di stimoli. I lockdown, quello di marzo e aprile prima e quello attuale, hanno pesantemente condizionato la vita di Alessandro, un giovane con disabilità, che vive con la sua famiglia a Pont-Saint-Martin.

La grande fortuna di Alessandro si chiama Emanuela Yoccoz, la sua mamma, una donna piena di energie ed entusiasmo che è riuscita, in poco tempo, a riconvertire e riorganizzare la vita del figlio. “Prima del Coronavirus Alessandro aveva una settimana piena di attività diverse che vanno dai laboratori di cucina, alla musica, da attività di falegnameria, al teatro, dal nuoto in piscina ai momenti creativi della nostra Associazione Insieme” ci racconta. “Ci siamo anche interrogati se riuscisse a reggere quei ritmi che, di fatto, lo lasciavano libero solo la domenica, ma Ale non voleva rinunciare a nulla”.

A febbraio la diffusione del virus costringe Alessandro ed Emanuela in casa. “Visti i suoi problemi di salute, l’avevamo già ritirato da Ollignan e da altri corsi per paura del contagio, poi è arrivato il lockdown e tutto si è fermato”. E così i due si sono reinventati cercando una nuova dimensione in grado di stimolare Alessandro e di fargli trascorrere i pomeriggi in modo piacevole. “Ci siamo dovuti attivare anche perché i ragazzi come lui, se non stimolati si siedono e rischiano di perdere competenze già acquisite molto difficili da recuperare in seguito”.

Come provetti pasticcieri Alessandro e la sua mamma hanno cotto decine di torte e preparato dolci, gnocchi, pasta fresca, distribuiti poi a tutto il vicinato. “Abbiamo anche scritto e catalogato le ricette e le foto dei nostri piatti così le abbiamo potute condividere con i tutor dei laboratori di cucina che frequenta Alessandro”. Durante le tante giornate chiuse Alessandro ha anche realizzato tre quadri su tela con figure geometriche ed astratte, ha partecipato a lezioni di musica online, videochiamato gli amici, si è tenuto in forma con esercizi di ginnastica da casa. “Tra le cose che indubbiamente ricorderemo ci sono anche alcune sedute di teatro online con l’Associazione dei Monelli dell’Arte che hanno coinvolto una decina di ragazzi con i loro genitori” ci spiega Emanuela.

Dopo un’estate di attività, ripartite a metà, la seconda ondata di questi giorni non li ha colti impreparati. In Emanuela e Alessandro però si avverte un po’ di stanchezza. “Mio figlio è un ragazzo molto gestibile, ha accettato di buon grado le restrizioni, trascorre diversi momenti da solo in camera sua ad ascoltare musica, rigorosamente celtica, disegnare e scrivere. Questo non significa che non sia stufo, che non voglia vedere altre persone o uscire di più”.

Mamma e figlio, però, rispetto a marzo, si concedono qualche passeggiata in più e un po’ di attività all’aria aperta quando le temperature lo consentono. “Per questo secondo lockdown abbiamo abbandonato i disegni – non sappiamo più dove metterli – e la cucina perché siamo a dieta. Ci siamo dati alla scrittura e in particolare ogni giorno compiliamo delle schede di geografia con le località turistiche che vorremmo visitare. Cerchiamo di mantenere attiva la nostra mente”.  Alessandro poi pulisce il cortile di casa e riordina i cassetti e gli armadi della sua camera. Quello che vorrebbe più di tutto? “Ritornare alla sua vita di prima, ritrovare la sua normalità per riprendere i suoi tanti impegni e anche per rivedere di persona i nipotini che vivono fuori Valle”.

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