“La Petite Ferme du Bonheur”, una piccola oasi di integrazione a Doues

22 Ottobre 2018

Cambia, todo cambia”, la canzone interpretata splendidamente da Mercedes Sosa, potrebbe essere inserita a pieno titolo nella colonna sonora della vita di Alessandro e Valentina Bruno che hanno fondato e da due anni gestiscono “La Petite Ferme du Bonheur” a Doues.

A cambiare, in modo radicale, è stata la loro vita. Alessandro era un giocatore di basket professionista rientrato da poco in Valle e impegnato come operatore in una cooperativa sociale. Valentina è un architetto che si divide tra il lavoro e la famiglia. Insieme a loro Francesca, la loro sorellina minore, con una disabilità di tipo intellettivo, che vive ancora con i loro genitori.

Nel 2010 decidono di lasciare i loro rispettivi appartamenti in città per costruire un’abitazione per tutta la famiglia: “Cercavamo una soluzione che garantisse l’autonomia di tutti, ma che ci permettesse anche di stare vicini a Francesca, che qui è libera di andare e venire” ci spiega Valentina. Nella ricerca del terreno edificabile si innamorano di Doues e da lì si ritrovano con una grande casa costruita nella frazione Bovier e duemila metri quadri di terreno agricolo intorno.

La passione di Alessandro per gli animali e per la voglia di costruire un futuro per Francesca fanno il resto. “Due anni fa ho deciso di dare gambe alla passione per gli animali che avevo quando ero bambino e insieme abbiamo messo in piedi questo progetto”.

La Petite Ferme du Bonheur è contemporaneamente una piccola azienda agricola che alleva animali e coltiva ortaggi e un’associazione di promozione sociale che promuove attività di integrazione e di inclusione a favore di giovani disabili valdostani.

Per chi ha la fortuna di visitarla da vicino è una piccola oasi di serenità in cui convivono due asinelli – Severino e Giuditta – un maiale, quaranta tra pecore e capre, tre cani e un discreto numero tra galline, tacchini, oche e conigli. “I ragazzi vengono quando vogliono e, dopo un periodo di formazione e addestramento, svolgono, in autonomia i lavori che richiede una fattoria: dalla cura degli animali, alla pulizia dell’orto, fino alla produzione del miele e del formaggio”.

Durante l’anno Alessandro e Valentina organizzano anche degli atelier in cui realizzano collane, braccialetti e prodotti in pura lana fatti a mano, ma anche oggetti in legno e biglietti di auguri che poi vengono portati nei mercatini e il cui ricavato serve a sostenere le attività dell’associazione. “Noi proponiamo attività e manufatti semplici, ma che nostri ragazzi riescono a svolgere dalla a alla z” sottolinea Alessandro.

E dato che i ragazzi con disabilità, come tutte le persone del resto, beneficiano del confronto, dello scambio con gli altri a Valentina e Alessandro è venuta l’idea di organizzare attività, laboratori e giochi aperti anche ai bambini normodotati. “Questa estate è andata molto bene: contenti i bambini, soddisfatte le famiglie e entusiasti i nostri ragazzi che hanno svolto un ruolo da animatore” racconta Valentina.

L’idea per il futuro è quella di potenziare ancora la Petite Ferma per creare opportunità di lavoro per giovani disabili che hanno completato il loro percorso nella scuola. La dead line è fissata per l’inizio del 2019 con la ripresa della lattazione delle capre. “Vorremmo assumere alcuni ragazzi per dare dignità al loro lavoro perché ciò che fanno ha un valore importante”.

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