Notte di San Lorenzo: come e quando vedere le stelle cadenti

Quest’anno, secondo le previsioni fornite dal Meteor Shower Calendar della IMO - International Meteor Organization, lo sciame raggiungerà il picco massimo di attività nel pomeriggio di lunedì 12 agosto.
Il Velo del Cigno ripreso dalle piazzole dell’Osservatorio Astronomico della Regione Autonoma Valle d’Aosta. Cortesia Marco Robecchi (https://www.instagram.com/marco_robecchi/) per la Fondazione C. Fillietroz-ONLUS
Un, due, tre stella!

Nel mese di agosto proponiamo spettacoli al Planetario e visite guidate notturne in Osservatorio Astronomico, in programma dal martedì al sabato con prenotazione online obbligatoria – tranne giovedì 15 -, mentre dal 10 al 13 agosto è in programma l’evento speciale Étoiles et musique, dedicato alle stelle cadenti. Per informazioni, consultate il nostro sito webhttps://www.oavda.it/.

La Luna

Le fasi della Luna

Luna nuova domenica 4 agosto 2024, Primo quarto lunedì 12, Luna (anzi, Superluna o Super Luna, vedi qui sotto) piena lunedì 19, Ultimo quarto lunedì 26.

Paragone tra le dimensioni angolari della Luna piena in situazioni diverse: a sinistra, il caso ideale della Luna piena esattamente al perigeo, cioè alla minima distanza orbitale dalla Terra; a destra, il caso opposto della Luna piena esattamente all’apogeo, cioè alla massima distanza orbitale dalla Terra, detta anche Microluna. La Superluna di questo mese è prossima alla situazione più favorevole, ma a occhio nudo non è possibile accorgersi delle piccole differenze rispetto alla norma. Credit: nostra elaborazione grafica delle immagini simulate della Luna di Tom Ruen, confronto realizzato da Dominic Ford per il sito In-The-Sky.org (https://in-the-sky.org/news.php?id=20240821_08_100)
Paragone tra le dimensioni angolari della Luna piena in situazioni diverse: a sinistra, il caso ideale della Luna piena esattamente al perigeo, cioè alla minima distanza orbitale dalla Terra; a destra, il caso opposto della Luna piena esattamente all’apogeo, cioè alla massima distanza orbitale dalla Terra, detta anche Microluna. La Superluna di questo mese è prossima alla situazione più favorevole, ma a occhio nudo non è possibile accorgersi delle piccole differenze rispetto alla norma. Credit: nostra elaborazione grafica delle immagini simulate della Luna di Tom Ruen, confronto realizzato da Dominic Ford per il sito In-The-Sky.org (https://in-the-sky.org/news.php?id=20240821_08_100)

La Superluna

Si parla di Superluna (o Super Luna) quando la fase di Luna piena si verifica con il nostro satellite nei pressi del perigeo, ovvero il punto della sua orbita alla minima distanza dalla Terra. Il nostro satellite, rispetto alla sua distanza media dalla Terra di circa 384.000 km, si troverà invece a ‘soli361.934 km, secondo i calcoli (li trovate qui) di uno dei maggiori esperti mondiali in materia, lo studioso statunitense Fred Espenak, già ricercatore della NASA. Quindi il disco lunare apparirà lievemente più grande come dimensione angolare e un po’ più brillante rispetto a quanto abbiamo visto nei mesi precedenti, quando la fase di Luna piena è capitata con il satellite meno vicino alla Terra. Benché negli ultimi anni la Superluna sia diventata sempre più popolare a livello mediatico, non noteremo nulla a occhio nudo: vanno utilizzati strumenti adeguati per constatare e misurare con precisione queste variazioni.

Congiunzioni della Luna con pianeti e stelle brillanti

Il 10 agosto il nostro satellite naturale sarà molto vicino a Spica, la stella più brillante della costellazione della Vergine, mentre il giorno 13 passerà all’interno della costellazione dello Scorpione, a pochi gradi dalla stella Antares (la sua stella principale).

Il giorno 21 si verificherà un evento abbastanza poco frequente: l’occultazione lunare di Saturno. A partire dalle 5.35 circa (per una località del centro Italia) lo si vedrà immergersi nel lato Nord Ovest del nostro satellite.

La Luna e Saturno il 21 agosto alle 5.35 del mattino, come saranno visibili da una località al centro Italia. Immagine generata con il software Stellarium (http://stellarium.org)
La Luna e Saturno il 21 agosto alle 5.35 del mattino, come saranno visibili da una località al centro Italia. Immagine generata con il software Stellarium (http://stellarium.org)

Il giorno 26 la Luna sarà nella costellazione del Toro sovrapponendosi alle Pleiadi, di cui occulterà la stella più brillante, Alcyone, attorno alle 5.10. Il fenomeno sarà osservabile solo dal Centro Italia e dal Sud. A Nord sarà possibile invece vedere l’occultazione della stella Atlante, che avverrà una mezz’ora più tardi.

Il 26 agosto la Luna occulta alcune componenti del celebre ammasso stellare aperto delle Pleiadi. La stella che si trova sul lembo illuminato della Luna è Alcyone, la più brillante, mentre quella a destra che spunta dal bordo non illuminato è Merope. Immagine che mostra il nostro satellite naturale alle 5.00 del mattino osservato con un binocolo da una località del centro Italia. Immagine generata con il software Stellarium (http://stellarium.org)
Il 26 agosto la Luna occulta alcune componenti del celebre ammasso stellare aperto delle Pleiadi. La stella che si trova sul lembo illuminato della Luna è Alcyone, la più brillante, mentre quella a destra che spunta dal bordo non illuminato è Merope. Immagine che mostra il nostro satellite naturale alle 5.00 del mattino osservato con un binocolo da una località del centro Italia. Immagine generata con il software Stellarium (http://stellarium.org)

Infine, il giorno 27, assieme a Marte, a Giove e alla stella più brillante di questa costellazione, Aldebaran, il nostro satellite formerà un bel quartetto.

Il quartetto formato dalla Luna, Giove e Marte e la stella Aldebaran visibile verso est attorno alle 2 di notte. Elaborazione con il software Stellarium (http://stellarium.org)
Il quartetto formato dalla Luna, Giove e Marte e la stella Aldebaran visibile verso est attorno alle 2 di notte. Elaborazione con il software Stellarium (http://stellarium.org)

I  pianeti

Ricordiamo che la visibilità dei pianeti può variare in base a diversi fattori, come la presenza di ostacoli lungo l’orizzonte, le condizioni atmosferiche e la propria ubicazione geografica. Le posizioni e la visibilità dei pianeti sono indicate per un cielo visibile dal centro Italia. In ogni caso è consigliabile osservare da un luogo con cielo il più possibile scuro, lontano dalle luci della città.

Mercurio

Agli inizi di agosto, dopo il tramonto del Sole, attorno alle 20.30, si trova a un’altezza di meno di una decina di gradi. Per questo motivo è osservabile al massimo per una mezz’ora prima che tramonti a sua volta. Con il passare dei giorni il piccolo pianeta scende sempre più lungo l’eclittica fino a raggiungere la stessa altezza del Sole, tramontando ogni giorno assieme a quest’ultimo. Il 19 agosto Mercurio è in congiunzione inferiore con il Sole e nei giorni successivi ritorna visibile al mattino, a est, prima del sorgere del Sole, attorno alle 6.30 per una trentina di minuti al massimo, dato che il cielo rischiara da lì a poco. Dalla costellazione del Leone nei giorni dal 7 all’11 Mercurio fa un breve passaggio in quella del Sestante, per poi ritornare nel Leone dove rimane fino a fine mese.

Venere

All’inizio di agosto, poco dopo le 20, quando il Sole si trova sull’orizzonte, pronto a tramontare, il pianeta è visibile con difficoltà per una trentina di minuti alla modesta altezza di una decina di gradi sopra l’orizzonte occidentale. Nel resto del mese, Venere percorre ogni giorno un piccolo tratto della sua orbita lungo la parte discendente dell’eclittica: quindi, al tramonto del Sole, Venere si vede sempre alla stessa altezza, “immerso” nei bagliori solari. Perciò, nonostante il crepuscolo anticipi sempre di più il suo inizio, ad agosto la durata della visibilità del pianeta non migliora in modo sostanziale. Il pianeta rimane nella costellazione del Leone fino al giorno 24, quando passa nella Vergine. Segnaliamo che il giorno 10 il pianeta è in congiunzione con Mercurio, che si trova alcuni gradi più a sud.

Marte

All’inizio di agosto sorge a tarda notte (verso le 2), visibile vicino alle Iadi (l’ammasso stellare che forma le “corna” del Toro, oppure il muso, a seconda del disegno di fantasia che si prende come riferimento), ove staziona per tutto il mese. A fine mese anticipa la sua levata di un’ora circa, rendendosi visibile attorno già alle 1. È ancora molto vicino angolarmente a Giove: tra il 14 e il 15 agosto i due raggiungeranno la minima distanza reciproca, a meno di un terzo di grado in una spettacolare congiunzione stretta!

Giove

Sorge praticamente assieme a Marte (quindi alle 2 ad inizio agosto e anticipando di un’ora la sua levata a fine mese) al quale si avvicina angolarmente per raggiungere la minima distanza (congiunzione stretta) il giorno 14. Per tutto il mese si trova nella costellazione del Toro, tra le corna del grande bovino celeste, a poca distanza da Aldebaran, la sua stella più luminosa, e le Pleiadi, con cui il 27 e il 28 il pianeta gigante del Sistema Solare forma un bel gruppo assieme a Marte e alla Luna.

Saturno

Sorgendo a inizio mese verso le 22.15, il pianeta inanellato raggiunge l’altezza di una ventina di gradi sull’orizzonte a partire dalle ore 24. A metà del mese sorge attorno alle 21.15 e può essere visto già verso le 23, a un’altezza di circa 20°, diventando quindi il protagonista nelle nostre serate in Osservatorio Astronomico. Il 22 si verificherà la sua occultazione da parte della Luna: rimandiamo alla sezione “Congiunzioni della Luna con pianeti e stelle brillanti” per ulteriori dettagli. In questi mesi Saturno appare con il piano degli anelli poco inclinato rispetto alla nostra linea di vista, cosa che può favorire la visibilità dei satelliti, specie di quelli meno luminosi come Dione e Tethys. Il pianeta inanellato per tutto il mese staziona nella costellazione dell’Acquario.

Urano

A inizio agosto sorge attorno alle 1 e a fine mese verso le 23. Si trova a pochi gradi a nord ovest di Marte, per tutto il mese lo troviamo nella costellazione del Toro dove può essere osservato con un binocolo o con un piccolo telescopio.

Nettuno

A pochi gradi a nord est di Saturno, il gigante ghiacciato sorge poco dopo quest’ultimo, quindi a inizio agosto verso le 22.30 e a fine mese attorno alle 20.30. È visibile con un telescopio nella costellazione dei Pesci.

La cometa Tsuchinshan-ATLAS (C/2023_A3)

A partire da questo mese iniziamo a inserire nella nostra rubrica gli aggiornamenti sulla cometa scoperta il 9 gennaio 2023 al Purple Mountain Observatory in Cina e individuata in contemporanea dal sistema automatico ATLAS (Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System), dal telescopio ubicato in Sud Africa.

Alcuni giorni dopo l’individuazione della cometa un’analisi preliminare della sua orbita indicava la possibilità che la Tsuchinshan-ATLAS a metà ottobre prossimo potrebbe raggiungere una luminosità compresa tra quella di Betelgeuse, la stella alfa di Orione, e Vega, la quarta stella più brillante del cielo!

Questo mese la cometa si avvicina sempre più alla posizione del Sole, il che la rende un oggetto ostico da osservare. All’inizio di agosto la cometa risulta teoricamente visibile con un piccolo telescopio al tramonto del Sole nella costellazione del Leone, da cui nella seconda decade del mese si sposta in quella del Sestante. L’osservazione dell’astro chiomato è resa molto difficile dalla sua modestissima altezza sull’orizzonte quando il cielo si scurisce. A fine mese la Tsuchinshan-ATLAS risulta invisibile, dato che, raggiungendo praticamente la stessa altezza del Sole sull’orizzonte, tramonta assieme a quest’ultimo.

Gli sciami meteorici di agosto: le Perseidi, le “lacrime di San Lorenzo”

Queste celebri meteore sono associate alle polveri sparse dalla cometa 109P/Swift-Tuttle lungo la sua orbita attorno al Sole, che percorre in circa 133 anni.Le  microscopiche particelle, entrando nell’atmosfera terrestre a gran velocità, creano numerose e spettacolari scie di ionizzazione chiamate impropriamente “stelle cadenti”.

Il termine “Perseidi” deriva dal fatto che il radiante (la zona nel cielo da cui appaiono scaturire per un effetto prospettico) si trova nella costellazione di Perseo, appena sotto Cassiopea.

Il radiante delle Perseidi tra Perseo e Cassiopea (contrassegnato da un cerchio blu). La stella brillante sulla sinistra è Capella dell’Auriga. Nostra elaborazione, credit: IAU and Sky & Telescope (https://www.iau.org/public/images/detail/per/)
Il radiante delle Perseidi tra Perseo e Cassiopea (contrassegnato da un cerchio blu). La stella brillante sulla sinistra è Capella dell’Auriga. Nostra elaborazione, credit: IAU and Sky & Telescope (https://www.iau.org/public/images/detail/per/)

Questo sciame non è attivo solo a San Lorenzo! Il periodo di visibilità delle meteore va infatti dal 17 luglio al 24 agosto. Quest’anno, secondo le previsioni fornite dal Meteor Shower Calendar della IMO – International Meteor Organization  ( https://www.imo.net/resources/calendar/), lo sciame raggiungerà il picco massimo di attività nel pomeriggio di lunedì 12 agosto.

Teoricamente, al massimo possono essere osservabili fino a una sessantina di meteore all’ora. Quest’anno abbiamo le migliori condizioni di osservabilità, in quanto la Luna, che domenica 13 tramonta verso le 23 e lunedì 14 una mezz’ora più tardi, disturberà solo in prima serata la visibilità delle meteore, soprattutto quelle meno brillanti.

Ricordiamo che, per osservare le Perseidi, da sabato 10 a martedì 13 agosto si svolgerà a Lignan l’evento speciale Étoiles et musique – Quattro notti tra scienza e tradizione: accompagnati da musica dal vivo, in un’atmosfera rilassante, osserveremo insieme il cielo alcune tra le lunghe e veloci tracce delle meteore. In ogni caso, vi consigliamo, anche se non è… scientifico, di premunirvi di una bella lista di desideri!

Stelle e costellazioni visibili nelle serate di agosto

Risalendo dal Sagittario lungo la Via Lattea, man mano che ci allontaniamo con lo sguardo dall’orizzonte meridionale raggiungiamo prima la magnifica costellazione dell’Aquila, con la brillante stella Altair, dopodiché troviamo le piccole costellazioni della Freccia e della Volpetta, sormontate dal Cigno, la cui forma a croce è facile da riconoscere, anche grazie alla presenza della brillante stella Deneb. In questa zona di cielo, alta sopra la nostra testa, la Via Lattea sfiora la costellazione della Lira, dove si trova la splendente Vega, quinta stella più brillante del cielo, che, insieme a Altair e Deneb, forma l’asterismo noto come Triangolo estivo.

Delle tre stelle, Altair è la più vicina, trovandosi a soli 16,73 anni luce da noi. Anzi, la sua peculiarità è che si tratta proprio della stella più vicina tra tutte quelle ben visibili nelle sere d’estate. Altair è una stella nana, come il Sole, che supera però in dimensioni: ha una forma piuttosto schiacciata dato che ruota velocemente, con un raggio equatoriale pari a 2 volte quello solare, e un raggio polare 1,6 volte maggiore.

Vega appare come la più luminosa del terzetto: emettendo 40 volte più energia del Sole risulta la stella più luminosa entro una trentina di anni luce da noi (un anno luce = 10.000 miliardi di km).

Vega è una stella nana… grande: infatti è circa 2,5 volte superiore al nostro Sole, e anch’essa ha una forma piuttosto schiacciata, sempre a causa dell’elevata velocità di rotazione attorno al proprio asse. La sua età è stimata in circa mezzo miliardo di anni e intorno alla stella è stata rivelata la presenza di un disco di polveri che potrebbe costituire un sistema planetario in formazione, sebbene al momento non sia stato scoperto alcun pianeta. La sua distanza è pari a 25 anni luce.

Il terzo vertice del Triangolo estivo è Deneb. Diciannovesima stella più luminosa del cielo notturno, Deneb appare meno brillante rispetto a Vega e Altair, ma in realtà la più luminosa intrinsecamente è lei, se si considera che dista nientemeno che 2.600 anni luce. Si tratta di una delle stelle più lontane visibili a occhio nudo, dato che splende ben 200.000 volte più del nostro Sole di cui è 200 volte più grande. La sua temperatura superficiale è di circa 8.500 K e ciò le conferisce un colore bianco leggermente azzurro. Si tratta quindi di una supergigante luminosissima, una delle stelle più cospicue della Galassia. Deneb esploderà come supernova entro uno o due milioni di anni.

Proprio i resti di una stella esplosa tra diecimila e ventimila anni fa formano la Nebulosa del Velo, che si trova anch’essa nella costellazione del Cigno ed è protagonista della nostra Astrocopertina del mese, in un bellissimo scatto dell’astrofotografo Marco Robecchi ripreso a Saint-Barthélemy.

La Via Lattea

Questo è il mese in cui la Via Lattea si presenta al meglio del suo splendore. Nelle prime ore della notte, infatti, si vede come un arco composto da chiaroscuri che ci circonda, a partire dall’orizzonte sud ovest andando verso lo zenit (il punto sopra la nostra testa) e terminando all’orizzonte nord est.

La Via Lattea era chiamata dagli antichi Egizi il “grande fiume celeste”, immagine del Nilo in cielo; analogamente la cultura araba la battezzò Al Nahr (“il Fiume”). Presso i Cinesi era Tien Ho, il “Fiume d’Argento”, mentre nell’India del sud era Akāsh Gangā, il letto del sacro fiume Gange. Ci siamo ispirati a queste tradizioni per il titolo di uno degli spettacoli al Planetario di Lignan, realizzati dal nostro staff: “Il grande fiume del cielo”, in programma proprio in questo mese di agosto.

Dal punto di vista astrofisico la Via Lattea è la proiezione sulla volta celeste della parte più densa di stelle, gas e polveri della nostra galassia. Le aree più luminose di questo ampio arco celeste sono costituite da grandi nubi stellari, mentre le chiazze scure sono nebulose oscure formate da polveri interstellari. Gli Inca le ritenevano vere e proprie “costellazioni oscure”.

Nella costellazione del Sagittario è visibile nella Via Lattea un rigonfiamento luminoso (in inglese detto bulge), nel quale, nei pressi della stella Al Nasl, “la punta” (della freccia scagliata dal Sagittario), vi è la direzione del centro della nostra galassia, non visibile direttamente a causa della grande quantità di materia (gas e polvere) interposta tra noi e quest’ultimo.

Grazie agli sforzi dei ricercatori coordinati dal consorzio EHT, ora sappiamo che Sgr A*, il misterioso oggetto al centro della nostra galassia, è un buco nero super massiccio da 4 milioni di masse solari.

La costellazione zodiacale del mese: il Sagittario

È la costellazione zodiacale più meridionale: il Sole “si trova qui” al solstizio invernale, il giorno più corto dell’anno (21 o 22 dicembre), in cui descrive in cielo un arco apparente molto ridotto.

La costellazione del Sagittario. Credit: IAU and Sky & Telescope (https://www.iau.org/public/images/detail/sgr/)
La costellazione del Sagittario. Credit: IAU and Sky & Telescope (https://www.iau.org/public/images/detail/sgr/)

In alcune culture antiche la costellazione del Sagittario veniva spesso associata all’arco, strumento per la caccia, arma di guerra e simbolo di potere e prestigio.

Ad esempio nelle iscrizioni cuneiformi accadiche, il Sagittario è designato come “il Forte”, “il Gigante Re della Guerra”, personificando il dio arciere della guerra, Nērgal o Nērigal, uno dei cui appellativi era “Grande Signore”.

Anche la cultura araba associava le stelle di questa parte del cielo all’arco: non a caso le tre stelle che lo compongono, Lambda, Delta e Epsilon Sagittarii, portano ancora il nome di “Kaus”, ossia “arco”, seguito da un suffisso che, dal basso in alto, ne designa la posizione: Kaus Australis, Kaus Media e Kaus Borealis, in una curiosa commistione tra arabo e latino.

Eratostene (III-II sec. a. C.) identifica il Sagittario, più che con un centauro, con un satiro, Croto, figlio di Pan e di Eufeme, la nutrice delle Muse, per due motivi: si individuano con facilità solo due zampe su quattro e poi… chi ha mai visto un centauro con l’arco?

Lo scrittore latino Manilio descrisse la figura rappresentata da questa costellazione come mixtus equo, quindi, nella versione che anche a noi pare più consueta, composta da un cavallo nella parte inferiore e da un essere umano dalla cintola in su. Anche il suo contemporaneo Ovidio si riferiva a queste stelle come alla Tessalica Sagitta, ossia “la freccia della Tessaglia”, la terra di origine dei Centauri.

È bene non confondere il Sagittario con la vera e propria costellazione del Centauro, che, trovandosi nel cielo alcune decine di gradi a sud-ovest rispetto alla prima, è visibile dall’Italia solo parzialmente. I Greci la associavano a Chirone, il semidio immortale istruttore di diversi eroi dell’antichità (tra cui Achille e Enea), ben più tranquillo e meno belligerante del suo compare più a nord, sempre pronto a scoccare le sue frecce.

Forse uno dei motivi per queste variazioni di attribuzione è da far risalire al debole splendore delle stelle del Sagittario: basti pensare che la stella Alfa, Rukbat, è soltanto di magnitudine 3,95. La più luminosa è Epsilon, Kaus Australis, con una magnitudine attorno alla 1,79.

E, tanto per non farci mancare nulla a proposito di lingue antiche, la stella Nunki ha un nome la cui origine è molto antica, sicuramente babilonese e forse addirittura precedente (qualcuno ritiene sumera).

La nebulosa Laguna e la Trifida

Nel Sagittario sono visibili alcune nebulose ad emissione, così chiamate in quanto l’idrogeno gassoso, di cui sono in gran parte composte, emette luce nello spazio in seguito a un processo di ionizzazione. Le polveri che diffondono la luce di una stella brillante formano invece le nebulose a riflessione.

La nebulosa Laguna (o M8 nel catalogo di Charles Messier) e la nebulosa Trifida (M20) si trovano nel Sagittario a breve distanza angolare una dall’altra. In particolare M20, visibile nella foto qui sopra in alto a destra e protagonista dell’immagine di copertina, racchiude in sé i due tipi di nebulose di cui abbiamo parlato e ne aggiunge un terzo: la parte rossastra è composta dall’idrogeno luminoso (nebulosa a emissione) che appare solcato da quattro strisce scure formate da polveri (nebulose oscure). L’astronomo inglese John Herschel, osservando visualmente con il suo telescopio la nebulosa, riuscì a scorgere soltanto tre striature scure, che a suo dire davano all’oggetto un aspetto trifid, un aggettivo che esiste anche in italiano (in botanica indica una parte divisa in tre parti terminanti a punta). La chiazza bluastra di M20 è invece dovuta a polveri che riflettono la luce di una stella luminosa (nebulosa a riflessione).

La Trifida si trova a pochi gradi di distanza da un altro celebre oggetto, la Nebulosa Laguna (M8), visibile grande nell’immagine sopra. Con un binocolo entrambe le nebulose sono visibili nello stesso campo di osservazione.

L’ammasso globulare M22

Numerosi sono gli ammassi globulari che troviamo nel Sagittario: M22 è il più cospicuo nel cielo visibile dalle latitudini europee, assieme a M13 nella costellazione di Ercole. Si trova alla distanza di 10.000 anni luce, ha un diametro di circa 100 anni luce ed è composto da almeno 100.000 stelle. Visibile anche con un binocolo, è un oggetto molto apprezzato dagli appassionati.

A cura di Paolo Recaldini, Andrea Bernagozzi e Davide Cenadelli

La rubrica “Il cielo del mese” della Fondazione Clément Fillietroz-ONLUS è realizzata con il contributo della Fondazione CRT.

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