Nel mese di marzo proponiamo spettacoli al Planetario e visite guidate notturne in Osservatorio Astronomico, in programma al sabato con prenotazione online obbligatoria. Per informazioni, consultate il nostro sito web: https://www.oavda.it/. Ma cosa dobbiamo aspettarci dal cielo in questo mese?
Equinozio di primavera
Inizia la primavera astronomica
Mercoledì 20 marzo, alle ore 4.04 dei nostri orologi, ha luogo l’equinozio primaverile per l’emisfero boreale della Terra. Il Sole si trova esattamente sull’equatore celeste: in pratica sorge esattamente a est e tramonta esattamente a ovest, considerando un orizzonte teorico, ossia totalmente sgombro da ostacoli naturali o artificiali. Il dì (la parte del giorno con il Sole sopra l’orizzonte ideale) dura 12 ore e equivale alla notte: la parola “equinozio” deriva dall’antico latino aequinoctium, derivato a sua volta dalla locuzione aequa nox, cioè “notte uguale (al dì)”.
La Luna
Le fasi della Luna
Ultimo quarto domenica 3 marzo 2024, Luna nuova domenica 10, Primo quarto domenica 17, Luna piena lunedì 25.
Congiunzioni tra la Luna e pianeti e stelle brillanti
Alle prime ore del mattino del 3 marzo la Luna era vicina alla supergigante rossa Antares (mag. +1,05), la stella alfa della costellazione dello Scorpione. L’8 marzo si verifica anche una bella congiunzione tra Luna e due pianeti Venere e Marte: l’evento sarà visibile prima dell’alba verso sud.
Il giorno 14 il nostro satellite naturale si avvicina a Giove. Il fenomeno è apprezzabile a partire dalle 19.00. Il giorno successivo la Luna si troverà molto vicina alle Pleiadi, il celebre ammasso stellare nella costellazione del Toro. Essendo la Luna in fase non troppo avanzata (a due giorni dal Primo quarto), con un binocolo sarà possibile percepire il debole chiarore delle Pleiadi vicine a quest’ultima, a patto di osservare dopo le 19.30, con il cielo che si scurisce.
Infine il 22 la Luna sarà in congiunzione con la stella Regolo, la più brillante della costellazione del Leone.
L’eclisse penombrale di Luna del 25 marzo
Lunedì 25 marzo la Luna attraverserà l’ombra della Terra tra le 05.53 e le 10.32 (ora dei nostri orologi), producendo un’eclisse lunare di penombra (o penombrale). Infatti la Terra bloccherà parte della luce solare, ma non tutta: la Luna apparirà meno brillante del solito, ma non sarà completamente oscurata. L’eclisse sarà visibile da zone delle Americhe, dall’Antartide e dalla Russia nord-orientale. Non sarà visibile dalla Valle d’Aosta poiché la Luna sarà sotto l’orizzonte in quel momento. Il massimo dell’eclisse si verificherà alle 8.13.
Una curiosità: il 12 marzo pianeti, Sole e Luna in linea!
Segnaliamo l’avvicinamento prospettico, che avverrà intorno alla metà del mese, dei cinque pianeti visibili a occhio nudo (Mercurio, Venere, Marte, Giove, Saturno), di Urano, Nettuno, del Sole e della Luna, le cui posizioni nel cielo saranno comprese entro uno spazio di 90°, dalla costellazione zodiacale del Capricorno a quella dell’Ariete.
Il fenomeno non sarà osservabile nella sua interezza in quanto i pianeti sorgeranno assieme al Sole. Solo Marte e Venere teoricamente potrebbero essere visibili, a fatica, molto bassi sull’orizzonte est, attorno alle 6.30, appena prima del sorgere della nostra stella. Inoltre ricordiamo che, considerando le distanze relative tra i corpi, questo raggruppamento non produrrà alcun fenomeno fisico nel nostro Sistema Solare (né tantomeno sulla Terra). Quindi… nessun disastro incombente prevedibile. Si tratta comunque di una configurazione che si ripete alquanto di rado ed è per questo che la segnaliamo.
La cometa 12P/Pons-Brooks
La cometa 12P/Pons-Brooks venne individuata nel luglio 1812 dall’astronomo Jean-Louis Pons dell’Osservatorio di Marsiglia e individuata indipendentemente il 1º agosto da Vincent Wisniewski e Alexis Bouvard. Fu riscoperta nel 1883 da William Robert Brooks, che ha dato il secondo nome alla cometa.
Come suggerisce la lettera “P” nel suo nome di catalogo, questa cometa è periodica: ogni 71 anni compie una rivoluzione attorno al Sole e giunge più vicina alla Terra. È proprio quello che sta capitando all’inizio di quest’anno: si tratta quindi di un’occasione per vederla praticamente unica!
La sua orbita è altamente ellittica, che la porta nel punto più lontano dal Sole (afelio) oltre l’orbita di Nettuno e a passare alquanto vicina al Sole nel punto più vicino (perielio). La Pons-Brooks dovrebbe risultare alla massima luminosità attorno al 21 aprile, data del suo minimo avvicinamento al Sole a circa 117 milioni di km; raggiungerà la minima distanza dalla Terra il 2 giugno, quando passerà a poco più di 230 milioni di chilometri dalla Terra. Le stime indicano che già nel mese di marzo potrebbe diventare visibile anche a occhio nudo. È molto importante ricordare che non di rado le previsioni di luminosità delle comete possono essere inesatte, in quanto lo splendore di questi oggetti può variare parecchio, a seconda della produzione di getti di gas e polveri dovuti al riscaldamento da parte del Sole.
Nel caso della Pons-Brooks, però, eventuali scostamenti dalle previsioni potrebbero avvenire in senso positivo: nel passato questa cometa ha infatti evidenziato una certa propensione a produrre degli aumenti improvvisi di attività, i cosiddetti burst (si veda ad esempio nell’articolo “Esplosione sulla cometa Pons-Brooks” [https://www.media.inaf.it/2023/07/24/esplosione-cometa-12p-pons-brooks/]). Se questo dovesse accadere, allora lo spettacolo di una cometa luminosissima dovrebbe essere assicurato!
Ed eccoci ai consigli per l’osservazione in questo mese, in cui la Pons-Brooks potrebbe raggiungere e superare la soglia (teorica) di visibilità a occhio nudo.
A partire dall’11 marzo, dopo il tramonto del Sole, si può provare a cercare la cometa con l’ausilio di un buon binocolo nella costellazione di Andromeda e dopo il 15 marzo in quella dell’Ariete. La Luna, in fase nuova il 10, disturberà progressivamente le osservazioni rendendo il cielo molto chiaro, quindi la finestra di osservazione può essere protratta fino al giorno 20.
Ricordiamo che la cometa si presenterà bassa sull’orizzonte occidentale, immersa nella luce del crepuscolo e dunque di difficile osservazione. La presenza della Luna in fase crescente, l’inquinamento luminoso dovuto alle luci artificial e eventuali ostacoli lungo l’orizzonte potranno ostacolare l’impresa, ma abbiamo visto come siano possibili belle sorprese grazie a un eventuale aumento improvviso di splendore dell’astro chiomato.
Le osservazioni al binocolo possono riprendere dopo il giorno 20 fino alla fine del mese, quando la Pons-Brooks entrerà nella costellazione dell’Ariete. Con il telescopio, invece, sarà possibile seguire la cometa per tutto marzo.
I pianeti
Ricordiamo che la visibilità dei pianeti può variare in base a diversi fattori, come la presenza di ostacoli lungo l’orizzonte, le condizioni atmosferiche e in base alla propria ubicazione geografica. Le posizioni e la visibilità dei pianeti sono indicate per un cielo visibile dal centro Italia.
In ogni caso è consigliabile osservare da un luogo con cielo il più possibile scuro, lontano dalle luci della città.
Mercurio. Ai primi del mese la distanza angolare del piccolo pianeta aumenta sempre più, tanto che a partire dalla seconda decade di marzo può essere scorto, verso ovest attorno alle 18.00. Il 17 marzo Mercurio raggiunge il perielio (la posizione sulla sua orbita che lo porta alla minima distanza dalla Terra), mentre il 24 è alla massima elongazione orientale, ovvero la massima distanza angolare dal Sole (18,8° a est, o “a sinistra” della nostra stella). È proprio intorno a quella data che consigliamo di cercare la tenue immagine del pianeta immersa nei bagliori del crepuscolo serale. Dai confini della costellazione dell’Acquario l’8 marzo Mercurio passa nei Pesci.
Venere. In questo mese il secondo pianeta dal Sole risulta molto difficile da osservare, dato che agli inizi di marzo sorge praticamente in contemporanea al Sole e che giorno dopo giorno la sua distanza angolare dalla nostra stella non fa che diminuire sempre più. Il 10 marzo passa dalla costellazione del Capricorno a quella dell’Acquario.
Marte. Ai primi del mese si trova ancora angolarmente vicino a Venere. Pur aumentando nel corso del mese la sua distanza angolare dal Sole, il pianeta rosso non risulta ancora osservabile in modo proficuo, dato che all’alba si presenta con un’altezza di una decina di gradi soltanto. A fine mese si può provare a scorgerlo nei bagliori dell’alba, dalle ore 6.30 al massimo fino alle 7.00. Il giorno 20 passa dalla costellazione del Capricorno a quella dell’Acquario.
Giove. Avvicinandosi progressivamente alla posizione del Sole nel cielo, il pianeta gigante del Sistema Solare è ancora visibile per alcune ore dopo il tramonto nella costellazione dell’Ariete. A inizio mese tramonta verso le 22.30, alle 21.30 alla fine, offrendo ancora qualche opportunità di osservazione e di ripresa.
Saturno. All’inizio di marzo Saturno, che si trova nella costellazione dell’Acquario, è invisibile, in quanto angolarmente vicinissimo al Sole (è stato in congiunzione il 28 gennaio scorso). Pur crescendo nei giorni la sua distanza angolare dal Sole, sorgendo praticamente in contemporanea a quest’ultimo, risulta di fatto invisibile per tutto il mese.
Urano. Si trova entro i confini della costellazione dell’Ariete, a 3,5° da Giove. È ancora visibile per alcune ore dopo il tramonto del Sole, ai primi del mese fino alle 22.30; l’intervallo di visibilità verso fine marzo si accorcia di un’oretta.
Nettuno. È invisibile in quanto si avvicina alla congiunzione con il Sole, che raggiunge il giorno 17. Per tutto il mese si trova nella costellazione dei Pesci.
Stelle e costellazioni visibili nelle serate di marzo
Ai primi di marzo la notte astronomica inizia verso le 19.45 dei nostri orologi; a fine mese, a causa dell’introduzione dell’ora legale, solo attorno alle 21.40 possiamo avere il cielo buio (beninteso in assenza di fonti di inquinamento luminoso!).
Orione si vede ancora. In questo periodo dell’anno, situato tra la fine dell’inverno astronomico e l’inizio della primavera, in prima serata possiamo ancora ammirare verso sud la costellazione di Orione. La sua sagoma è inconfondibile, con la sua forma a clessidra, le quattro brillanti stelle che simboleggiano le spalle e le ginocchia, le tre stelle della cintura quasi allineate, che balzano agli occhi anche dei meno esperti, e che qualcuno ancora confonde con la coda dell’Orsa Maggiore! Betelgeuse, la stella che rappresenta la spalla destra del gigante Orione, è una supergigante rossa. Come suggerisce questa espressione si tratta di un’enorme stella con un diametro 1.000 volte quello del Sole e una massa circa 18 volte superiore. Si trova nelle fasi finali di evoluzione: esploderà come supernova entro (relativamente) poco tempo, forse, a detta di alcuni astrofisici, entro 100.000 anni. Rigel, che di Orione simboleggia il ginocchio sinistro, tra alcuni milioni di anni potrebbe seguire lo stesso destino di Betelgeuse.
Al di sopra di Orione osserviamo ancora le altre costellazioni invernali tra cui il Toro, più in alto l’Auriga; verso est i Gemelli con il Cane minore, più in là il debole Unicorno e scendendo il Cane maggiore che sembra “chiudere la fila” a sud ovest.
Il cielo di marzo mostra a metà serata le prime costellazioni del cielo primaverile, meno vistose di quelle invernali, in quanto formate da stelle più deboli. A sud est notiamo un astro brillante di colore aranciato: si tratta di Alphard, la stella Alfa della costellazione dell’Idra, alla cui destra troviamo la Poppa della nave di Argo, costellazione attualmente non più presente nel novero di quelle ufficiali.
Sopra la nostra testa, davanti alle zampe dell’Orsa maggiore, possiamo osservare la Lince; verso nord possiamo notare, proprio nell’Orsa maggiore, il famoso asterismo del Grande carro e in direzione opposta rispetto alla Stella polare l’inconfondibile “W” di Cassiopea. Del Piccolo carro e della Stella polare parliamo qui sotto, nel paragrafo dedicato alle costellazioni circumpolari.
In seconda serata si può ammirare in tutta la sua estensione il Leone, riconoscibile dalle stelle che, disponendosi in una sorta di punto interrogativo alla rovescia, ne formano la criniera. Regolo, la stella più luminosa della costellazione, rappresenta il cuore di questa splendida figura che illustreremo il mese prossimo.
Alla sua sinistra osserviamo la Chioma di Berenice e assistiamo al sorgere della Corona Boreale e di Ercole, costellazioni che avremo modo di approfondire su questa rubrica nei prossimi mesi.
La costellazione zodiacale del mese: il Cancro
Un piccolo granchio fatto di stelle. Il Cancro è la più piccola fra le costellazioni zodiacali. Appare come una piccola “Y” a testa in giù, ma la si riconosce meglio grazie alla presenza al suo interno di un piccolo batuffolo luminoso, che già al binocolo rivela la sua natura di ammasso aperto, M44, composto da un migliaio di stelle e alla distanza da noi di circa 600 anni luce.
Questo ammasso fu soprannominato dall’autore latino Plinio il Vecchio Praesepe . Nella lingua latina questo termine designa una “mangiatoia” presso cui si foraggiano i due asinelli (rappresentati nel cielo dalle due stelle Gamma Cancri, l’“Asellus Borealis”, e Delta Cancri, l’“Asellus Australis”). Gli italiani appassionati di astronomia lo chiamano quindi “ammasso del Presepe”, anche se nella nostra lingua questa parola ha un’accezione prettamente… natalizia. Nei paesi anglosassoni M44 è invece soprannominato Beehive Cluster, ossia “l’Ammasso dell’Alveare”.
Le costellazioni che non tramontano mai: l’Orsa Minore e l’asterismo del Piccolo carro
Questo mese, a proposito delle costellazioni circumpolari (quelle che, situate tra polo nord celeste e orizzonte, non tramontano mai), parliamo di un disegno di stelle che tutti conoscono, ma che forse non tutti sanno come individuare nel cielo.
Se si ha la fortuna di disporre di un orizzonte settentrionale sgombro, guardando con attenzione in prima serata si può riconoscere il Piccolo carro, che a quell’ora si trova verso nord a metà cielo, cioè disposto per il lungo più o meno parallelamente all’orizzonte, a un’altezza intermedia tra l’orizzonte stesso e il punto sopra la nostra testa. Si veda l’immagine qui sotto per maggiore chiarezza.
Come il Grande carro, anche il Piccolo carro è un asterismo, ossia un disegno fatto di stelle all’interno di una costellazione ufficiale, che in questo caso è l’Orsa Minore, che fu designata come area di cielo ben precisa dagli astronomi riuniti a Parigi nel lontano 1929.
La figura della piccola Orsa è composta di stelle deboli in aggiunta a quelle un po’ più luminose del Piccolo carro. Per quanto riguarda quest’ultimo, la scarsa luminosità di quattro delle sue sette stelle è il motivo per cui consigliamo sempre di partire dal Grande carro, prolungando la semiretta da Merak a Dubhe di cinque volte per trovare il Polo nord celeste e la Stella polare, che è la stella finale delle tre del timone del Piccolo carro. Con un cielo scuro è possibile quindi individuare la forma dell’Orsa Minore.
Riproduciamo qui sotto l’immagine che illustra il procedimento per trovare la Polare.
A cura di Paolo Recaldini, Andrea Bernagozzi e Davide Cenadelli
La rubrica “Il cielo del mese” della Fondazione Clément Fillietroz-ONLUS è realizzata con il contributo della Fondazione Crt.