Una quarta “Superluna”, mentre la cometa si allontana: il cielo di novembre

Cosa ci riserverà il cielo di questo mese? A spiegarcelo, come sempre, i ricercatori dell'Osservatorio astronomico regionale.
La nebulosa a riflessione vdB 152 nella costellazione di Cefeo, fotografata da Saint-Barthélemy. Questa ripresa ha vinto il 1° premio al Concorso di astrofotografia del 32° Star Party (27-29 settembre 2024). Cortesia Alessandro Soffia per la Fondazione C. Fillietroz-ONLUS
Un, due, tre stella!

Nel mese di novembre proponiamo al pubblico spettacoli al Planetario e visite guidate notturne in Osservatorio Astronomico, in programma al sabato con prenotazione online obbligatoria. Non perdete poi l’evento speciale dedicato ai buchi neri, il tradizionale Black Hole Friday, in programma la sera di venerdì 29 novembre! Per informazioni, potete consultate il nostro sito web.

Vediamo ora cosa ci riserverà il cielo di questo mese.

La Luna

Le fasi della Luna

Luna nuova venerdì 1° novembre 2024, Primo quarto sabato 9, Luna piena (anzi, Superluna o Super Luna) venerdì 15, Ultimo quarto sabato 23.

Confronto tra i diametri apparenti della Superluna (a sinistra) e della Luna alla distanza media dal nostro pianeta (a destra). Credit: immagini simulate della Luna di Tom Ruen; confronto realizzato da Dominic Ford per il sito In-The-Sky.org ; elaborazione grafica di Andrea Bernagozzi
Confronto tra i diametri apparenti della Superluna (a sinistra) e della Luna alla distanza media dal nostro pianeta (a destra). Credit: immagini simulate della Luna di Tom Ruen; confronto realizzato da Dominic Ford per il sito In-The-Sky.org ; elaborazione grafica di Andrea Bernagozzi

La quarta “Superluna” dell’anno

Ricordiamo che la Superluna è la Luna piena che avviene quando il nostro satellite naturale si trova nei pressi del perigeo, il punto sulla sua orbita più vicino alla Terra. Secondo i calcoli dell’astronomo statunitense Fred Espenak la Superluna di venerdì 15 novembre avverrà con il nostro satellite a poco più di 361.860 km dalla Terra, rispetto alla distanza media che è di 384.400 km. Non è la Superluna con il massimo avvicinamento del 2024, il primato è spettato a quella di ottobre a una distanza dalla Terra di 357.364 km.

Riguardo alla presunta eccezionalità della Superluna, la quarta e ultima di quest’anno, valgono le considerazioni che abbiamo già fatto nei mesi scorsi: anche se oggettivamente il disco della Luna è maggiore di come non sia di solito, è una variazione che a occhio nudo risulta praticamente impercettibile.

Congiunzioni della Luna con pianeti e stelle brillanti

Il giorno 16 il nostro satellite naturale sarà angolarmente vicino alle Pleiadi, il celebre ammasso aperto nella costellazione del Toro. Il 17 sarà il turno di Giove: l’incontro ravvicinato con la Luna avverrà ancora nella costellazione del Toro, con quest’ultima che si dirige verso l’esterno dello spazio tra le “corna” del bovino celeste, all’interno del quale è invece posizionato il pianeta gigante. Il 20 si verificherà un passaggio ravvicinato della Luna con la stella Polluce della costellazione dei Gemelli. Il tutto avverrà vicino alla posizione di Marte, che verrà “raggiunto” il giorno successivo (vedi la descrizione del pianeta rosso).

La cometa Tsuchishan-ATLAS (C/2023 A3)

La cometa Tsuchishan-ATLAS (C/2023 A3) fotografata dalla Valle d’Aosta il 13 ottobre scorso. Cortesia Alessandro Cipolat Bares per la Fondazione C. Fillietroz-ONLUS
La cometa Tsuchishan-ATLAS (C/2023 A3) fotografata dalla Valle d’Aosta il 13 ottobre scorso. Cortesia Alessandro Cipolat Bares per la Fondazione C. Fillietroz-ONLUS

La cometa, che ha raggiunto il perigeo (la minima distanza dalla Terra) il 12 ottobre, ha dato bella mostra di sé nell’ultima decade del mese scorso. Durante il mese si allontana sempre più dal nostro pianeta: il 10 novembre la Tsuchishan-ATLAS si sposterà dalla costellazione di Ofiuco a quella del Serpente e sarà osservabile dalle 18.30 (con il cielo sufficientemente scuro) fino alle 20.30. Dal 20 novembre in poi la si vedrà solo entro le 19.45-20.00 dato che anticiperà un poco il suo tramonto. Per osservarla occorrerà usare un piccolo telescopio, a causa della sua luminosità al di sotto della soglia di visibilità a occhio nudo.

La carta mostra la posizione della cometa durante il mese di novembre. Il 10 passa dalla costellazione dell’Ofiuco a quella del Serpente. Cartina generata dal sito In the Sky
La carta mostra la posizione della cometa durante il mese di novembre. Il 10 passa dalla costellazione dell’Ofiuco a quella del Serpente. Cartina generata dal sito In the Sky

I pianeti 

Ricordiamo che la visibilità dei pianeti può variare in base a diversi fattori, come la presenza di ostacoli lungo l’orizzonte, le condizioni atmosferiche e la propria ubicazione geografica. Le posizioni e la visibilità dei pianeti sono indicate per un cielo visibile dal centro Italia.

In ogni caso è consigliabile osservare da un luogo con cielo il più possibile scuro, lontano dalle luci della città.

Mercurio

Ai primi di novembre il pianeta tramonta praticamente in contemporanea al Sole. Dato che il giorno 16 raggiunge la massima elongazione orientale, attorno a quella data può essere cercato a partire dalle 16.45 circa, molto basso sopra l’orizzonte sudoccidentale e ancora immerso negli ultimi bagliori della luce solare. Il percorso apparente del piccolo pianeta nello sfondo delle costellazioni è complesso: il 3 novembre passa dalla costellazione della Bilancia in quella dello Scorpione, sconfinando il 9 nell’Ofiuco; il 12 ritorna nello Scorpione e infine il 15 è di nuovo nell’Ofiuco, dove rimane fino a fine mese.

Venere

Prosegue il periodo di visibilità serale del luminoso pianeta iniziato il mese scorso. Nei primi giorni di novembre Venere occhieggia all’orizzonte sudoccidentale già verso le 17.30, angolarmente non lontano da Mercurio. Il giorno 5 si trova molto vicino alla Luna. Nelle settimane successive si allontana sempre di più dal Sole e risulta così osservabile già a partire dalle ore 17.00. Dalla costellazione dell’Ofiuco il giorno 9 si sposta in quella del Sagittario, in cui rimane per tutto il mese.

Marte

Il pianeta rosso sorge all’orizzonte est-nord est attorno alle 22.30 nella costellazione del Cancro. Il giorno 20 viene avvicinato dalla Luna (vedi immagine qui sotto) con cui forma una bella congiunzione.

La congiunzione tra Luna e Marte nella costellazione del Cancro la sera del 20 novembre attorno alle 22.30. Immagine generata con il software Stellarium
La congiunzione tra Luna e Marte nella costellazione del Cancro la sera del 20 novembre attorno alle 22.30. Immagine generata con il software Stellarium

Giove

Sorge attorno alle 23.30 nella costellazione del Toro in cui rimane per tutto il mese all’interno dello spazio racchiuso dalle sue “corna”. Il giorno 17 viene avvicinato dalla Luna.

Saturno

Visibile già intorno alle 18.00, con il cielo quasi scuro, mentre occhieggia nella costellazione dell’Acquario in cui rimane per tutto novembre. Al telescopio osserviamo il sottile profilo degli anelli in quanto il loro piano è visibile poco angolato rispetto al nostro punto di vista.

Urano

Il giorno 17 il lontano gigante ghiacciato è in opposizione: ciò significa che al tramonto del Sole è già visibile all’orizzonte orientale, a partire dalle 19.00. Si muove all’interno della costellazione del Toro, spostandosi verso il confine con quella dell’Ariete. Ricordiamo che questo pianeta è visibile con un binocolo o al telescopio.

Nettuno

Visibile già alto all’imbrunire con l’ausilio di un telescopio, permane per tutto novembre nella costellazione dei Pesci. Al telescopio si nota un dischetto dal caratteristico colore azzurrino.

Gli sciami meteorici di novembre

Le Tauridi

Sono uno sciame di meteore (nome tecnico delle stelle cadenti) associate alle polveri lasciate in prossimità dell’orbita terrestre dall’asteroide 2004 TG10 o, secondo altre stime, dalla cometa 2P/Encke. In realtà le Tauridi sono composte da due sottosciami distinti: le Tauridi Sud, attive da fine settembre al 2 dicembre con il massimo attorno al 5 novembre e le Tauridi Nord, attive dal 13 ottobre al 2 dicembre, con un massimo previsto quest’anno il 12 novembre, in cui si producono circa 5-10 meteore all’ora. Le stelle cadenti sembrano irradiarsi dalla parte meridionale della costellazione del Toro, dalla quale entrambi gli sciami prendono il nome.

Dal punto di vista del disturbo del chiarore lunare le condizioni di visibilità saranno ottime per le Tauridi Sud, dato che il 5 la Luna sarà tra la fase di Luna nuova e il Primo quarto, quindi apparirà come una piccola falce che tramonterà attorno alle 18.30, lasciando il cielo buio per l’osservazione del fenomeno.

Per quanto riguarda il massimo delle Tauridi Nord, il 12 novembre la Luna, nella costellazione dei Pesci (non lontana da quella del Toro) tra la fase di Primo quarto e di Luna piena, tramonterà non prima delle 3.30. Potrebbe quindi disturbare un poco la visibilità delle meteore che comunque saranno meglio osservabili dopo la mezzanotte, quando la costellazione del Toro sarà alta sopra l’orizzonte sud.

La posizione del radiante delle Leonidi nella costellazione del Leone. Credit: Meteor Shower Calendar
La posizione del radiante delle Leonidi nella costellazione del Leone. Credit: Meteor Shower Calendar

Le Leonidi

Secondo le previsioni dell’International Meteor Organization attorno alle 5.00 del mattino (ora solare italiana) del 17 novembre si verificherà il picco delle Leonidi, il più importante del mese di novembre , le meteore associate alle polveri della cometa periodica 55P/Tempel-Tuttle. Sono così denominate perché sembrano provenire da un punto detto radiante nella costellazione del Leone (vedi immagine qui sopra).

Vista l’ora in cui potrebbe verificarsi il massimo, conviene quindi mettersi in osservazione dopo la mezzanotte tra il 16 e il 17 novembre. Quest’anno la Luna, due giorni dopo la fase di Luna Piena, disturberà un po’ la visibilità di questo sciame, che raggiunge il massimo proprio nella seconda parte della notte, quando la Luna sarà ancora alta nel cielo (alle 5.00 sarà a un’altezza di una quarantina di gradi).

Stelle e costellazioni visibili nelle serate di novembre

La costellazione di Pegaso. Credit: IAU and Sky & Telescope
La costellazione di Pegaso. Credit: IAU and Sky & Telescope

I tesori di Pegaso e Andromeda

Un poco più a ovest della stella Enif, che simboleggia il naso del cavallo Pegaso, con un buon binocolo o un piccolo telescopio possiamo osservare, a 34.000 anni luce dal Sole, l’ammasso globulare M15, composto da 300.000 stelle comprese in uno sferoide di circa 130 anni luce di diametro. Scoperto dall’astronomo italiano Giovanni Domenico Maraldi, dal punto di vista astrofisico è una forte sorgente di raggi X, forse prodotti da un buco nero generato da una massiccia stella dell’ammasso giunta allo stadio finale della sua evoluzione. Ne parleremo al Black Hole Friday, l’evento speciale dedicato ai buchi neri in programma la sera di venerdì 29 novembre.

Dalla parte opposta rispetto al corpo del cavallo alato Pegaso, cioè più a oriente, troviamo la costellazione di Andromeda. Dalla stella luminosa Beta Andromedae (Mirach) possiamo muoverci verso la stella Mu e Nu Andromedae per individuare a poca distanza da quest’ultima M31 (la Galassia di Andromeda), l’oggetto più lontano percepibile a occhio nudo, distante da noi ben 2,5 milioni di anni luce. Al telescopio mostra il suo brillante nucleo, che pur apparendo come una massa luminosa e compatta, è in realtà composto da miliardi di stelle visualmente non distinguibili una dall’altra per via della grande distanza da noi.

Vi è una certa probabilità che il destino della Galassia di Andromeda e della nostra Galassia sia quello di inghiottirsi a vicenda tra non meno di 3,7 miliardi di anni… un evento a cui crediamo nessuno di noi potrà assistere!!! Per questo suggeriamo di partecipare allo spettacolo Sulle ali di Pegaso al Planetario di Lignan, ogni sabato alle ore 18.00, dove proiettiamo una simulazione dell’incontro cosmico realizzata dagli studiosi sulla base di dati scientifici.

Verso Nord anche i neofiti potranno possono riconoscere senza difficoltà l’asterismo del Grande Carro, che a fine serata sale lentamente sopra l’orizzonte in direzione nord est. Un poco più in alto vi è la costellazione dell’Orsa Minore e sopra ancora la costellazione del Cefeo, a forma di casetta con il tetto… che punta all’ingiù. In questa costellazione vi sono diversi interessanti oggetti del profondo cielo, tra cui la nebulosa a riflessione vdB 152, il soggetto della nostra Astrocopertina del mese, immortalata da Alessandro Soffia, il vincitore del concorso di astrofotografia al 32° Star Party a Saint-Barthélemy. Si tratta di un insieme di polveri interstellari (la struttura allungata di colore beige nell’immagine) che in parte riflette la luce di una luminosa stella blu. La nebulosa a riflessione, l’oggetto di colore azzurro che si vede al centro dell’immagine. si trova alla distanza da noi di circa 1.300 anni luce.

La costellazione zodiacale del mese: gli elusivi Pesci

La costellazione dei Pesci. Credit: IAU and Sky & Telescope
La costellazione dei Pesci. Credit: IAU and Sky & Telescope

n questo mese la costellazione dei Pesci (la cui sigla è Psc) è ben visibile verso le ore 21.30 in direzione dell’orizzonte sud. L’asterismo del Grande Quadrato di Pegaso è un buon riferimento per individuare i due pesciolini: quello occidentale, a forma di pentagono irregolare, si trova sotto al Quadrato, mentre il pesce orientale, più debole e dall’aspetto allungato, è individuabile a est di questo asterismo.

Nella rappresentazione tradizionale i due pesci sono collegati da un lungo nastro ondeggiante simboleggiato da alcune stelle: possiamo sfruttare questa caratteristica per una proficua identificazione dei due componenti di questa costellazione. Partendo dal pesce occidentale, dalla stella Iota ci spostiamo in direzione est verso le stelle Omega, la “d” (41 Psc), la coppia formata dalla 62 e da Kuton (Delta Psc), poi, proseguendo attraverso le stelle Epsilon e Nu, arriviamo alla stella Al Resha, l’Alfa dei Pesci, il punto più meridionale del “nastro”. Facilita trovare questo punto di intersezione la forma molto appuntita della cuspide che i due nastri formano.

Da lì si risale verso la stella Torcular (Omicron Psc) e passando da Alpharg (Eta Psc) giungiamo infine al secondo pesce, individuabile principalmente dalle stelle Psi, Nu e Omicron, molto più difficile da riconoscere del suo compagno occidentale.

È d’obbligo un cielo buio come quello dello Starlight Stellar Park a Saint-Barthélemy, dato che lo splendore di queste stelle è attorno alla quarta magnitudine, quindi, sotto un cielo mediamente inquinato dalle luci artificiali, sarebbero appena visibili. Di fronte a difficoltà o a eventuale insuccesso nell’identificazione dei due pesci e del loro nastro ce ne si faccia una ragione, dato che anche Arato, poeta del IV sec. a.C. nella sua opera più famosa, i Fenomeni, ci dice che “sempre risalta uno più che non l’altro” (*).

Le costellazioni che non tramontano mai: il Drago

L’aspetto del cielo verso nord attorno alle 22.30 del 15 novembre. È visibile a sinistra del Piccolo carro (asterismo dell’Orsa Minore) la costellazione del Drago. Indicata nel cerchietto giallo la stella Thuban, Alfa Draconis. Immagine generata con il software Stellarium
L’aspetto del cielo verso nord attorno alle 22.30 del 15 novembre. È visibile a sinistra del Piccolo carro (asterismo dell’Orsa Minore) la costellazione del Drago. Indicata nel cerchietto giallo la stella Thuban, Alfa Draconis. Immagine generata con il software Stellarium

Tra le due Orse (Maggiore e Minore) si snoda una costellazione molto antica, dalla forma che assomiglia alla lettera “S” rovesciata: il Drago celeste (Draco è il suo nome ufficiale).

In prima serata, fino alle 22.30-23.00, è possibile osservare ancora la testa del Drago, un quadrilatero formato dalle stelle Beta, Gamma, Nu e Xi, guardando verso nord ovest a “sinistra” (ovest) del Piccolo Carro. Uno dei due “occhi”, poco distante dalla luminosa Vega, è Eltanin (nota anche come Etamin, anche se il suo nome ufficiale è il precedente), la stella Gamma che curiosamente, pur contrassegnata dalla terza lettera dell’alfabeto greco, è la più brillante della costellazione. Si tratta di una gigante arancione a circa 150 anni luce da noi.

La stella Alfa è Thuban: l’attribuzione della prima lettera greca, nonostante sia una delle stelle più deboli della costellazione, si spiega probabilmente con il fatto che era la stella polare nell’anno 3000 a.C. epoca agli albori dell’astronomia.. Lo sarà ancora nell’anno 23.000 d.C., come mostriamo durante gli spettacoli al Planetario di Lignan.

A cura di Paolo Recaldini e Andrea Bernagozzi

La rubrica “Il cielo del mese” della Fondazione Clément Fillietroz-ONLUS è realizzata con il contributo della Fondazione CRT.

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